Difesa del suolo. A Lizzano in Belvedere (Bo) prosegue il consolidamento della storica frana in località Querciola. L’assessore Priolo: “Opera fondamentale per la sicurezza e la qualità della vita di chi abita e lavora in quest’area dell’Appennino bolognese”
Bologna – La forza del verde contro l’erosione del terreno. Sull’Appennino bolognese, nel Comune di Lizzano in Belvedere, i lavori di consolidamento della grande frana a valle dell’abitato di Querciola e della strada provinciale Gaggio-Masera proseguonoinfattiutilizzando soprattutto tecniche e materiali sostenibili per l’ambiente: dall’inserimento di bioreti in fibre naturali o in fibra di cocco, alla creazione di armature vegetali, all’idrosemina per contrastare l’erosione attraverso una copertura erbosa.
Si tratta di un cantiere da 580mila euro, localizzato nella parte alta del versante, dove si stanno realizzando tra l’altro trincee e drenaggi capaci di convogliare, intercettare e raccogliere le acque profonde.
“Con queste opere, partite a febbraio, la Regione sta intervenendo su una frana storica chesi è progressivamente ampliata arrivando a minacciare la strada provinciale di collegamento tra Lizzano in Belvedere a Gaggio Montano- spiega l’assessore regionale a Difesa del suolo e Protezione civile, Irene Priolo-. L’obiettivo è prevenire i rischi di interruzione della viabilità e quelli che incombono sugli edifici limitrofi all’area del dissesto”.
“Un cantiere fondamentale per l’Appennino bolognese- continua l’assessore-, per la sicurezza e la qualità della vita di chi risiede e lavora nella zona, che segue specifiche tecniche di ingegneria naturalistica per la specifica localizzazione in cui si svolge e per assicurare un inserimento adeguato nel contesto ambientale”.
L’intervento è stato finanziato dal ministero per l’Ambiente e progettato dai tecnici dell’agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.
La tipologia dei lavori
L’intervento prevede opere sulla scarpata in frana per proteggerla dall’erosione attraverso un rivestimento di reti metalliche accoppiate a bioreti in fibre naturali, fissate con funi di acciaio. Con l’utilizzo di una nuova tecnica sperimentale, tra le maglie sarà creata un’armatura vegetale: verranno piantumate specie autoctone insieme a microorganismi del suolo per favorire un maggior radicamento sulle pareti. Da ultimo è prevista l’idrosemina, tecnica di ingegneria naturalistica utilizzata per rinverdire le superfici in particolare laddove la semina tradizionale risulta inopportuna o insufficiente a realizzare un manto verde a causa dell’azione erosiva di pioggia e vento. L’intento è accrescere l’azione di contrasto all’erosione grazie alla copertura erbosa.
Anche nei versanti meno ripidi sarà realizzato un analogo sistema di consolidamento e di protezione utilizzando una rete di fibra in cocco, mentre nel corpo di frana vero e proprio è prevista la creazione di fossi rivestiti con pietrame per drenare i terreni e ottenere la regimazione delle acque di scolo.
Infine, per garantire una maggiore stabilità del versante, è previsto anche il rimodellamento dell’area.
Tutte le informazioni sui lavori in corso in Emilia-Romagna per la sicurezza del territorio sul sito: https://www.regione.emilia-romagna.it/territoriosicuro. /red
Foto dei lavori in allegato