Territorio. Gestione dell’acqua, innovazione e sostenibilità: a 100 anni dalla nascita della bonifica moderna, focus a Bologna su azioni e priorità per la rete irrigua e la sicurezza del territorio emiliano-romagnolo
Bologna – La crisi idrica non molla la presa, con una pianura Padana senza piogge per lunghi periodi - il calo è del 40% negli ultimi 20 anni - e la tendenza a temperature sempre più elevate rispetto alla media. Una situazione di prolungata siccità con cui le imprese agricole devono fare i conti, e che evidenzia ancora di più il valore della gestione dell’acqua e dei sistemi irrigui.
Sul ruolo dei Consorzi di bonifica in Emilia-Romagna e sugli interventi regionali per la salvaguardia del territorio e della risorsa idrica in agricoltura e per le comunità, si è focalizzato il convegno organizzato oggi a Bologna da Regione e Anbi. Occasione anche per celebrare il centenario del primo Congresso sulle bonifiche tenuto in Veneto a San Donà di Piave, evento che ha posto le basi della bonifica moderna, unendo gli aspetti di sanificazione e sicurezza idraulica alla gestione delle acque per l’agricoltura.
“I Consorzi di Bonifica rappresentano un attore fondamentale e imprescindibile per la messa in sicurezza del nostro territorio e per una gestione oculata dell'acqua, una risorsa la cui disponibilità è messa in pericolo dai cambiamenti climatici che sono ormai sotto gli occhi di tutti”, ha affermato il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini intervenendo stamattina ai lavori.
“Il sistema bonifiche dell'Emilia-Romagna grazie a questa attività è ormai diventato un punto di riferimento nazionale per tutto il territorio. C'è ancora molto da fare- ha proseguito Bonaccini- per sconfiggere questa emergenza permanente: servono investimenti sia nella prevenzione delle calamità che nella salvaguardia dell'ambiente in cui viviamo. Per questo che la Regione solo negli ultimi 5 anni ha impiegato oltre 700 milioni di euro per nuove infrastrutture irrigue, razionalizzazione dei consumi e messa in sicurezza grazie a fondi del Piano Invasi e del Pnrr: è un dovere che abbiamo nei confronti delle nuove generazioni".
Hanno partecipato ai lavori, tra gli altri, gli assessori regionali all’Agricoltura Alessio Mammi e all’Ambiente e difesa del suolo Irene Priolo, il presidente nazionale di Anbi e di Anbi Emilia-Romagna Francesco Vincenzi, Attilio Toscano del Ministero delle Infrastrutture e Rita Nicolini direttore dell’Agenzia per la Protezione Civile dell’Emilia-Romagna.
Sicurezza del territorio e strutture irrigue: gli investimenti in Emilia-Romagna
Ammontano a 705 milioni di euro le risorse che i Consorzi di bonifica stanno utilizzando dal 2018 al 2022 per interventi su tutto il territorio regionale. Per quanto riguarda lo stato di avanzamento delle opere, al 70% si tratta di lavori attualmente in corso, mentre per il restante 30% sono già conclusi. Si tratta di opere per mettere in efficienza la rete idrica, ridurre le perdite e accrescere la sicurezza del territorio.
Di queste risorse, il piano di ammodernamento delle strutture irrigue per le annualità 2018-2020 prevede finanziamenti regionali e nazionali per 250 milioni di euro di questicirca il 70% sono in corso e la restante parte già conclusi.
Un capitolo importante, 125 milioni di euro, riguarda poi le risorse per moderare il rischio alluvioni e le opere destinate alla prevenzione del dissesto idrogeologico in montagna.
I finanziamenti del Pnrr, in via di assegnazione alla Regione Emilia-Romagna, sono 328 milioni di euro e riguardano investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico e nell’agrosistema irriguo.
Infine, la Regione Emilia-Romagna ha candidato nei giorni scorsi 25 progetti per ulteriori 130 milioni al Cis (Contratti Istituzionali di Sviluppo) “Acqua bene comune”: di questi, 14 interventi, per quasi 77 milioni di euro, sul versante idrico e altri 11 progetti, per quasi 57 milioni, sull’irriguo.
Olga Cavina
In allegato: scheda su interventi irrigui in agricoltura