Ricostruzione post alluvione. La Giunta regionale a Ravenna: l’incontro con gli amministratori locali, le parti sociali e imprenditoriali, il punto sulle richieste al Commissario di Governo sulle misure a favore di cittadini e imprese e quello sulle opere con 84 interventi per circa 91 milioni di euro. Bonaccini: “La Regione non abbandona i territori colpiti: non arretreremo di un metro fino a quando la ricostruzione pubblica e privata non sarà completata, e i rimborsi garantiti al cento per cento. Priorità la messa in sicurezza: le vecchie previsioni urbanistiche vanno aggiornate, nelle aree allagate non sarà possibile ricostruire”
Bologna - Primo incontro a Ravenna del tour della Giunta regionale nelle province colpite dall’alluvione dello scorso maggio (i prossimi appuntamenti domani alle 14 a Forlì, per Forlì-Cesena, e il 19 marzo alle 9 in Città metropolitana a Bologna). Un momento di confronto tra la delegazione della Regione, guidata dal presidente Stefano Bonaccini e dalla vicepresidente Irene Priolo, il presidente della Provincia di Ravenna, Michele De Pascale, sindaci e amministratori, rappresentanti delle parti sociali, delle imprese e delle realtà associative. Nella delegazione della Giunta anche il sottosegretario alla Presidenza, Davide Baruffi, e gli assessori Paolo Calvano (Bilancio), Andrea Corsini (Trasporti), Alessio Mammi (Agricoltura), Barbara Lori (Programmazione territoriale) e Paola Salomoni (Scuola).
“A due mesi dall’anniversario dell’alluvione- hanno affermato Bonaccini e Priolo-, abbiamo deciso di riunirci nei territori colpiti, mettendo in fila quanto è stato fatto e quanto è in programma, proseguendo quel confronto con gli amministratori, le parti sociali e le comunità che è uno dei pilastri dell’Emilia-Romagna. A loro, abbiamo ribadito ciò che non ci stanchiamo di ripetere da quando si sono aperti i primi cantieri, all’indomani dell’alluvione: la Regione non arretrerà fino a quando la ricostruzione non sarà completata, non come prima ma meglio di prima. E fino a quando i rimborsi non saranno garantiti al cento per cento. Continuiamo, dunque, a chiedere al Governo le risposte che ancora mancano, a partire dal risarcimento dei beni mobili danneggiati e procedure più semplici per ottenere quanto dovuto da cittadini, famiglie e imprese”.
L’incontro – svoltosi nella sede della Provincia di Ravenna – è stata anche l’occasione per ribadire le richieste di modifica delle ordinanze già presentate alla Struttura commissariale di Governo e condivise da tutti i firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima, che vanno dall’ampliamento del credito di imposta alla semplificazione delle procedure di rimborso, oltre naturalmente all’inserimento dei beni mobili tra quelli risarcibili.
Inoltre, la vicepresidente Priolo ha anche illustrato il percorso che si sta facendo verso i Piani speciali, a partire dalla mappatura del dissesto, ormai in fase di conclusione, perché la ricostruzione non può che partire dall’analisi dell’evento.
“Questa alluvione ci ha insegnato molto- ha aggiunto Bonaccini- e le vecchie previsioni vanno aggiornate: gli strumenti urbanistici dovranno recepire le nuove carte che stiamo aggiornando insieme all’Autorità di bacino. Stiamo dicendo al Commissario di inserirle nei Piani della ricostruzione così come stiamo dicendo ai nostri tecnici di far valere sempre il principio di precauzione. Mi aspetto dai Comuni che siano i primi a farlo e aggiungeremo anche una norma di copertura, perché non vogliamo lasciare il cerino in mano a nessuno. Voglio quindi essere chiaro: non si costruisce il nuovo nelle aree allagate; l’assessora Lori lo ha già chiarito in Assemblea Legislativa e i nostri uffici si stanno muovendo di conseguenza”.
“Saremo un punto di riferimento nazionale per le nuove strategie in materia di difesa del suolo- ha sottolineato Priolo-, ma i Piani speciali dovranno essere finanziati e, in questo senso, diventa dirimente anche il Decreto Pnrr di cui stiamo aspettando ancora di vedere la bozza. Perché, solo se questi 1,2 miliardi di euro saranno realmente aggiuntivi, come promesso dal Governo, allora potranno davvero essere una prima fonte di finanziamento per i Piani speciali”.
In totale sono 84 gli interventi sul territorio ravennate tra somme urgenze, urgenze e interventi di programmazione anticipata, per 91 milioni di euro circa. Di questi sono già conclusi, o in corso, interventi per oltre 65 milioni. Sono 11, invece, quelli in fase di avvio, in particolare sui fiumi Ronco, Montone, Savio, Lamone e Santerno, per un valore di quasi 7 milioni e mezzo ad opera dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, che si concluderanno entro la fine dell’estate. Inoltre, per far fronte ai disagi della popolazione causati dall’alluvione, sono stati erogati contributi Cis (Contributo di immediato sostegno, 5mila euro iniziali) per 65,6 milioni.
“È stata una riunione molto positiva- il commento del presidente De Pascale-: al momento, purtroppo, il bilancio della situazione è molto negativo e lo diremo al Commissario Figliuolo al quale faremo proposte molto concrete per la massima semplificazione. Le procedure di indennizzo sono di fatto bloccate. Non c’è copertura per i beni mobili e non c’è nemmeno copertura finanziaria completa. La ricostruzione avanza con grande spinta, anche se le risorse Pnrr sono un aggravio dal punto di vista burocratico. Non arretreremo di un millimetro rispetto alla necessità di indennizzare, ripristinare e rendere più sicuri i territori”.
I cantieri in fase di avvio
Sul Ronco, in comune di Ravenna, sono in partenza 4 cantieri da 300mila euro (per un totale di 1 milione 200mila euro), per la sistemazione di frane degli argini e il ripristino di difese delle sponde mediante la posa di scogliere lungo tratti di arginature dalla lunghezza di circa 100 metri ciascuno. Sulla sommità degli argini, corrono viabilità comunali. In particolare, le opere interesseranno le località Coccolia, San Bartolomeo, Ghibullo e San Bartolo. Sempre sul Ronco in comune di Ravenna, si sta concludendo la progettazione di un intervento da 1,9 milioni per la ricostruzione di golene e il rinforzo dell'argine da Borgo Sisa a Durazzanino, al confine con il forlivese.
Sul Montone è al via un intervento da 300mila euro presso la Chiusa di San Marco (Comune di Ravenna) per il ripristino della sommità arginale interessata da smottamento.
Sul Lamone, a Formellino di Faenza, è in affidamento un cantiere da 350mila euro per il ripristino dei corpi arginali destro e sinistro e per la rimessa in quota delle sommità arginali.
Sul Santerno sono 3 gli interventi in affidamento per un totale di 2,7 milioni. Alla confluenza tra Reno e Santerno, nei comuni di Lugo e Alfonsine (località Villa Pianta) con 500mila euro si procederà al ripristino di golene e argini franati in destra e sinistra Santerno, a seguito del pompaggio acque dal Canale destra Reno.
Sempre lungo il nodo Reno-Santerno, tra Santa Maria in Fabriago e Valle, fino a Ponte Pianta, sono previsti due interventi dal valore complessivo di 2,2 milioni: riguardano l'officiosità idraulica del fiume Santerno con la rimozione di vegetazione caduta, la sistemazione di frane golenali e il consolidamento degli argini.
Sul Savio, è in ultimazione la progettazione di un cantiere da 1,9 milioni di euro che punta al ripristino dell'officiosità idraulica nel tratto tra Matellica e Cannuzzo, a Savio di Ravenna e Cervia, e all'adeguamento dei corpi degli argini a valle degli abitati di Castiglione di Ravenna e Cervia, fino alle località Bottega della Guarniera e Villa Ragazzena.
Chiara Vergano
Nella cartella stampa, foto della Giunta e scheda tecnica degli interventi – conclusi, in corso e programmati – in provincia di Ravenna