Welfare. Carceri, la Regione interviene per aiutare le persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria: evitare ai minori di finire in carcere insieme ai genitori e un programma per il reinserimento socio-lavorativo. Taruffi: “La situazione detentiva resta incompatibile con il corretto sviluppo psicofisico dei minori”
Bologna - Prevenire o evitare il più possibile la permanenza di minorenni all’interno degli istituti penitenziari regionali: questo è l’obiettivo che l’assessorato al Welfare della Regione Emilia-Romagna intende perseguire con l’avvio di un progetto sperimentale attuato dal Comune di Bologna e da ASP Città di Bologna, in collaborazione con le articolazioni territoriali del ministero della Giustizia e con le autorità giudiziarie competenti.
In Emilia-Romagna i minori che finiscono, seppure per brevi periodi, all’interno degli Istituti penitenziari al seguito dei genitori, sono pochissimi e limitati a quelle situazioni familiari in cui non vi sono altre alternative. “Ma la situazione detentiva, sia pure attenuata dalla sezione nido della Casa Circondariale di Bologna, rimane incompatibile con il corretto sviluppo psico-fisico di un minore e con i diritti sanciti da ogni documento internazionale" afferma l’assessore regionale al Welfare, Igor Taruffi.
Per questo motivo, e grazie ad un finanziamento di 135.000 euro messo a disposizione dal ministero della Giustizia, la Giunta regionale ha approvato il progetto di rilievo regionale del Comune di Bologna che prevede la sperimentazione, almeno fino al 31 dicembre 2023, di un servizio a favore di madri detenute con minori al seguito (ed eccezionalmente, qualora si verifichi la casistica, di padri) e di donne in stato di gravidanza.
L’intervento valorizza i servizi che il Comune, in collaborazione con ASP, è in grado di mettere a disposizione. Tra questi, la Centrale Operativa Telefonica del Pronto intervento sociale, che avrà funzione di punto unico di accesso, e l’attivazione di strutture di accoglienza, riconosciute dalla Regione, in grado anche di garantire l’osservazione delle dinamiche relazionali del nucleo accolto.
Per rendere possibili questi percorsi di accoglienza, vista la molteplicità di soggetti coinvolti, è stato messo a punto un protocollo operativo, che verrà a breve sottoscritto - oltre che dalla Regione, dal Comune e da ASP Bologna - anche dal Tribunale di Sorveglianza, dalla Corte d’Appello, dal Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria Emilia-Romagna e Marche e dall’Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna Emilia-Romagna e Marche.
Verrà inoltre costituito un gruppo tecnico, composto dai soggetti firmatari del protocollo, che avrà il compito di monitorare e favorire l’efficacia della sperimentazione.
Il tema delle misure a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria prevede, per i prossimi mesi, un altro importante traguardo: l’approvazione di una programmazione triennale di interventi per il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro, del valore di circa 6 milioni di euro, di cui il 70% a carico di Cassa delle Ammende e il restante 30% quale cofinanziamento regionale.
“Una programmazione di ampio respiro - sottolinea Taruffi- che attua l’Accordo e il successivo protocollo di fine giugno, sottoscritto tra la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, il Ministero della Giustizia e Cassa delle Ammende”.
“Anche in questo caso- prosegue l’assessore- vogliamo lavorare assieme a tutti i soggetti che hanno un ruolo in questo campo e che possono portare il loro contributo. È per questo che stiamo istituendo una cabina di regia regionale, con l’obiettivo di mettere in sinergia risorse e competenze presenti non solo all’interno della Regione, dal welfare alla cultura, dalla formazione e lavoro alla sanità, ma anche quelle dei Comuni e delle articolazioni emiliano-romagnole del Ministero della Giustizia e delle Autorità giudiziarie che, ancora di più nei prossimi anni, saranno indispensabili partner per questi interventi”.
Red