Welfare. Centri diurni per anziani e disabili, in Emilia-Romagna, dal 21 giugno torna la frequenza ordinaria pre-covid, da Piacenza a Rimini. Ecco le nuove indicazioni regionali per la completa riapertura dei servizi in sicurezza. Via libera anche alla ripresa delle attività territoriali destinate alle persone affette da demenza. La vicepresidente Schlein e l’assessore Donini: “Importante passo per ristabilire questi luoghi indispensabili per la socialità e la vita di relazione delle persone più fragili
Bologna- In Emilia-Romagna, da ieri, 21 giugno, riaperte per anziani e persone con disabilità i Centri diurni, Centri socio-riabilitativi diurni e i Centri socio occupazionali, e ripresa delle attività ordinarie di accoglienza, educazione e riabilitazione attive prima della pandemia.
La Giunta regionale ha infatti approvato le nuove indicazioni per garantire la completa apertura di questi servizi, dopo lachiusura del 10 marzo 2020 a seguito della prima ondata di COVID-19, e poi parzialmente riattivati a fine maggio dello stesso anno.
Si tratta di un provvedimento molto atteso dalle persone più fragili (disabili, anche gravi, e anziani), che possono finalmente riprendere a tempo pieno le attività educative, riabilitative, formative e di socializzazione, interrotte durante il lungo periodo di lockdown da emergenza sanitaria; ma anche dalle loro famiglie, che possono contare nuovamente, per alcune ore del giorno, su un sostegno esterno.
“Abbiamo compiuto un altro importante passo per ristabilire questi luoghi indispensabili per la socialità e la vita di relazione delle persone più fragili- dichiarano la vicepresidente Elly Schlein e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Lo abbiamo fatto tenendo in considerazione la situazione epidemiologica attuale in costante miglioramento e il positivo stato di avanzamento della campagna vaccinale, mantenendo però la prudenza e le raccomandazioni al rispetto delle regole di sicurezza. Ora, finalmente, su tutto il territorio regionale saranno riprese a pieno regime le attività rivolte alle persone non autosufficienti, Una buona notizia, anche per le famiglie e i caregiver, che potranno nuovamente sentirsi sollevati dopo un periodo così lungo e faticoso di assistenza dei propri cari”.
Tra le principali indicazioni da seguire viene riproposta quella di continuare a lavorare per gruppi di persone, garantendo il più possibile la continuità e stabilità degli utenti appartenenti ai singoli gruppi e degli operatori loro dedicati; oltre, naturalmente, l’applicazione puntuale delle norme igienico-sanitario di prevenzione del contagio da Covid.
Con l’apertura a tempo pieno, tornano dunque le modalità ordinarie di frequenza in vigore prima della chiusura, nel rispetto della capacità ricettiva formalmente autorizzata ad ogni singola struttura (atti di “autorizzazione al funzionamento” o “dichiarazione di avvio attività”).
Per aumentare la capacità di accoglienza del servizio potrà essere programmata l'apertura anche nei fine settimana e nel periodo estivo. In ogni struttura potranno essere introdotte e costantemente aggiornate soluzioni flessibili, tenendo in considerazione le dimensioni e l'articolazione degli spazi interni ed esterni, il numero complessivo degli utenti, il livello di autonomia degli ospiti e la loro capacità di rispettare i comportamenti per contenere il rischio di contagio (distanziamento, igiene delle mani, uso delle mascherine).
Le indicazioni di carattere generale sono valide anche per le attività territoriali estive, laboratoriali, associative, al fine di garantirne la ripresa su tutto il territorio regionale, nel rispetto delle modalità di contenimento dei contagi.
Anche i centri diurni contigui ad una struttura residenziale possono riprendere le attività, assicurando il più possibile accessi, spazi, attrezzature e personale separati. In caso di focolaio, deve essere garantita la completa separazione dal punto di vista strutturale ed organizzativo tra il centro diurno e la struttura residenziale adiacente o la chiusura temporanea del centro diurno quando non sia possibile il completo isolamento.
Sono valide anche nei centri diurni e nelle diverse tipologie di servizio le indicazioni per i nuovi ingressi nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali contenute nell’ordinanza dell’8 maggio 2021 del ministro della Salute, che recepisce e integra le disposizioni regionali sulle modalità di accesso/uscita di ospiti e visitatori alle strutture residenziali in Emilia-Romagna.
Le nuove disposizioni della Regione per ripresa delle attività, si applicano anche agli interventi psico-sociali domiciliari e di gruppo, pubblici e privati, destinati alle persone con demenza, loro familiari e caregiver: Meeting center, Centri di Incontro, Caffè Alzheimer, palestre della mente, Spazi incontro e incontri a domicilio.
Infine, per le persone con disabilità vanno assicurati nuovamente i progetti per la “Vita Indipendente” ed il “Dopo di Noi”.
I centri diurni per anziani e disabili attivi in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna sono complessivamente 495 le strutture di accoglienza esclusivamente diurna rivolte alle persone fragili. Di queste, 195 sono Centri diurni socio-riabilitativie 84 sono Centri socio-occupazionali, che ospitano oltre 5mila persone con disabilità gravi e gravissime. I restanti 216 sono Centri diurni per anziani che accolgono, da Piacenza a Rimini, circa altri 5.000 utenti. La Regione sostiene queste tipologie di servizi socio-sanitari attraverso il Fondo regionale per la non autosufficienza, che per il 2021, integrato da risorse nazionali, supera il mezzo miliardo di euro: 20,8 milioni in più rispetto al 2020. Nel dettaglio, la spesa sostenuta dalla Regione per i Centri diurni supera i 70 milioni di euro. /Ti.Ga.