Welfare. Fondo regionale per le politiche sociali, ammontano a 57,2 milioni di euro le risorse nel 2025, +5% rispetto all’anno scorso. Al centro minori, famiglie e chi vive in condizioni di forte fragilità. L’assessora Conti: “Investimento forte sui soggetti più colpiti dal disagio sociale contemporaneo”
Bologna - L’Emilia-Romagna rafforza il proprio impegno per sostenere i più fragili, stanziando 57,2 milioni per il Fondo Sociale Regionale del 2025, con una crescita del 5% rispetto al 2024. Particolare attenzione è rivolta a minori e famiglie: a loro è infatti destinata più della metà delle risorse, pari a 29,3 milioni. Oltre 23,2 milioni di euro invece sono destinate al contrasto alla povertà.
La Giunta ha approvato il Programma annuale 2025, con la ripartizione delle risorse: il documento rappresenta un atto di pianificazione strategico per il welfare regionale, volto a rafforzare il sistema integrato dei servizi sociali e a promuovere l’inclusione, la coesione e il benessere delle comunità locali tramite i piani di zona distrettuali. I Comuni e gli enti capofila di distretto sono adesso chiamati a presentare i propri piani attuativi entro il 15 settembre 2025, e la Regione garantirà il monitoraggio e la rendicontazione attraverso piattaforme digitali, assicurando trasparenza, tracciabilità e coerenza nell’utilizzo delle risorse.
“Con questo programma- dichiara Isabella Conti, assessora a Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola- confermiamo il nostro impegno per un welfare pubblico, integrato e territoriale, che risponda ai bisogni delle persone più fragili. Investiamo molto su famiglie e minori, tra i soggetti più colpiti dal disagio sociale contemporaneo. Lo facciamo valorizzando il ruolo di scuole, enti locali e Terzo settore per rafforzare i servizi. Ma non dimentichiamo chi è in condizione di forte fragilità economica, gli anziani e le persone con disabilità”.
“L’Emilia-Romagna- aggiunge Conti- nei servizi sociali è un modello virtuoso a livello nazionale e anche quest’anno riusciamo a mettere a disposizione più risorse: lavoriamo per costruire un futuro più equo e inclusivo salvaguardando prima di tutto le fasce più vulnerabili della popolazione”.
In termini di infrastrutturazione dei servizi sociali, infatti, la nostra regione nel 2023 ha superato gli standard previsti dai Leps, garantendo un assistente sociale ogni 3.362 abitanti e migliorando sensibilmente gli obiettivi di riferimento (1 ogni 4mila).
Infanzia, adolescenza e famiglia tra i principali destinatari
Le misure affrontano fenomeni emergenti come la povertà educativa e relazionale, il disagio adolescenziale, il ritiro sociale di adolescenti, con l'obiettivo di contrastare le difficoltà legate all'educazione, agli affetti e alle relazioni. La scuola rimane un punto di riferimento per la comunità, un luogo inclusivo dove si creano relazioni: per questo è importante contrastare l’abbandono, incoraggiare i giovani ad essere protagonisti attivi, facendo un uso consapevole e critico del mondo digitale.
Molta attenzione è rivolta al sostegno della genitorialità: la sfida è quella di evitare, quando possibile, che i minori siano allontanati dalle loro famiglie. Questo significa rafforzare i metodi per valutare e gestire situazioni di rischio per i più giovani, migliorare e rendere più completa la raccolta di informazioni. Fondamentale risulta un approccio che tuteli i minori in maniera integrata: sia dal punto di vista socio-sanitario, sia attraverso una collaborazione multidisciplinare tra diverse istituzioni e la relazione con il sistema di accoglienza familiare. Senza trascurare Il reinserimento sociale degli ex detenuti e l’attuazione di Livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps). Il provvedimento si inserisce nel solco tracciato dal Piano sociale e sanitario regionale tuttora in vigore, e si coordina con il Piano nazionale degli Interventi e dei Servizi sociali approvato con decreto interministeriale lo scorso aprile.
Interventi mirati
Il Programma prevede poi ulteriori interventi mirati su più fronti: sostegno alla mobilità di persone in condizione di fragilità sociale (famiglie numerose, disabili, anziani, senza dimora), sviluppo dei centri per le famiglie, supervisione del personale dei servizi sociali, prestazioni volte a garantire le dimissioni protette e in generale il supporto agli anziani non autosufficienti.
La Regione continuerà a promuovere la gestione associata dei servizi sociali a livello distrettuale, incoraggiando la coincidenza tra ambiti sociali, sanitari e del lavoro e rafforzando la collaborazione tra enti locali. Il programma prevede infine iniziative formative e di promozione sociale destinate a sostenere attività di ricerca, campagne di sensibilizzazione e sperimentazioni.
Le risorse disponibili
Dei 57,2 milioni di euro del Fondo previsti nel bilancio regionale, 22,1 milioni sono fondi regionali e 35,1 milioni provengono da finanziamenti nazionali. I fondi statali, nel dettaglio, derivano dal Fondo nazionale politiche sociali (29,3 milioni), dal Ministero dell’economia (3,8 milioni) e dal Fondo famiglia (2 milioni).
Il fondo sociale regionale rappresenta il più corposo strumento per la gestione dei servizi sociali in diretta collaborazione con i Comuni e le Unioni, ma non esaurisce gli interventi di natura sociale sul territorio regionale. Alcuni progetti locali infatti possono contare sulle risorse del Pnrr e del Fse esplicitamente rivolte all’inclusione e alla lotta alla povertà. Alla luce di ciò, il piano adotta una visione integrata, nella quale le risorse provenienti da diversi fondi statali, regionali ed europei sono armonizzate per ottimizzare gli interventi. Si privilegiano poi strumenti di monitoraggio comuni per rendicontare efficacemente i risultati.
Carmine Caputo