Legalità. Regione e Guardia di Finanza insieme contro infiltrazioni della criminalità organizzata, lavoro nero e abusivismo commerciale. In Prefettura a Bologna la presentazione del Protocollo d’intesa a tutela dell’economia legale e dei distretti industriali. Il presidente Bonaccini: "Insieme per creare una barriera solida contro i fenomeni malavitosi"
Bologna - Dalle macchine per l’imballaggio di Bologna alle piastrelle di Sassuolo, dalla meccatronica di Reggio Emilia all’alimentare di Parma, alle calzature di San Mauro Pascoli.
Un sistema, quello dei distretti industriali dell’Emilia-Romagna, che non solo ha recuperato, ma anche superato i livelli pre-Covid e che, per volumi e ricchezza, va messo al riparo dai rischi di infiltrazione della criminalità economico-finanziaria. Anche per debellare lavoro nero e abusivismo commerciale.
Da questa premessa, nasce un patto comune a tutela dell’economia legale e dei distretti industriali: lo prevede il Protocollo d’intesa - proposto dalla Guardia di Finanza - a cui ha aderito la Regione Emilia-Romagna insieme a 40 soggetti. Oggi la presentazione a Bologna, in Prefettura.
“La presenza delle mafie nelle regioni del nord, con l’obiettivo di radicarsi nel sistema socio-economico e nelle filiere produttive, richiede unità e coesione: la questione della tutela della legalità e della lotta alla criminalità organizzata è di tutti- afferma il presidente Bonaccini-. Al costante e prezioso lavoro degli organismi inquirenti e delle forze dell’ordine, deve affiancarsi quello delle istituzioni territoriali, per creare una barriera solida contro i fenomeni malavitosi. Il protocollo di oggi è un nuovo esempio di questo fronte comune, che già nella ricostruzione post sisma rafforzammo con i Girer, i Gruppi interforze nati dalla collaborazione con le Prefetture e i Corpi dello Stato, così come la Regione stanziò oltre un milione di euro per far svolgere il processo Aemilia contro la ‘ndrangheta qui in Emilia-Romagna, oltre alle attività nelle scuole e coi giovani che sosteniamo ogni anno insieme a enti locali, università, associazioni”.
“Ringrazio dunque la Guardia di Finanza- chiude Bonaccini- per avere proposto questa intesa, che ha trovato una così ampia adesione: un’occasione ulteriore per fare squadra, insieme”.
Gli obiettivi
Tre gli obiettivi fondamentali del Protocollo. Primo, lo scambio di informazioni attraverso la creazione di sportelli di comunicazione presso i vari firmatari, in grado di far emergere, in tempo reale, contesti di illegalità sul territorio.
Secondo, il supporto alle indagini e l’assistenza logistica, tecnica e tecnologico-scientifica da parte della Regione, di Unioncamere, delle Università della regione, del CINECA, creando e valorizzando strumenti informatici integrati e cooperativi.
Terzo, la promozione e diffusione della “cultura della legalità”, attraverso iniziative di formazione e informazione rivolte a imprese, associati, consumatori, utenti, studenti e cittadini in generale, da parte di tutti i firmatari del Protocollo.
Caratteristiche del Protocollo
L’accordo prevede, tra l’altro, la possibilità di disporre dei contributi informativi degli enti locali, delle associazioni di categoria e dei sindacati, in grado allertare la Guardia di Finanza rispetto a segnali di potenziale illegalità sul territorio.
Ancora, di coinvolgere il mondo accademico e della ricerca, sia per mettere a disposizione attrezzature e laboratori, sia per il supporto alle investigazioni tramite nuovi prototipi, come l’analisi di informazioni tramite algoritmi evoluti.
Verranno promosse iniziative di formazione e informazione rivolte a imprese, associazioni, consumatori, utenti, studenti e cittadini in generale, per favorire la “cultura della legalità”; saranno programmate attività ispettive congiunte, soprattutto in relazione ai fenomeni più complessi, concernenti il comparto lavoristico, previdenziale e assicurativo con l’Inps, l’Inail e l’Ispettorato del lavoro.
Chiara Vergano
In allegato: i firmatari