Lavoro. Formazione, informazione, cultura della prevenzione dalla scuola alle aziende, stretta sui controlli: l’Emilia-Romagna stringe il patto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, costruito e condiviso con tutte le parti sociali

Il documento definito nell’ambito Patto per il Lavoro e per il Clima: un’assunzione di responsabilità collettiva per prevenire e ridurre drasticamente infortuni e incidenti. Quattro obiettivi strategici e interventi concreti per raggiungerli, fra i quali: promozione della cultura del lavoro e della sicurezza a partire dalla scuola, un piano straordinario di alfabetizzazione alla lingua italiana, nuovi strumenti contro false cooperative e false srl, estensione del meccanismo delle white list (gli elenchi di aziende in regola), assunzione di nuovi ispettori, utilizzo delle risorse provenienti da sanzioni per finanziare la prevenzione, nuovo Nucleo interforze e sperimentazione di presìdi fissi nei siti e distretti strategici per una vigilanza che coordini tutti i soggetti in campo, per incrementare la quantità e la qualità degli interventi ispettivi. Misure rafforzate nei settori più a rischio: logistica, agricoltura, costruzioni
13/09/2022 13:29

Bologna – L’Emilia-Romagna stringe un patto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Costruito dalla Regione insieme a tutte le parti sociali e le componenti della società regionale riunite nel Patto per il Lavoro e per il Clima: Enti locali, sindacati, imprese, mondo della scuola e delle professioni, Università, Terzo settore e Camere di Commercio.

Un nuovo accordo – presentato oggi in conferenza stampa dal presidente della Regione e dagli assessori regionali al Lavoro e Sviluppo economico e alle Politiche per la salute -  per anticipare e gestire il cambiamento nel contesto della transizione verde, digitale e demografica; educare alla cultura del lavoro dignitoso e della sicurezza a partire dalla scuola; assicurare alle persone, dal primo giorno di lavoro e lungo tutto l’arco della vita lavorativa, le competenze che permettano di prevenire, ridurre fino ad eliminare i fattori di rischio. Insieme per contrastare il lavoro irregolare, la precarietà, l’utilizzo non legittimo di contratti precari, le pratiche di appalto elusive della normativa nonché l’eccessiva esternalizzazione e frammentazione delle attività negli appalti e nei subappalti, a partire da quelli pubblici.

E, ancora, un nuovo patto per promuovere un’azione di riforma legislativa nazionale finalizzata a evitare il dumping sociale sostenendo le imprese virtuose; per combattere ogni forma di illegalità e garantire un mercato del lavoro più equo e sicuro, un’economia più sana e competitiva, una società più coesa. Per sostenere processi di innovazione organizzativa e tecnologica diffusa che migliorino gli standard di salute e sicurezza sul lavoro, intensificare la collaborazione tra le istituzioni e investire in risorse umane, finanziarie e tecnologiche per rafforzare assistenza, vigilanza e controllo.

Un impegno che l’intero sistema regionale decide di assumere, dal modo della scuola e quello del lavoro per formare, informare e prevenire. Misure condivise, a partire da una stretta sui controlli, e un forte investimento nella cultura della prevenzione, per ridurre drasticamente infortuni e incidenti.

In tutti i settori, con particole attenzione ai comparti più a rischio: logistica, agricoltura, edilizia

 

Gli interventi: dalla formazione e la scuola al Nucleo interforze e l’estensione delle white list

I firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima nell’ultima riunione, nel tardo pomeriggio di ieri, hanno completato la stesura del testo. D’accordo nel sottolineare come salute e sicurezza sul lavoro, sia esso dipendente o autonomo, siano il primo requisito di una occupazione di qualità. Un diritto che l’Emilia-Romagna intende garantire attraverso un’assunzione di responsabilità collettiva e con azioni integrate che permettano di agire su quattro obiettivi: cultura, informazione e formazione; qualità del lavoro, dell’impresa e dello sviluppo; ricerca, innovazione e digitalizzazione; assistenza, vigilanza e controllo

Obiettivi da centrare attraverso interventi concreti, fra i quali: sostegno alle scuole nel rafforzamento della componente formativa in materia di salute e sicurezza dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO); qualificazione della formazione obbligatoria nei percorsi formativi finanziati dalla Regione rivolti agli inoccupati e ai disoccupati e nelle prestazioni per il lavoro rivolte alle persone in cerca di occupazione; attivazione di un piano straordinario di alfabetizzazione alla lingua italiana quale condizione per i lavoratori immigrati, spesso giovani e con un’incerta conoscenza della lingua italiana, per comprendere i propri diritti e doveri, i contesti organizzativi e i rischi ad essi connessi;  garanzia di una tempestiva attuazione agli adempimenti in materia di formazione obbligatoria delle lavoratrici e dei lavoratori, attribuendo particolare attenzione all’addestramento, da realizzare subito dopo l’inserimento nell’organizzazione del lavoro e prima di iniziare a svolgere l’attività lavorativa.

Prevista l’attivazione di nuovi strumenti contro false cooperative e false srl e l’estensione delle white list (gli elenchi di aziende in regola). Oltre al sostegno agli investimenti in nuove tecnologie che possano aiutare nella prevenzione degli incidenti.

Necessario fare più controlli: assumendo nuovi ispettori e formando profili specifici; reimpiegando le risorse derivanti dalle sanzioni per finanziare la prevenzione nei luoghi di lavoro e promuovendo la nascita di Nuclei interforze per la vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, legalità e qualità del lavoro, che coordini tutti i soggetti in campo, dagli organismi di vigilanza del sistema sanitario alle Forze dell’ordine.

L’accordo prevede inoltre di istituire Tavoli provinciali sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Una novità strategica per dare attuazione in tutti i territori agli obiettivi e alle azioni condivise e garantirne omogeneità a livello regionale, definendo allo stesso tempo azioni specifiche per distretti o filiere territoriali.

Misure che verranno potenziate per quanto riguarda logistica, agricoltura, costruzioni. In particolare, la sperimentazione di presidi fissi interforze nei siti e distretti strategici, per interventi ispettivi costanti e per prevenire tentativi di infiltrazioni della criminalità organizzata e fenomeni di caporalato.

Gianni Boselli

(In allegato: la scheda di approfondimento sugli obiettivi strategici e il focus sui tre comparti più a rischio: logistica, agricoltura, costruzioni. Il testo del documento sarà disponibile on line sul portale della Regione)

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ultima modifica 2022-09-13T14:08:20+02:00
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