Ricostruzione post alluvione. Sopralluogo della vicepresidente Priolo e del commissario Figliuolo oggi a Monterenzio e Loiano, sull’appennino bolognese, insieme agli amministratori locali. Priolo: “I cantieri sono la nostra priorità ed è in fase di ultimazione il censimento delle nuove frane, a garanzia dell’ambiente e delle persone: dalla messa in sicurezza della montagna deriva quella della pianura”
Bologna - Un sopralluogo sull’Appennino bolognese, in una zona dove le eccezionali precipitazioni dello scorso mese di maggio hanno innescato più di 800 movimenti franosi (di cui il 66,2% ha un’estensione che supera i 5mila metri quadrati), tali da spaccare in due un intero paese. È Monterenzio, comune della Città metropolitana di Bologna, dove stamani la vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, Irene Priolo, si è recata insieme al commissario straordinario per la ricostruzione, generale Francesco Paolo Figliuolo. Una visita effettuata insieme ai sindaci Ivan Mantovani (Monterenzio) e Fabrizio Morganti, di Loiano, dove le frane sono 496, di estensione più piccola (due superiori ai 500 metri quadrati).
“Nei territori colpiti dall’eccezionale ondata di maltempo di maggio scorso, con la mappatura complessiva delle frane, in corso di ultimazione, siamo arrivati a superare quota 79mila- ricorda Priolo-. Parliamo di frane che sono per circa l’80% nuove, di ben sei tipologie diverse che hanno cambiato la morfologia della nostra montagna. Qui, insieme ai cantieri per la messa in sicurezza che restano la nostra priorità, si sta concludendo anche il censimento dei dissesti, perché si tratta di fenomeni in continua evoluzione. Il presidio del territorio e delle comunità è un’indubbia priorità- conclude la vicepresidente-: dalla messa in sicurezza della montagna deriva quella della pianura e, proprio dalla lotta al dissesto, partiranno i piani per la ricostruzione”.
Chiara Vergano
In allegato, foto del sopralluogo