Agroalimentare. La soddisfazione dell’assessore Mammi per l’accordo Ue-Usa sulla sospensione dei dazi aggiuntivi su Parmigiano Reggiano e altri prodotti made in Emilia-Romagna: “Una boccata d’ossigeno per l’export regionale”
Bologna – “La sospensione dei dazi aggiuntivi sui prodotti agroalimentari europei da parte della nuova amministrazione Biden, nell’ambito di un più ampio accordo con l’Unione europea, è davvero una boccata d’ossigeno per l’export agroalimentare dell’Emilia-Romagna verso gli Usa, in particolare per i prodotti lattiero-caseari come il Parmigiano Reggiano, ma non solo”.
L’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, accoglie con soddisfazione la notizia della fine della guerra commerciale tra le due sponde dell’Atlantico innescata dal contenzioso Airbus-Boeing.
“Dopo un anno di contrazione del mercato horeca a causa della pandemia- sottolinea l’assessore- è molto importante che per le aziende emiliano-romagnole si aprano prospettive positive verso un Paese che rimane uno dei principali mercati per la nostra regione. Il nostro Parmigiano Reggiano Dop, in particolare, è stato molto penalizzato dai dazi introdotti nel 2019 dalla precedente amministrazione Trump, con cali significativi delle esportazioni che hanno toccato anche altri settori”.
“La pandemia mondiale- conclude Mammi- ha rimesso al centro il valore del cibo di qualità, controllato e sicuro, come quello che proviene dai nostri territori. Resto convinto che questo è il tempo nel quale serve uno sforzo corale da parte di tutti i Paesi per creare un mercato globale delle opportunità, mettere da parte guerre commerciali tra Paesi che non giovano a nessuno. Ringrazio la Commissione europea per l’impegno profuso nell’ ottenere questo importante risultato di mediazione politica con gli Stati Uniti”.
Il grande Paese nordamericano è il primo mercato all’export per il “re dei formaggi”, con una quota del 20% sul totale delle esportazioni, pari a circa 12 mila tonnellate di prodotto all’anno. Sul Parmigiano Reggiano dall'ottobre 2019 pesavano tariffe aggiuntive pari al 25% - da 2,15 a 6 dollari al chilo in più - con un aumento del prezzo a scaffale per i consumatori americani dai 40 ai 45 dollari al chilo./G.Ma