Stati generali dell’infanzia e dall’adolescenza. Terzo appuntamento ieri a Bologna per la kermesse voluta dalla Regione. L’assessora Isabella Conti in dialogo con la deputata Marianna Madia sulla legge bipartisan per limitare l’uso dello smartphone ai minori. Presentato anche il podcast “Schermi pericolosi”. Conti: “Non serve cercare delle cure ma prevenire all’origine il disagio dei nostri giovani”. Madia: “La legge un importante passo avanti verso un ambiente digitale più sicuro”
Bologna - Terzo appuntamento, ieri in viale Aldo Moro a Bologna, per gli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Emilia-Romagna, voluti e promossi dalla Regione, che si concluderanno il 6 giugno.
Un dialogo tra l’assessora al Welfare, Terzo Settore, Politiche per l’Infanzia e Scuola, Isabella Conti, e la deputata Marianna Madia, con al centro due temi: la proposta di legge bipartisan all’esame del Senato, e già incardinata alla Camera, che prevede per le piattaforme online l’obbligo di accertare accuratamente l’età dei bambini e di impedire l’accesso ai minori di 15 anni per non incorrere in sanzioni; e il podcast “Schermi pericolosi”, incentrato proprio sull’impatto dell’iperconnessione sui più giovani, sull’educazione di genitori e figli all’uso consapevole dei social media e sulle responsabilità della politica.
Realizzato da Chora Media in collaborazione con l’associazione Arel-Agenzia di Ricerche e Legislazione, il podcast, disponibile gratuitamente online, si propone come strumento di sensibilizzazione e approfondimento su un fenomeno ormai confermato da numerose ricerche scientifiche. Persuasione, stimolo, azione, ricompensa e investimento: il sistema con il quale le applicazioni degli smartphone, e in particolare i social media, attirano la nostra attenzione e ci sottraggono tempo è ormai investigato e chiarito da tempo. Così come da tempo le voci dei neuropsichiatri infantili denunciano un aumento dei disturbi mentali degli adolescenti, correlabili proprio alla pervasività di questi strumenti: dall’isolamento sociale alla frammentazione dell'attenzione, fino alla vera e propria dipendenza.
“La scienza ci ha dimostrato che il cervello in formazione dei ragazzi non è in grado di difendersi da ferite che le nuove tecnologie moltiplicano e replicano- ha sottolineato Conti-. Dobbiamo rispondere al grido di aiuto dei nostri ragazzi. Non basta però prevedere delle cure, bisogna lavorare sulle cause di quel dolore. Non dobbiamo trovare nuovi posti letto per i ricoveri in neuropsichiatria, dobbiamo affrontare il problema alle radici. E questa legge può rappresentare un messaggio importante che rivolgiamo ai nostri ragazzi: comprendiamo il vostro disagio e vogliamo prenderci cura di voi”.
“La digitalizzazione rappresenta una risorsa fondamentale da sostenere- ha affermato Madia- ma è necessario riconoscerne anche i rischi, soprattutto per i più giovani. Il fenomeno dell’esposizione precoce a contenuti inappropriati o pericolosi è in aumento, anche a causa della carenza di strumenti efficaci di controllo. Attualmente la verifica dell’età al momento dell’iscrizione è spesso limitata a una semplice autodichiarazione da parte dell’utente, facilmente aggirabile anche da chi non ha ancora raggiunto l’età minima richiesta. È indispensabile colmare questo vuoto normativo per garantire una reale protezione dei minori sul web e sui social network. L’obiettivo della proposta di legge è duplice: da un lato, promuovere un uso consapevole e sicuro delle tecnologie digitali da parte dei minori; dall’altro, responsabilizzare le piattaforme e i fornitori di servizi online affinché implementino sistemi di verifica dell’età solidi e non eludibili”.
Carmine Caputo
In allegato, nella cartella stampa:
- I contenuti del podcast: un mondo dominato dagli schermi e la proposta di legge italiana
- Le fotografie dell'incontro