2 agosto. Al via il processo sui mandanti della strage alla stazione di Bologna. La Regione Emilia-Romagna, parte civile, rappresentata in Aula dalla vicepresidente Elly Schlein: “Al fianco dei famigliari delle vittime per la verità”
Bologna - Torna in Aula domani, 16 aprile, un altro pezzo di storia. Davanti alla Corte d’Assise di Bologna inizia infatti il nuovo processo sui presunti mandanti della bomba del 2 agosto 1980 alla stazione.
Presente al dibattimento, la vicepresidente Elly Schlein, in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna che, assieme al Comune di Bologna, all’Avvocatura Generale dello Stato e a oltre 100 famigliari delle vittime, si è costituita parte civile nel procedimento.
“La Regione è al fianco dei famigliari delle vittime, in questa ulteriore tappa del doloroso e doveroso cammino per la ricerca della verità sulla strage di Bologna- afferma Schlein-. Questo nuovo procedimento servirà a far luce su un sistema di relazioni che ha ideato, finanziato, e poi coperto, uno degli attentati più devastanti del nostro Paese. È un grande risultato per i famigliari che ancora piangono i loro cari, per l’intera comunità regionale e per tutta la società civile italiana. Il capitolo che si apre oggi, frutto della tenacia dell’Associazione familiari delle vittime e del lavoro svolto dalla Procura generale, riaccende la speranza di fare completa chiarezza su chi ha voluto e ordinato la strage”.
A questa nuova fase del lunghissimo percorso giudiziario per la più grave e sanguinosa strage mai avvenuta nella storia della Repubblica, 85 morti e 200 feriti, si è giunti dopo la richiesta, nel maggio 2020, da parte della Procura generale di Bologna di rinvio a giudizio, poi accolta il 15 febbraio scorso, di tre imputati, tutti legati all’estrema destra e ai servizi segreti: l'ex Avanguardia Nazionale Paolo Bellini, accusato di concorso in strage e di essere il quinto esecutore dell'attentato, l'ex carabiniere Piergiorgio Segatel, per depistaggio, e Domenico Catracchia, per false informazioni al Pubblico ministero al fine di sviare le indagini.
Il dibattimento penale si prefigge di appurare le responsabilità dei finanziatori e degli ispiratori politici della strage alla stazione e dei depistaggi che hanno causato gravi ritardi nell'accertamento della verità. I testimoni indicati dalla pubblica accusa sono 184 e quelli indicati dalle parti civili 214. /Ti.Ga.