Maltempo. Rotta Panaro del 6 dicembre 2020: rimborsi al 100% per i danni subiti da cittadini e imprese dei Comuni di Nonantola, Campogalliano, Castelfranco Emilia e Modena. Bonaccini-Priolo: “Un risultato importante raggiunto grazie al grande lavoro di squadra con il Governo e gli enti locali”
Bologna – Saranno rimborsati fino al 100% i cittadini e le imprese del modenese per i danni subiti dall’esondazione del Panaro del dicembre scorso. Nonantola, la città più colpita dalla rotta, insieme a Campogalliano, Castelfranco Emilia e Modena potranno infatti contare su risorse certe e sufficienti a coprire le spese ammissibili per i danni subiti. Questo anche grazie al puntuale lavoro di ricognizione svolto dai tecnici dell’Agenzia regionale di Protezione civile e dalle amministrazioni comunali subito dopo l’alluvione.
È quanto stabilito dal provvedimento approvato in queste ore dalla Giunta regionale che libera i bandi con i criteri e i termini per la richiesta dei risarcimenti. Da qui le tappe per ottenere i rimborsi. In primo luogo, i Comuni interessati procederanno con la pubblicazione dell’avviso pubblico e della relativa modulistica sui propri siti web.
Entro lunedì 11 ottobre i cittadini e i rappresentanti delle imprese dovranno presentare le domande di rimborso al proprio Comune di residenza o dove ha sede l’attività produttiva. Infine, entro 180 giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle domande, il Comune stesso completerà l’istruttoria che sbloccherà l’erogazione dei soldi.
“Un risultato importante e per nulla scontato- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alla Protezione civile, Irene Priolo- che permetterà alle popolazioni già provate dal sisma del 2012 e poi colpite dall’alluvione dal 6 dicembre 2020, di ottenere il giusto risarcimento per i danni subiti. Onoriamo un impegno assunto che ci ha visti impegnati fin dalle prime ore di quella terribile domenica, operativi con il coordinamento e la gestione dell’emergenza insieme alle istituzioni, all’Agenzia regionale di Protezione civile, Aipo, le forze dell’ordine, i Vigili del fuoco e i volontari, in condizioni meteo estreme e in piena emergenza Covid”.
Il quadro generale
Oltre ai fondi per i quattro Comuni del modenese ed il comune di Boretto, il provvedimento della Giunta disciplina le modalità di rimborso anche per gli altri territori dell’Emilia-Romagna colpiti dal maltempo eccezionale del dicembre scorso e che erano stati inseriti nella dichiarazione di Stato di emergenza nazionale.
Un’operazione complessa che ha messo insieme più fonti di finanziamento confluite in un unico bando, esperienza unica nel suo genere per rapidità di stanziamenti e tipologia di risarcimento in virtù della particolarità delle zone coinvolte dall’evento.
In sintesi, sono due i filoni di risarcimento frutto dei provvedimenti nazionali che hanno stanziato le risorse. Il primo può contare su 14,7 milioni di euro e riguarda 16 Comuni dell’Emilia-Romagna: Nonantola, Campogalliano, Castelfranco Emilia, Maranello, Modena, Pievepelago, Riolunato, Sestola e Vignola nel modenese; Gaggio Montano e Monzuno in provincia di Bologna; Baiso, Poviglio, Toano e Vetto nel reggiano.
Il secondo, finanziato con parte dei 100 milioni stanziati con il Decreto sostegni bis recentemente convertito, è riservato invece a chi vive e opera nei 5 Comuni già colpiti anche dal sisma del 2012: Nonantola, Campogalliano, Castelfranco Emilia e Modena, nel modenese, cui si aggiunge Boretto nel reggiano. Proprio grazie a questo stanziamento ulteriore sarà possibile, come detto, coprire fino al 100% dei danni registrati.
Rimborsi a privati e imprese
Per gli interventi di ripristino delle prime case il rimborso sarà del 100% dei danni nel limite di 40 mila euro e fino all’80% sulla parte eccedente, comunque entro massimali che giungono fino a 187 mila 500 euro.
La percentuale di indennizzo è invece del 50% dei danni per le case sfitte e le sedi di Onlus, nel rispetto dello stesso budget di 150 mila euro. Ciò sia nel caso di interventi di demolizione, ricostruzione e delocalizzazione che nel caso dei ripristini.
Ulteriori contributi sono previsti anche per il ripristino o la sostituzione di beni mobili distrutti o danneggiati e non più utilizzabili, quali arredi ed elettrodomestici ubicati in abitazioni principali e, nei comuni già colpiti dal sisma, anche in abitazioni secondarie. Potranno raggiungere il 100% di danno per le prime case fino al massimo di 15.000 euro. Nessun indennizzo spetta invece, come di consueto, per i beni mobili registrati quali le automobili, esclusi a scala nazionale dal sistema dei rimborsi.
E ancora: risarcimenti sono contemplati per le operazioni di pulizia e rimozione di fango e detriti - rimborsate al 100%, fino a 5 mila euro - e gli interventi strutturali sulle aree pertinenziali esterne al fabbricato.
Anche le spese tecniche di progettazione saranno ammesse a finanziamento nel limite massimo del 10% dell’importo, così come la perizia asseverata (richiesta per danni di importo superiore a 15 mila euro) che sarà rimborsata fino ad un massimo di 1.500 euro.
Per le aziende sono previsti rimborsi, nel limite massimo di 450mila euro di danni, fino al 50% per le spese di demolizione e ricostruzione, delle operazioni di ripristino e degli interventi strutturali sulle aree esterne pertinenziali. Le spese di pulizia e rimozione dei detriti sono finanziate fino al 100%, fino a 20mila euro. Per i beni mobili registrati necessari all’esercizio dell’attività economica - cioè inseriti nelle scritture contabili dell’azienda - il rimborso sarà dell'80% del danno; lo stesso per impianti, macchinari, attrezzature, scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti e altri beni mobili non registrati. Le spese tecniche potranno concorrere alla formazione del budget massimo di danno nel limite del 10%; per la perizia – da allegare alla domanda di risarcimento, e da fare giurare in caso di ricostruzione o delocalizzazione – è previsto un contributo massimo di 1.500 euro. /BB