Agricoltura. ‘Frutteti protetti’ per far fronte alle fitopatie e ai fenomeni di meteo estremi: già realizzati 627 ettari grazie a un primo bando da 23 milioni di euro. L’obiettivo è arrivare a 1.000 entro il 2026 e adeguarne 2.500 già esistenti grazie a una dotazione complessiva di 70 milioni. Mammi: “Una svolta strutturale per l’ortofrutta emiliano-romagnola, per difendere le produzioni dagli effetti dei cambiamenti climatici e tutelare il reddito agricolo, le comunità rurali e l’ambiente”
Bologna – Più di 620 ettari di nuovi frutteti realizzati in Emilia-Romagna, in grado di far fronte in modo più efficace alle conseguenze dei cambiamenti climatici, alle fitopatie e ai fenomeni atmosferici sempre più estremi. È questo il primo, importante risultato del progetto “Frutteti protetti”, promosso dalla Regione nel 2024.
L’obiettivo complessivo è ancora più ambizioso: realizzare oltre 1.000 ettari di nuovi frutteti protetti entro il 2026 e adeguare strutturalmente altri 2.500 ettari di coltivazioni esistenti, grazie a una dotazione finanziaria complessiva di 70 milioni di euro, stanziata dalla Regione attraverso i fondi dello Sviluppo rurale e i Programmi operativi delle Organizzazioni dei produttori ortofrutticoli.
A un anno esatto dal lancio dell’iniziativa – avvenuto durante Macfrut 2024 – un primo bilancio del progetto coincide con l’inaugurazione, oggi, alla Fiera di Rimini, dell’edizione 2025 del salone internazionale dell’ortofrutta, a cui hanno partecipato il presidente della Regione, Michele de Pascale, e l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi. Un bando regionale che ha visto l’adesione di ben 164 imprese agricole, che hanno investito per innovare e mettere in sicurezza le proprie produzioni. Le domande arrivate hanno superato le risorse disponibili, e stanno generando investimenti per 43 milioni di euro a fronte di una dotazione finanziaria di 26, a dimostrazione del forte interesse del settore per il progetto.
“Con il progetto Frutteti Protetti– sottolinea Mammi–, abbiamo scelto di intervenire in modo strutturale su una filiera fondamentale per l’agricoltura emiliano-romagnola, che da anni affronta difficoltà crescenti a causa dei cambiamenti climatici, con eventi estremi sempre più frequenti e impattanti. Per questo finanzieremo tutta la graduatoria mettendo i 3 milioni di euro mancanti. Non si tratta di una risposta emergenziale, ma di una strategia organica, costruita insieme al mondo agricolo e alle rappresentanze professionali, con l’obiettivo di dare prospettive concrete a un settore in sofferenza. A distanza di un anno dal lancio del primo bando- prosegue Mammi-, possiamo già contare su 627 ettari di nuovi impianti realizzati e su una programmazione che mette a disposizione oltre 70 milioni di euro da qui al 2026. Risorse importanti, che saranno destinate non solo alla realizzazione di nuovi frutteti protetti, ma anche all’adeguamento di quelli esistenti, al rafforzamento della ricerca, all’innovazione tecnologica e alla meccanizzazione, oltre al sostegno all’accesso al credito. ‘Frutteti protetti’ significa investire in un’agricoltura più resiliente, in grado di affrontare le sfide poste dal clima e dal mercato, tutelare imprese e agricoltori, preservare le comunità rurali e garantire la sostenibilità delle nostre produzioni. È in questa direzione- conclude l’assessore- che l’Emilia-Romagna continua a costruire il futuro della propria agricoltura, con impegni concreti e una visione di lungo periodo”.
Una risposta alle sfide climatiche e fitosanitarie
Negli ultimi anni, la frutticoltura regionale ha subito perdite significative a causa di eventi estremi sempre più frequenti – gelate, grandinate, ondate di calore, siccità – e fitopatie aggressive come cimice asiatica, maculatura bruna e colpo di fuoco batterico. A ciò si aggiungono difficoltà legate alla manodopera e all’aumento dei costi produttivi. Il risultato è stato un calo produttivo, in particolare nelle annate 2020, 2021 e 2023, di circa il 50% dei quantitativi raccolti rispetto ai dati del 2012. Conseguentemente, anche le superfici coltivate a frutta evidenziano una diminuzione, con una scomparsa delle coltivazioni arboree da frutto, riferita al periodo 2012–2022, di oltre 11mila ettari, pari al 17,5%.
Il piano “Frutteti Protetti”, avviato dalla Regione Emilia-Romagna nel 2024, integra le risorse dello Sviluppo rurale, dei Programmi operativi ortofrutta, del PNRR e dei Fondi di coesione con l’obiettivo di rendere più resiliente il comparto frutticolo. Il progetto prevede l’impianto di nuovi frutteti realizzati con materiale vegetale certificato e dotati di almeno due sistemi di protezione tra reti antigrandine, sistemi antibrina, irrigazione di precisione, raffrescamento o coperture anti-insetto.
Complessivamente, il pacchetto di interventi mette a disposizione oltre 70 milioni di euro fino al 2026: 58 milioni dal Programma regionale di sviluppo rurale – di cui 30 destinati alle aree colpite dall’alluvione (finanziati al 60%), 15 al resto del territorio e 13 riservati a bandi specifici per la difesa antibrina – e 15 milioni di euro provenienti dai Programmi operativi delle organizzazioni di produttori ortofrutticoli per il biennio 2024-2025. Grazie a queste risorse, sarà possibile realizzare più di 1.000 ettari di nuovi frutteti protetti e intervenire su altri 2.500 ettari di colture già esistenti per adeguarli alle nuove esigenze climatiche.
Il piano è, inoltre, affiancato da una serie di interventi trasversali. Alla ricerca e alla sperimentazione vengono destinati 1,9 milioni di euro all’anno dai Programmi operativi delle OP, cui si aggiungono ulteriori 10 milioni di euro dello Sviluppo rurale, con 3 milioni di euro riservati esclusivamente al comparto ortofrutticolo. Per favorire la modernizzazione delle aziende, sono stati stanziati 6 milioni di euro per la meccanizzazione nel 2024, cui si sommano 29 milioni del bando PNRR dedicato alle macchine agricole. Infine, 1,9 milioni di euro sono riservati al sostegno dell’accesso al credito, con una corsia preferenziale per le imprese ortofrutticole, in modo da rafforzarne la competitività anche sotto il profilo finanziario.
Annalisa Dall’Oca