Lavoro. Protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna e Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali: formare le competenze per la ricostruzione e programmare domanda e offerta nei settori e nelle filiere ad alta specializzazione come Big data, supercalcolo, transizione ecologica. Bonaccini: “Nella Data Valley emiliano-romagnola la sperimentazione di modalità e strumenti innovativi che siano utili a tutto il Paese”
Bologna – Creare nuova e buona occupazione. In particolare, i profili professionali necessari alla ricostruzione, capaci di leggere il mondo di domani e, quindi, di affrontare da subito le sfide che abbiamo davanti. Per arrivare a realizzare un futuro diverso, centrato su sviluppo sostenibile, innovazione, reti sociali allargate. Farlo per il Paese, partendo dall’Emilia-Romagna, dove si è investito sulla Data Valley e un ecosistema della conoscenza fra i principali in Europa.
E’ l’obiettivo del Ministero del Lavoro e della Politiche sociali e della Regione Emilia-Romagna, oggetto del protocollo d’intesa firmato oggi a Bologna, nella sede della Regione, dal ministro Andrea Orlando e dal presidente Stefano Bonaccini.
L’intesa avvia una stretta collaborazione per aumentare e migliorare le capacità di intervento sul mercato del lavoro per i settori produttivi ad elevata specializzazione nel contesto regionale, con la prospettiva di farne pratiche efficaci da estendere al territorio nazionale. Fra Ministero e Regione si punta quindi a definire e condividere modalità e strumenti innovativi per formare nuove competenze e accompagnare le persone verso un’occupazione stabile, soprattutto i giovani e le donne, in particolare nei settori dei Big Data, del supercalcolo - High Performance Computing - e della transizione ecologica.
“Il lavoro viene al primo posto nell’agenda della ripresa: ogni singolo posto di lavoro perso, che vogliamo recuperare fino all’ultimo, e i nuovi posti da creare- afferma il presidente Bonaccini-. La ricostruzione richiederà profili nuovi per la transizione digitale e per quella ecologica, per potenziare la sanità pubblica e il sistema di welfare, investendo su servizi territoriali e telemedicina, per mettere il sistema produttivo regionale e quello nazionale nelle condizioni di competere con le aree più avanzate a livello internazionale. In Emilia-Romagna abbiamo filiere ad alto valore aggiunto, una Data Valley hub europeo dei big data e della scienza al servizio dell’uomo: abbiamo quindi bisogno qui di questi profili, e stiamo investendo nella formazione, ma è un investimento che deve fare l’Italia. Condividiamo con il Governo tale necessità e ringrazio il ministro Orlando per aver deciso di partire su questo dall’Emilia-Romagna, in uno sforzo condiviso che sia appunto per il Paese”.
L’ecosistema dell’innovazione dell’Emilia-Romagna comprende 10 Tecnopoli della ricerca, con 20 sedi territoriali, 84 laboratori della Rete Alta Tecnologia, incubatori e fab-lab. Oltre al Tecnopolo di Bologna, pochi giorni fa visitato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, dove troveranno sede le principali istituzioni scientifiche nazionali e internazionali, soggetti impegnati nel campo della ricerca, dell’innovazione tecnologica e di filiera. Ma soprattutto, al Tecnopolo verranno installati supercomputer che porteranno ad avere qui il 20% della capacità di supercalcolo europea e l’80% di quella italiana. A cominciare dal Data Centre del Centro Europeo per le Previsioni Metereologiche a Medio Termine, il cui trasloco da Reading, in Gran Bretagna, è prossimo, e Leonardo, la macchina europea High Performance Computing nell’ambito della EuroHPC-Joint Undertaking Europea.
"La transizione necessaria verso il cambiamento che l’Europa ha deciso, può avvenire solo puntando sulle competenze e sui saperi, a partire dalle nuove generazioni- sottolinea l’assessore Vincenzo Colla-. Sappiamo che le nuove tecnologie e l’alta specializzazione, in particolare nei settori di big data, intelligenza artificiale e machine learning, porteranno in un tempo più breve di quanto immaginiamo alla nascita di lavori che oggi non esistono ancora, in grado di rispondere alle nuove esigenze delle filiere produttive e del sistema economico, sociosanitario e istituzionale. Questo protocollo rappresenta dunque un tassello importante di quel New Deal dei saperi che abbiamo indicato come obiettivo strategico nel Patto per il Lavoro e per il Clima, con cui miriamo non solo a ridurre la forbice tra domanda e offerta, ma a recuperare i neet, a valorizzare un apprendistato di qualità, a incrementare Its e lauree professionalizzanti oltre alla Formazione continua, a investire sulle politiche attive per tornare alla piena occupazione ed evitare la dispersione scolastica. Solo governando la transizione digitale e green possiamo creare lavoro di qualità, avvicinando alla cultura tecnica e scientifica in particolare i giovani e le donne."
Il Protocollo di intesa ha lo scopo di sperimentare la creazione di sistemi di conoscenza per anticipare la domanda e la programmazione dell’offerta di competenze, ideando nuovi strumenti con particolare attenzione ai fabbisogni espressi dai settori produttivi ad elevata specializzazione. L’accordo coinvolge direttamente Anpal, l’Agenzia nazionale politiche attive per il lavoro, e l’Agenzia regionale per il lavoro, oltre che gli attori della Rete attiva regionale per il lavoro e i soggetti dell’ecosistema regionale dell’innovazione dell’Emilia-Romagna.
La Regione ha infatti tra i suoi compiti il coordinamento delle politiche attive del lavoro sul territorio regionale, attraverso l’Agenzia regionale per il lavoro e la Rete attiva per il lavoro, costituita da Centri pubblici per l’impiego e da società private accreditate per i servizi per il lavoro.
L’accordo siglato oggi con il Ministero si inserisce nel percorso tracciato dal Patto per il Lavoro e il Clima, sottoscritto dalla Regione a dicembre 2020 con enti locali, organizzazioni sindacali e datoriali, atenei, associazioni ambientaliste, enti del Terzo settore, professioni, Camere di Commercio e Associazione Bancaria Italiana, con l’obiettivo di condividere il progetto di rilancio e sviluppo dell’Emilia-Romagna fondato sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale, per generare lavoro di qualità, contrastare le diseguaglianze, aumentare il livello delle competenze investendo in educazione, istruzione, formazione, ricerca e cultura.
Dopo la firma del Protocollo d’intesa, nel pomeriggio, insieme al presidente Bonaccini, il ministro Orlando partecipa alla riunione del Patto per il Lavoro e per il Clima nella Sala ‘20 Maggio’ della Terza Torre, in Regione, presenti la vicepresidente della Giunta regionale, Elly Schlein, l’assessore regionale alle Attività produttive, formazione e lavoro, Vincenzo Colla, i componenti il Patto, alcuni in presenza alcuni collegati da remoto.
In mattinata, il ministro Orlando e il presidente Bonaccini hanno visitato gli stabilimenti della Marchesini Group, a Pianoro (Bo), e quello all’ex BredaMenariniBus, a Bologna, di Industria Italiana Autobus. /BM
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