Territorio. Il castagno custode della montagna e risorsa nella sfida al cambiamento climatico. A Zocca, nel modenese, apre Castanibus. Lori-Mammi: “Una coltura di valore per la nostra tradizione agricola da custodire e rilanciare”
Bologna – Le castagne alleate strategiche nella sfida al cambiamento climatico e custodi della biodiversità. Ruota attorno alla castanicoltura come risorsa per l’Appennino sia in termini economici che ambientali, la giornata modenese degli assessori regionali Barbara Lori (Montagna) e Alessio Mammi (Agricoltura), ospiti a Zocca di Castanibus, la manifestazione annuale inaugurata oggi che si occupa, appunto, del rilancio di questo frutto.
L’assessore Lori ha partecipato alla cerimonia inaugurale con il sindaco, Gianfranco Tanari e il presidente del Consorzio Agro-Silvo-Castanicolo dell’Appennino modenese, Guglielmo Garagnani e poi, raggiunta nel pomeriggio dall’assessore Mammi, ha visitato il Museo del Castagno e altri luoghi legati alla castanicoltura.
Insieme al territorio, la decisione dei due assessori di costituire un Tavolo di lavoro regionale nell’ambito castanicolo per trovare soluzioni tecniche e prospettive future per il comparto. Si tratta di un momento strategico di pianificazione anche a livello europeo, in vista della programmazione del nuovo Piano di sviluppo rurale.
“La castanicoltura ha un grande valore per la tradizione agricola, colturale e culturale della nostra Regione e in particolare dell’Appennino- spiega Barbara Lori-. Consapevole delle problematiche del settore e dell’importante ruolo di ‘custodi’ del territorio svolto dai castanicoltori, la Regione ha sostenuto convintamente e fattivamente lo sviluppo di tecniche innovative per essere di supporto al lavoro di mantenimento e difesa dei castagneti, ma anche al loro recupero, in chiave economica, ambientale e per lo sviluppo di percorsi specifici di formazione, convinti che anche le nuove tecnologie possano aiutare il mondo agricolo e l’Appennino ad essere competitivi nel XXI secolo”.
“Il mondo della castanicoltura ha avuto la capacità di mettere insieme un percorso di grande condivisione tra obiettivi e territori, un modo di operare strategico e collegiale che ha prodotto importanti effetti- aggiunge Alessio Mammi-. Anche Castanibus riveste una grande importanza, poiché si tratta di un evento in grado di mettere in rete tutte le realtà che ruotano attorno a questa coltura e alle esigenze di protezione e sviluppo del nostro Appennino. A questo proposito, ritengo rilevante sottolineare la scelta strategica del presidente Stefano Bonaccini di costituire un assessorato alla Montagna, per dare visibilità a un pezzo fondamentale del nostro territorio, che va valorizzato e deve ritrovare una sua centralità”.
I progetti realizzati: dal sequestro di carbonio alla tutela della biodiversità
Due i progetti regionali che hanno visto protagonista la castanicoltura ad opera dei Gruppi operativi per l’innovazione (Goi). Il primo, ‘Castani-co’, finanziato con 198mila euro, valorizza il castagneto da frutto come sistema seminaturale vocato al sequestro di carbonio e come fonte produttiva di cibo di qualità. L'impegno è quantificare quanto carbonio è sequestrato nel suolo e nella pianta a seconda dell’ambiente pedologico e della gestione del castagneto e produrre linee guida delle buone pratiche agronomiche e colturali. Un altro obiettivo è anche quello di “fare rete” e condividere strategie di qualità e sostenibilità del settore castanicolo.
Il secondo, ‘Biodiversamente castagno’ finanziato dalla Regione con 155mila euro, nasce in risposta all’esigenza di conoscere la biodiversità del castagno e del suo agro-ecosistema e valorizzare e promuovere il ruolo del castanicoltore come ‘custode’ della tutela della biodiversità e del territorio. È nel segno di questi obiettivi che è nato il sodalizio tra ricercatori, aziende agricole produttrici di castagne, consorzi e associazioni di castanicoltori che insieme, davanti ad un notaio hanno dato vita alla costituzione ufficiale del gruppo operativo.
Infine, l’assessore Mammi ha visitato anche il prosciuttificio Verucchia e il Caseificio Rosola, dove si produce il Parmigiano Reggiano con il latte della Bianca Modenese, una realtà che ha le proprie radici nella tipica cultura e tradizione agroalimentare dell'Emilia-Romagna. /BB
In allegato due momenti della visita