Welfare e sanità. Strutture residenziali per anziani e disabili, entro la prima decade di novembre tamponi rapidi gratuiti in loco per mantenere in sicurezza le visite ai parenti. La vicepresidente Schlein e l’assessore Donini: “Un dramma nel dramma che deve essere superato. Bisogna assicurare equilibrio tra la massima tutela della salute degli ospiti e il bisogno di stare vicino ai propri cari”
Bologna - Non abbassare la guardia sulla sicurezza ma coniugare questa necessità a quella, altrettanto importante, di stare vicino ai propri cari.
Con questo obiettivo la Regione Emilia-Romagna è al lavoro per dotare i gestori delle strutture residenziali per anziani e disabili di tamponi rapidi per favorire una modalità di screening immediato rivolto a familiari e parenti. In questo modo si potrebbero riprendere visite programmate e contingentate.
Entro la prima decade di novembre, in concomitanza con l’arrivo dei tamponi rapidi, i parenti potrebbero avere la possibilità di effettuare il tampone direttamente nella struttura e, se l’esito sarà negativo, di vedersi autorizzare dai gestori la possibilità di incontrare i propri cari lì ospitati. La direzione generale dell’assessorato al Welfare e alle Politiche per la salute definirà già nei prossimi giorni le modalità operative della distribuzione dei tamponi rapidi, dopo un confronto diretto con i gestori delle strutture che li richiederanno: Case-residenza per anziani non autosufficienti (Cra), Case di riposo e comunità alloggio per anziani, Centri socio-riabilitativi residenziali per disabili e Case famiglia e gruppi appartamento per anziani e disabili (Csrr).
“E’ indispensabile- sottolineano la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- trovare una soluzione a quello che giustamente viene vissuto come un dramma nel dramma: l’impossibilità di stare vicino ai propri affetti in un momento così delicato e doloroso come quello che stiamo vivendo, con il rischio da parte di persone che già si trovano in condizioni di fragilità di sentirsi isolate e quasi dimenticate. Naturalmente la sicurezza va garantita e rimane la priorità assoluta, ma accanto all’esigenza sanitaria ne esiste una, altrettanto importante, che è quella affettiva, umana. Non bisogna arretrare di un millimetro sulle norme di sicurezza, ma non possiamo ignorare il dolore dei familiari dei degenti che non vogliono lasciarli soli. /EC