Sanità. Cure al domicilio per i pazienti Covid-19: in Emilia-Romagna sono attive 81 Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), con oltre 400 medici coinvolti. L’assessore Donini: “Intercettare il virus, supportare i medici di famiglia nella cura e alleggerire la pressione sugli ospedali: ecco come seguiamo l’epidemia sul territorio”
Bologna - Vere e proprie “squadre” formate da medici di famiglia, specialisti, infermieri, con un compito ben preciso: individuare e assistere, al proprio domicilio, le persone affette da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero.
È l’attività principale svolta dalle 81 Unità speciali di continuità assistenziale, le cosiddette Usca, istituite presso le Aziende Usl e attive in Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, con il coinvolgimento di oltre 400 medici, di cui 29 in più nell’arco di una sola settimana. Più di 20mila prestazioni erogate: non solo tamponi ma anche, ad esempio, elettrocardiogrammi, ecografie polmonari, somministrazione di terapie, visite alle residenze anziani. Tutti dati, questi, contenuti nel Report - aggiornato al 4 maggio - dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute.
“Dietro queste cifre c’è tutto l’impegno che abbiamo messo in campo come Regione per inseguire il virus direttamente sul territorio, da Piacenza a Rimini, andando anche a cercarlo casa per casa- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. In questo modo intercettiamo la malattia, supportiamo i medici di famiglia nella cura a domicilio dei propri assistiti ammalati di Coronavirus e alleggeriamo la pressione sulla rete ospedaliera. Siamo nella fase di ripartenza- aggiunge l’assessore-: a maggior ragione c’è bisogno di interventi mirati e tempestivi sul territorio”.
Le 81 Usca attive in Emilia-Romagna
6 quelle attive a Piacenza, 7 a Parma (3 Parma, 2 Fidenza, 1 Sud-Est, 1 Valli Taro), 29 a Reggio Emilia (1 Castelnuovo, 1 Montecchio, 1 Scandiano, 1 Reggio Emilia, 1 Correggio, 1 Guastalla; il numero totale comprende anche le 15 Unità e 6 équipe dedicate alle Cra, le Case residenze anziani), 12 a Modena (2 Carpi, 2 Mirandola, 2 Modena, 2 Sassuolo, 2 Vignola, 1 Pavullo, 1 Castelfranco Emilia), 5 a Bologna (Bologna Est, Bologna Ovest, Montagna, Pianura Est, Pianura Ovest), dove le Usca sono in numero inferiore perché possono avvalersi del lavoro svolto dagli ambulatori Covid al Sant’Orsola; 3 a Imola, 5 a Ferrara (2 Centro-nord, 1 Ovest, 2 Sud-est), 4 a Ravenna, 2 a Forlì, 2 a Cesena e 6 a Rimini.
Medici coinvolti e altro personale
Nell’arco di due settimane, sono aumentati di 39 unità: dal 20 aprile (erano 402) hanno raggiunto quota 441. Sono i medici complessivamente coinvolti nell’attività delle Usca, tra quelli di continuità assistenziale, di assistenza primaria, i medici che frequentano il corso di Formazione specifica in Medicina Generale, glispecialisti, gli specializzandi, i dipendenti: 19 a Piacenza, 34 a Parma, 92 a Reggio Emilia (il numero comprende anche i medici delle Usca e delle équipe dedicate alle Cra), 84 a Modena, 95 a Bologna, 11 a Imola, 26 a Ferrara, 80 in Romagna.
Per quanto riguarda le altre figure, sono 108 in tutto (tra infermieri, operatori socio-sanitari e altro personale): 1 a Piacenza, 4 a Parma, 13 a Reggio Emilia, 32 a Modena, 28 a Bologna, 17 a Imola, 9 a Ferrara, 4 in Romagna.
Le prestazioni erogate
Al momento della rilevazione (3 maggio), risultavano erogate complessivamente 20.752 prestazioni (erano 17.229 la settimana precedente);2.011 sono terapie (10% del totale), 4.518 visite nelle Case residenze anziani (22%), 6048 visite domiciliari (29%), 7.351 triage telefonici (35%), 824 tra elettrocardiogrammi, tamponi, terapie farmacologiche, eco polmonari (4%). Sul totale delle prestazioni, 2.653 sono state erogate a Reggio Emilia, dai 18 ambulatori Covid cure primarie.
A livello territoriale, le prestazioni sono così distribuite: 4.795 a Piacenza, 1.239 a Parma, 3.648 a Reggio Emilia, 1.486 a Modena, 2.187 a Bologna, 2.396 a Imola, 511 a Ferrara, 4.490 in Romagna. /CV
In allegato, il Report