Patto per il Lavoro e per il Clima. In Emilia-Romagna al nido il 40% delle bambine e dei bambini 0-3 anni: la percentuale più alta degli ultimi 10 anni. Oltre 2.300 nuovi posti creati per un servizio sempre più universale e gratuito in montagna e nelle aree interne. Online sul nuovo sito tematico un approfondimento sulla rete dei servizi educativi e delle scuole per l'infanzia
Bologna - Il 40% delle bambine e dei bambini 0-3 anni in Emilia-Romagna va al nido. Un servizio reso gratuito in montagna e nelle aree interne, con ben 2.350 nuovi posti creati per abbattere le liste d’attesa. E poi l’approccio alla lingua inglese, attività sempre più diffusa nelle strutture di tutto il territorio.
La rete dei servizi educativi e delle scuole per l'infanzia è il tema dell’approfondimento che si può trovare online da oggi sul nuovo sito tematico dedicato al Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto dalla Regione nel 2020 con oltre 60 tra istituzioni e forze economiche e sociali.
Con notizie, video e una campagna social che raccontano gli obiettivi e le politiche realizzate negli ultimi quattro anni, spiegandone anche l’impatto sulla società emiliano-romagnola.
Investire sulla rete dei servizi educativi e delle scuole per l'infanzia è una delle linee di intervento condivise con i firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima nell’obiettivo ‘Emilia-Romagna, regione della conoscenza e dei saperi’. Nel documento si indica con chiarezza la necessità di sviluppare e rafforzare la rete dei servizi 0-6 anni, assicurando che siano accessibili a tutte le bambine e i bambini e diffusi su tutto il territorio regionale attraverso l’abbattimento progressivo delle liste d’attesa e il costo a carico delle famiglie, alzando la qualità dell’offerta dell’intero sistema integrato, anche estendendo le esperienze di avvicinamento alla lingua inglese nei nidi e nelle scuole d’infanzia.
D’altra parte, l’Emilia-Romagna è un pezzo fondamentale della storia italiana in questo settore. È la regione in cui sono nati i primi nidi comunali, quella delle materne studiate in tutto il mondo, in cui grandi pedagogisti hanno dimostrato che la scuola dell’inclusione e dell’innovazione didattica genera innovazione sociale. Si può anche dire che, se il sistema socioeconomico ha raggiunto performance di eccellenza nel Paese e in Europa, un merito va anche al modello educativo per l’infanzia realizzato qui in oltre mezzo secolo. Soprattutto cura ed educazione di qualità per lo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini fin dalla prima infanzia. Ma anche conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e opportunità di emancipazione delle donne favorendo la loro partecipazione al mondo del lavoro che in Emilia-Romagna, storicamente, registra uno dei tassi più alti del Paese.
Gianni Boselli