Sanità e lavoro. Siglato tra Regione, Confindustria Ceramica, Acimac e rappresentanze sindacali un Protocollo d’intesa quadriennale per la tutela dei lavoratori esposti a silice cristallina
Bologna - Definire i criteri di individuazione dei lavori che comportano l’esposizione a silice cristallina respirabile generata da un procedimento di lavorazione, per rafforzare ulteriormente la tutela delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
È l’obiettivo del Protocollo d’intesa quadriennale siglato da Regione Emilia-Romagna, Confindustria ceramica, Acimac (Associazione costruttori italiani macchine attrezzature per ceramica) e organizzazioni sindacali di settore (FILCTEM CGIL, FEMCA CISL, UILTEC UIL), con la condivisione delle Aziende sanitarie territoriali. Un documento che si è reso necessario dopo la modifica della normativa europea, poi recepita nell’ordinamento italiano dal decreto in vigore da giugno 2020, che richiede un’applicazione anche nel settore della produzione di piastrelle di ceramica, dove vengono utilizzate materie prime contenente silicati.
Nel Protocollo - che fa seguito a quello del 2008 che aveva già ottenuto il riconoscimento di “Buone pratiche” dal Ministero del Lavoro - viene dunque messo nero su bianco l’intento ti tutte le parti coinvolte di predisporre linee di indirizzo tecnico-operative per la corretta applicazione e gestione degli adempimenti normativi previsti; effettuare successive indagini sulla polvere di silice cristallina respirabile generata dalle lavorazioni individuate, al fine di caratterizzare la sostanza nel processo produttivo ceramico e documentarne gli effettivi livelli di reattività. E ancora: predisporre indicazioni condivise per l’individuazione di percorsi di informazione/formazione e aggiornamento dei lavoratori esposti, insieme a indicazioni condivise in materia di sorveglianza sanitaria. Viene inoltre sottoscritta l’esigenza di aggiornare periodicamente i documenti tecnici in relazione all’evoluzione tecnologica del comparto delle piastrelle di ceramica e delle conoscenze scientifiche relative alle indagini condotte sulla reattività della sostanza.
L’intesa si inerisce peraltro, in Emilia-Romagna, nel solco della prassi consolidata di condivisione con le parti sociali datoriali e sindacali di accordi orientati a prevenire gli infortuni e le malattie professionali e a tutelare sempre più la salute e la sicurezza dei lavoratori, senza arretrare sul fronte della competitività aziendale. /EC