Sanità. Screening sierologici, la Regione accelera. In Emilia-Romagna i test si faranno anche a taxisti, autisti di auto con conducente e operatori del trasporto pubblico ferroviario e su gomma, sacerdoti, donatori di sangue, farmacisti convenzionati e operatori delle associazioni nel sistema delle ambulanze
Bologna - La campagna di screening sierologici voluta dalla Regione Emilia-Romagna per ‘dare la caccia’ al virus sul territorio va avanti e si rafforza: ad essere testati, infatti, saranno anche - come anticipato ieri dall’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - i sacerdoti, i donatori di sangue, i farmacisti convenzionati, gli operatori delle associazioni nel sistema delle ambulanze, oltre a taxisti, autisti di auto con conducente e operatori del trasporto pubblico del settore ferroviario e su gomma individuati dalle rispettive aziende.
L’allargamento della platea delle persone interessate dalla nuova batteria di test, che saranno eseguiti sempre su base volontaria, è stato deciso dalla Regione e messo nero su bianco in una circolare della direzione generale dell’assessorato alle Politiche per la salute.
“Abbiamo voluto fare un ulteriore passo avanti nella lotta al virus, perché i risultati ottenuti finora indicano che la scelta dei tamponi a tappeto e dei test sierologici diffusi sul territorio è stata giusta- spiega l’assessore Donini-. Naturalmente l’adesione allo screening è volontaria, ma di grande valore sanitario, perché ci permette di conoscere meglio le modalità di circolazione del virus e il rischio di diffusione in specifici ambiti di popolazione che, come in questo caso, hanno contatti sociali più frequenti e diffusi. I test sierologici costituiscono uno strumento di grandissima utilità nell’impostare le strategie future di contrasto e prevenzione, quindi è auspicabile che aderiscano a questa proposta quante più persone possibili”.
I test sierologici consentono infatti di capire, attraverso la presenza degli anticorpi, se la persona ha avuto contatti con il virus e di tracciarne così una sorta di mappatura sul territorio. Se il risultato è positivo, si procede con l’effettuazione del tampone per verificare se la malattia è in corso; se anche il tampone risulta positivo, viene attivata la presa in carico che contempla l'osservazione, l’isolamento del paziente e l'eventuale terapia.
La platea dei soggetti testati dagli screening sierologici
Con questo ulteriore allargamento, si estende la platea delle persone testate in Emilia-Romagna con lo screening sierologico, che comprende: per il settore sanitario, i dipendenti privati accreditati e tutti i sanitari convenzionati (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale e di medicina territoriale), i farmacisti convenzionati, gli operatori dei servizi socio-sanitari e delle associazioni nel sistema delle ambulanze; donatori di sangue (per i quali andranno concordate le modalità di effettuazione con i presidenti provinciali delle rispettive associazioni).
Per quanto riguarda i lavoratori coinvolti in scenari operativi a rischio, la possibilità di partecipare allo screening è confermata per i diversi operatori pubblici della sicurezza (forze dell’ordine, vigili del fuoco, guardie carcerarie, vigili urbani, prefetture, magistratura, e analoghi), a cui si aggiungono con quest’ultimo allargamento i sacerdoti, gli operatori del trasporto pubblico del settore ferroviario e su gomma individuati dalle rispettive aziende e gli operatori del trasporto pubblico non su linea (taxi e noleggio con conducente).
Prosegue, infine, la campagna di screening sierologicisulle popolazioni delle aree più colpite dall’epidemia: provincia di Piacenza, Rimini e comune di Medicina. /EC