Emilia-Romagna, una terra da raccontare. “Donne e scienza, una storia bella...e difficile”, ma qui esperienze in controtendenza: online lo speciale per l’Otto Marzo curato dall’Agenzia di informazione e comunicazione della Giunta
Bologna - Ancora oggi, a più di 1600 anni dalla sua uccisione per mano di fanatici religiosi, resta un simbolo della libertà di pensiero, e non solo. Ipazia, di Alessandria d’Egitto: fu matematica, astronoma e filosofa. La prima, forse, di una lunga serie di donne che hanno scelto percorsi e studi tradizionalmente riservati “all’altra metà del cielo”.
Donne e scienziate: è di loro che parliamo, è a loro che è dedicato, a pochi giorni dall’Otto Marzo, il nuovo speciale, a cura dall’Agenzia di informazione e comunicazione della Giunta, online sul sito della Regione da oggi all’indirizzo https://regioneer.it/donne-scienza.
Alcune sono famosissime (Marie Curie, Rita Levi Montalcini, Margherita Hack), altre quasi sconosciute. Di altre ancora, non si saprà mai nulla. Alcune sono state premiate per i risultati raggiunti, altre ingiustamente “scavalcate” dai colleghi uomini. Sono tante, ma non quante potrebbero essere. Perché, e sono i dati a dirlo, un significativo e persistente divario di genere continua a caratterizzare la partecipazione femminile nelle cosiddette discipline Stem (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Come invertire la rotta? Come aiutare le scienziate a raggiungere la vetta? E, prima ancora, come stimolare, oggi, le ragazze a non avere paura di seguire le proprie passioni, anche quando si tratta di scienze “dure”, come matematica e fisica?
Ci racconta la propria esperienza una giovane donna che con i numeri lavora quotidianamente: Martina Cavallucci, classe 1996, laurea magistrale in Ingegneria e Scienze informatiche a Cesena (Unibo), da due anni è data scientist all’Istituto Tumori della Romagna Irst - Irccs di Meldola. Martina è vicepresidente di Minerva, associazione di divulgazione scientifica, e fa parte di She is a scientist, associazione di promozione sociale che si occupa di favorire cultura e cambiamento per una maggiore equità nella scienza.
Se per le donne che scelgono le discipline Stem il cammino è ancora lungo (lo ribadisce il recente focus del rapporto dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), non mancano segnali di inversione di tendenza, alcuni proprio in Emilia-Romagna, di cui si parla nello speciale.
Infine, gli interventi di Eva Negri, epidemiologa (professore associato di Medicina del Lavoro presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche all’Università di Bologna), e Marcella Brusa, astrofisica, professore ordinario nello stesso ateneo: sono due delle cinque scienziate dell’Emilia-Romagna tra le prime 500 nel mondo nella classifica stilata dalla piattaforma accademica Research.com per le pubblicazioni scientifiche e le citazioni ricevute.
Women in Tech ER, il podcast
Nell’approfondimento, on line da oggi, anche il podcast ‘Women in Tech ER - Idee, esperienze, pratiche e metodi per ridurre il divario di genere. Perché le parole “futuro” e “digitale” restino al maschile solo nel vocabolario’. Sei puntate, a cura dell’assessorato all’Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna e Lepida Scpa, che affrontano il tema del divario digitale di genere da punti di vista e in settori diversi. I contenuti derivano dall’omonimo ciclo di incontri, svolti dal 2021 al 2022, e durante i quali sono stati approfonditi i temi del Digital Gender Gap, anche attraverso casi e best practice di livello regionale, nazionale e internazionale. Con le voci di esperte, ricercatrici e amministratrici pubbliche.
Link al podcast: https://regioneer.it/podcastwomenintech
Chiara Vergano