Difesa del suolo. Frana di Colombello (Pc), investiti dalla Regione 230mila euro per il consolidamento e la messa in sicurezza del centro abitato. L’assessore Priolo: “Interventi necessari per tutelare chi vive e lavora in queste zone dell’Appennino”
Bologna - Un passo avanti per la messa in sicurezza di Colombello, il piccolo centro al confine tra i comuni di Bettola e Morfasso, nel piacentino.
Con la realizzazione di un muro di contenimento su pali, necessario alla ricostruzione del versante sui cui si trova l’abitato, si è appena concluso il primo lotto di interventi mirati al consolidamento della località dell’Appennino emiliano, minacciata da un movimento franoso.
Il cantiere, finanziato dalla Regione con 230mila euro e realizzato dal servizio di Piacenza dell’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, fa parte degli interventi urgenti per ripristinare i danni causati dal forte maltempo che ha colpito l’Emilia-Romagna nel maggio del 2019.
“L’impegno della Regione per la sicurezza del territorio non si è mai fermata- spiega l’assessore regionale alla Difesa del suolo e Protezione civile, Irene Priolo-, neppure in questi mesi caratterizzati da molte restrizioni legate all’emergenza sanitaria. Gli interventi realizzati sono prioritari e necessari a tutela di chi vive e lavora in queste zone dell’Appennino ed è quindi fondamentale proseguire con questi cantieri a difesa di aree fragili del territorio”.
Già progettata e appaltata anche la seconda tranche di lavori per completare il consolidamento, la sistemazione morfologica del versante e la regimazione delle acque superficiali.
Le opere realizzate
La struttura muraria è fondata su pali trivellati e profondi, collegati in sommità da una trave di collegamento con tiranti, che consente di ottenere l’appoggio sul terreno.
Nella parte posteriore della trave si è realizzato il sistema di raccolta e allontanamento delle acque che scorrono fra il terreno e il materiale di riempimento utilizzato per ricostruire il versante.
In questo modo si controllano i processi di dilavamento, riducendo le pendenze e favorendo la formazione di un terreno erboso e la copertura della roccia per impedire l’erosione provocata dall’acqua.
La frana di Colombello trova origine in terreni con argilla, conformazione largamente diffusa nel medio Appennino emiliano, soggetta a processi di erosione e di trasporto che determinano la formazione di calanchi. /red
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