Fondi Ue. Finanziamento politiche di coesione, l'Emilia-Romagna guida la protesta di 149 Regioni europee e scrive a Von der Leyen. De Pascale: “No a qualsiasi ipotesi di centralizzazione a livello statale. Le Regioni mantengano un ruolo primario nella programmazione e nell’attuazione”

La lettera in vista della proposta di riforma della politica di coesione della Commissione europea ispirata al modello del Pnrr, con un ruolo principale degli Stati al posto delle Regioni
05/07/2025 12:06

Bologna- “La nostra è una firma per dire no a qualsiasi ipotesi di centralizzazione a livello statale del finanziamento delle politiche di coesione”.

Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, commenta la decisione di 149 Regioni europee di 20 Stati membri riunite nell’iniziativa EUregions4cohesion, di scrivere alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per mettere nero su bianco la loro contrarietà alla proposta di riforma della politica di coesione della Commissione europea che sarà presentata il 16 luglio.

“La proposta della Commissione europea- spiega de Pascale- prevede una riforma profonda del sistema di finanziamento delle politiche di coesione, ispirandosi al modello del Pnrr con un ruolo primario degli Stati al posto delle Regioni. Questo rischia di rendere marginale il ruolo delle regioni e della loro capacità di lettura dei territori, che sono invece elementi fondamentali nella progettazione di politiche che puntino a ridurre le disparità”.

La lettera è frutto di numerose iniziative di interlocuzione che la Regione Emilia-Romagna, che coordina EUregions4cohesion insieme a all’Aquitania, ha avuto nell’ultimo anno con la Commissione e il Parlamento europei e il Comitato delle regioni.  Un lavoro che, per il territorio dell’Emilia-Romagna, ha visto impegnati anche Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, e gli assessori Davide Baruffi (Bilancio e Programmazione fondi europei), e Alessio Mammi, (Agricoltura e Rapporti con la Ue).

 Nella lettera i firmatari esprimono “preoccupazioni sul futuro della politica di coesione, nel quadro della prossima proposta sul Quadro Finanziario Pluriennale” e sottolineano che “noi, le Regioni, siamo al cuore dell’Europa e abbiamo dimostrato di essere le più efficaci nell’investire le risorse europee in modo mirato ed efficiente, contribuendo concretamente al progetto di integrazione europea”.

Si mette poi in evidenza che “la politica di coesione rappresenta il principale legame tra i cittadini europei e l’Unione Europea” e che è anche “la base della resilienza economica, sociale e territoriale dell’Unione”. Nella lettera, in ragione di questi elementi, si ribadisce che “rafforzare la politica regionale è condizione necessaria per il buon funzionamento del Mercato Unico europeo”.

Due le richieste dei firmatari: da un lato “una regolamentazione specifica per tutti gli strumenti dedicati alla politica di coesione, che ne garantisca i principi fondamentali: approccio territoriale, partenariato e sussidiarietà. Le Regioni d’Europa devono avere un ruolo centrale nella programmazione e nell’attuazione, attraverso la gestione condivisa e una governance multilivello, assicurando negoziazione diretta con la Commissione europea”. In secondo luogo, “un bilancio specifico per la politica di coesione, con la definizione a livello europeo di dotazioni regionali indicative basate sull’attuale metodologia consolidata, che considera indicatori economici e sociali”.

I rappresentanti delle 149 regioni firmatarie concludono con il rifiuto di “qualsiasi ipotesi di centralizzazione a livello statale e la discrezionalità nell’allocazione delle risorse”. Un simile approccio, spiegano, “metterebbe a rischio l’accesso alla politica di coesione da parte di tutte le Regioni e aumenterebbe la complessità della sua attuazione. Questo potrebbe allentare l’efficacia degli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale e ampliare, invece che ridurre, le disparità tra territori. Alla vigilia della proposta sul Quadro Finanziario Pluriennale, intendiamo così portare il nostro contributo al dibattito sul futuro dell’Europa”.

Stefano Aurighi

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ultima modifica 2025-07-05T12:20:33+02:00
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