Suviana. Un anno dopo la tragedia alla centrale Enel Green Power che costò la vita a sette lavoratori, il cordoglio del presidente de Pascale: “Un dolore che non passa e resta vivo nella comunità emiliano-romagnola. Necessario fare chiarezza su quanto accaduto, il nostro impegno è massimo per investire sempre di più sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”
Bologna – “E’ passato un anno, ma il nostro dolore non passa. La tragedia di Suviana resta viva nel ricordo di tutta la comunità dell’Emilia-Romagna, che si stringe attorno alle famiglie delle vittime. A nome della Regione Emilia-Romagna, ribadisco la necessità di fare chiarezza sull’accaduto e il nostro impegno a investire e fare di più per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, una priorità che abbiamo inserito anche nel confronto in corso sul nuovo Patto regionale per il Lavoro”.
Il presidente della Regione, Michele de Pascale, ricorda l’esplosione che il 9 aprile 2024 causò la morte di 7 tecnici che lavoravano alla centrale Enel Green Power di Bargi, al bacino di Suviana in pieno appennino bolognese. L’incidente avvenne durante un collaudo di una turbina decine di metri sotto il livello del lago. Le operazioni di svuotamento dall’acqua dei piani più bassi sono ancora in corso ed è fondamentale per il territorio che l'impianto riapra il prima possibile.
“Da subito abbiamo collaborato con i soccorsi mettendo a disposizione la nostra macchina di Protezione Civile e un team di psicologi dell’Asl di Bologna, perché ci si rese conto immediatamente delle dimensioni di questa tragedia- ricorda de Pascale-. Così come in questi mesi i nostri tecnici hanno affiancato le operazioni di svuotamento e controllo delle acque, a garanzia anche di chi abita nei dintorni. Oggi, a un anno di distanza- prosegue il presidente della Regione-, resta prioritario accertare le cause dell’esplosione affinché episodi del genere non si ripetano più. La Regione sta lavorando insieme ai sindacati e alle associazioni di impresa per mettere a punto protocolli di sicurezza sempre più efficaci, investendo sulla formazione dei lavoratori e sulla loro tutela. E’ un atto doveroso per contrastare una piaga, quella degli incidenti sul lavoro, che in Italia ha dimensioni assolutamente non degne di un paese civile”.
Fin dalle ore immediatamente successive all’esplosione, l’Agenzia regionale di Protezione civile aveva messo a disposizione sul posto personale, compresa una quarantina di volontari, e strutture per le ricerche, tra cui tre torri faro, così come il personale di Arpae per le attività di supporto alla sicurezza dei vigili del fuoco e di quanti stavano operando in emergenza, nonché per tutte le attività di matrice ambientale nell’aria e nel corpo lacustre.
Red