Coronavirus. Stop ai contagi domestici, dalla Regione un’ulteriore stretta sulle misure da adottare. Tempestività della diagnosi, isolamento sicuro anche in strutture alternative e veloce conferma diagnostica della guarigione: il piano per contrastare la diffusione del virus tra le mura di casa. L’assessore Donini: “Importante intervenire con ancora maggiore incisività su uno dei fronti più critici, anche in vista della ripartenza”
Bologna - Stop ai contagi tra le mura domestiche, che continuano a rimanere il luogo dove maggiormente si sviluppano i nuovi casi di infezione da Coronavirus.
La Regione Emilia-Romagna interviene nuovamente sulle disposizioni e le procedure da seguire per limitare il più possibile le occasioni di contagio negli appartamenti, e di conseguenza anche nei condomini.
E lo fa ribadendo e rafforzando le Linee guida già indicate, attraverso un nuovo documento - che avrà un passaggio anche in Giunta regionale - che l’assessorato alle Politiche per la salute ha condiviso con Aziende sanitarie e parti sociali.
Tempestività della diagnosi, isolamento stretto in strutture di accoglienza alternative al domicilio se esso non può garantire le condizioni di isolamento sicuro, e tempestiva conferma diagnostica della guarigione.
Questi i punti cardine da seguire, che prevedono anche interventi specifici, tra cui la verifica in loco dell’adeguatezza dell’appartamento in cui le persone devono effettuare la quarantena; la proposta di strutture alternative e adeguate in cui svolgere il periodo di isolamento fino alla completa guarigione con doppio tampone negativo; il continuo monitoraggio delle persone in quarantena, ovunque siano collocate; la collocazione negli alberghi anche per i pazienti dimessi dall’ospedale che, clinicamente guariti, non possono rientrare al domicilio per svolgere la quarantena in attesa dei due tamponi previsti per la definitiva guarigione; e ancora, la necessità di effettuare tempestivamente i tamponi, sia per verificare la positività, sia la guarigione, a maggior ragione nel momento in cui si apprestano a ripartire le attività.
Regole chiare messe nero su bianco, che vanno così a rafforzare il percorso definito dalla Regione dall’inizio dell’epidemia: segnalazione dei casi sospetti, isolamento precauzionale degli stessi, individuazione dei contatti stretti, conferma diagnostica, trattamento domiciliare per le persone asintomatiche o con sintomatologia lieve, monitoraggio delle condizioni di salute dei pazienti e dei contatti stretti. Fino alla guarigione clinica e alla dichiarazione di guarigione con conferma diagnostica dopo il doppio tampone negativo.
“Un percorso attivato da tutte le Aziende sanitarie- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - che ha coinvolto i medici curanti, i Dipartimenti di sanità pubblica e di cure primarie, le Unità speciali di continuità assistenziale, gli specialisti. In questo modo siamo riusciti a ridurre i nuovi contagi e ad aumentare il numero di persone che guariscono ricevendo cure e assistenza nel proprio domicilio. Ma adesso, che ci si appresta ad entrare nella fase di ripartenza, a maggior ragione c’è bisogno - spiega l’assessore - di fare un ulteriore passo avanti, intervenendo sui contagi domestici, uno dei fronti caldi dell’emergenza. Lo facciamo dando un’ulteriore stretta su esecuzioni tempestive dei tamponi, anche per confermare la diagnosi di guarigione e quarantena sicura in strutture di accoglienza adeguate”.
Le principali novità
Tempestività della diagnosi
Tre, dunque, le fasi su cui la Regione compie un’ulteriore stretta per evitare la comparsa di focolai di infezione intra-domestici e nella cerchia delle persone che condividono con il caso sospetto l’ambiente di vita, dai conviventi ai condòmini. Innanzitutto, tempestività della diagnosi, per identificare in modo precoce i casi e metterli in stretto isolamento: tra la segnalazione dei sintomi e l’esecuzione del tampone naso-faringeo al caso sospetto e ai contatti stretti sintomatici deve intercorrere il minor tempo possibile, per avviare, in caso di positività, il protocollo terapeutico e di monitoraggio definito a livello regionale.
A questo scopo sono le stesse Aziende a decidere, assieme ai Dipartimenti di sanità pubblica, i soggetti che effettuano materialmente il tampone - medici, infermieri, assistenti sanitari - e chi provvede al monitoraggio delle condizioni di salute, anche nell’ambito di team operativi specifici (come le Usca, le Centrali di coordinamento, i Punti unici distrettuali), mettendo a punto le strategie ritenute più efficaci e sostenibili per il territorio di riferimento.
Isolamento in sicurezza
Sia per i casi sospetti o confermati di positività in quarantena al domicilio sia per le persone conviventi, è necessario che l’isolamento sia applicato in modo corretto, per tutelare familiari e conviventi, verificando fin dal momento della prima valutazione del caso se esistano le condizioni perché sia rispettato.
Nel documento messo a punto dalla Regione si suggerisce di valutare direttamente al domicilio tali condizioni sulla base di check-list predisposte di concerto con i Dipartimenti di sanità pubblica, anche per accompagnare il provvedimento di quarantena con una completa informazione e responsabilizzazione delle persone interessate. A questo fine, è utile accompagnare alla proposta di collocazione in struttura alberghiera un modulo di “consenso informato” da far sottoscrivere anche in caso di diniego.
Nei casi in cui, fin dall’inizio o durante le fasi di monitoraggio delle condizioni di salute e del rispetto dell’isolamento stretto, si constatasse l’inefficacia delle misure previste, alla persona positiva e autosufficiente deve essereproposto lo svolgimento o il proseguimento della quarantena presso una struttura idonea diversa dal domicilio (alberghi, alberghi termali, strutture di accoglienza).
Strutture che dovranno garantire ospitalità fino alla guarigione con la doppia negativizzazione del tampone, rispettando tutte le disposizioni quarantenali.
Non solo. La collocazione nelle strutture alternative alla quarantena domiciliare può essere proposta anche per le persone dimesse dall’ospedale che, clinicamente guarite, non possono rientrare al domicilio in attesa di effettuazione dei due tamponi previsti o in attesa di negativizzazione.
E proprio per dare risposta a questa esigenza, la Protezione civile sta predisponendo una convenzione con Federalberghi.
Rimane fermo il fatto che le persone che non possono trascorrere la quarantena al proprio domicilio non devono essere ospedalizzate e devono essere monitorate ovunque siano collocate.
Conferma diagnostica della guarigione
Infine, viene richiamata la massima attenzione sulla tempestività dell’esecuzione dei due tamponi diagnostici che, se negativi, consentono di dichiarare la persona guarita ponendo fine alla quarantena e quindi anche all’allontanamento dal domicilio, laddove intervenuto. La dichiarazione di guarigione diventa a maggior ragione indispensabile in questa fase dell’epidemia in cui ci si appresta a far ripartire le attività. Una tempestività che può essere assicurata da un lato grazie alle nuove potenzialità dei Laboratori regionali coinvolti, dall’altro con l’utilizzo dei team operativi specifici, come le Usca, che possono costituire una risorsa anche da questo punto di vista. /EC