Agricoltura. L’assessore Mammi sulle misure agricole del decreto Sostegni-bis: “Bene l’impianto complessivo, grazie al Ministro Patuanelli le risorse per il comparto bieticolo-saccarifero. Ancora insufficienti invece i fondi per i danni delle gelate primaverili”
Bologna – “I due miliardi di euro previsti dal decreto Sostegni-bis sono nel complesso un buon viatico per il rilancio del settore agricolo, anch’esso duramente colpito dall’impatto economico della pandemia. In particolare, tra le misure proposte dal Ministro Patuanelli abbiamo apprezzato l’importante intervento da 25 milioni in favore del comparto bieticolo, che ha bisogno di un aiuto a supporto degli investimenti delle imprese, e lo ringraziamo davvero per aver sostenuto questo settore strategico nazionale per la produzione di zucchero. Insufficiente invece lo stanziamento di appena 105 milioni di euro a integrazione del Fondo nazionale per le calamità per gli indennizzi dei danni causati in tutta Italia dalle gelate primaverili. Nella nostra regione le principali filiere ortofrutticole hanno subito perdite che vanno oltre il 50% della produzione, c’è bisogno di uno sforzo maggiore per sostenere produzioni e imprese e mantenere quel primato d’eccellenza che è la produzione ortofrutticola dell’Emilia-Romagna. Sarebbe inoltre auspicabile un provvedimento nazionale che riducesse fortemente il costo del lavoro, in modo pluriennale, nelle aree frutticole devastate da emergenze climatiche o fitopatie per più anni consecutivi.”
È la valutazione dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, sull’insieme delle misure a sostegno del settore agricolo contenute nel provvedimento varato la settimana scorsa dal Governo per aiutare imprese e lavoratori ad affrontare le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria e favorire la ripresa dell’economia e dell’occupazione.
Tre anni consecutivi di gelate hanno colpito duramente la frutticoltura dell’Emilia-Romagna, in difficoltà già da tempo anche per i danni causati negli ultimi anni dalla cimice asiatica e da altre malattie delle piante.
Il sistema ortofrutticolo, secondo l’assessore, deve pertanto essere aiutato attraverso investimenti, ricerca e sostegno alla promozione. Per questo la Regione ha chiesto al Governo la deroga al decreto legislativo 102 anche per il 2021, così come già fatto l’anno scorso, e di mettere a disposizione delle imprese agricole i 70 milioni di euro stanziati l’anno scorso dalla legge di stabilità per i danni da calamità. Bisogna inoltre prevedere la sospensione pluriennale dei mutui per quelle aziende che sono state danneggiate, così come previsto dal 102. Nel frattempo, è in corso il confronto sulla proposta di riparto fatta dal ministero delle Politiche agricole per rendere subito disponibili i 20 milioni di euro ottenuti per il 2020.
Sul fronte gelate di fine marzo-inizio aprile la Regione si è mossa subito per raccogliere le segnalazioni dei danni in campagna attraverso la propria piattaforma on line, in collaborazione con le associazioni degli agricoltori. Da poco si è inoltre chiuso il bando del Psr con una dote di 4,2 milioni di euro per sostenere con contributi fino al 70% l’acquisto di materiali ed attrezzature per la prevenzione dei danni dalle gelate fuori stagione. I fondi residui, integrati da ulteriori 4 milioni di euro, saranno destinati ad altri bandi per l’installazione di impianti antibrina, che saranno pubblicati entro il prossimo autunno.
“Come Regione- prosegue Mammi- da tempo abbiamo chiesto al ministero la convocazione del tavolo nazionale dell’ortofrutta per mettere in campo subito un progetto di rilancio. Il nostro piano, articolato in sei assi strategici, prevede una serie interventi anche per incentivare le aziende ad assicurarsi e, in prospettiva, lavorare a una riforma organica del decreto legislativo 102 e dei meccanismi di finanziamento delle polizze assicurative”.
“Vista la crescita dei rischi derivanti in primo luogo dai cambiamenti climatici- conclude Mammi- è assolutamente necessario rivedere completamente il decreto 102 ed il sistema di gestione dei rischi e delle assicurazioni, non più adatto a rispondere con efficacia e tempestività ai disastrosi effetti dei cambiamenti climatici. Occorrono fondi assicurativi e mutualistici adeguatamente sostenuti da risorse pubbliche”. /G.Ma