Territorio. Cassa del Baganza (Pr), via al maxi-cantiere da 68 milioni di euro per la sicurezza di Parma e Colorno. Bonaccini-Priolo: “Oggi parte il più grande cantiere previsto in Emilia-Romagna, frutto di un grande lavoro di squadra”
Bologna – Cassa del Baganza, si parte. Questa mattina ha preso il via il maxi-cantiere che porterà a creare un invaso capace di ospitare fino a 4 milioni e 700 mila metri cubi d’acqua, per la sicurezza di Parma e Colorno e dell’intero nodo idraulico ducale.
Una data, quella di avvio dei lavori, non casuale. Cade infatti a sette anni esatti dalla tragica alluvione del 2014, quando il torrente Baganza esondò in seguito a forti piogge, riempendo tra l’altro di acqua e fango diverse strade e quartieri della zona sud-ovest della città capoluogo.
I lavori, che dureranno salvo imprevisti quattro anni e mezzo, hanno come obiettivo la messa in sicurezza del nodo idraulico della città di Parma, in cui i torrenti Parma e Baganza confluiscono, oltre al miglioramento della difesa dalle piene a valle del capoluogo e nell'abitato di Colorno.
Oggi pomeriggio la cerimonia di inizio cantiere alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dell’assessora Ambiente e Protezione civile e presidente comitato di indirizzo dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po, Irene Priolo, e dal sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Insieme a loro Angelica Catalano, per il ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibili (Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche) e i rappresentanti delle istituzioni cittadine: il prefetto, Antonio Lucio Garufi, il vicepresidente della Provincia di Parma, Giuseppe Delsante, il rettore dell’Università di Parma, Paolo Andrei. Presenti Meuccio Berselli (segretario generale dell'Autorità distrettuale di Bacino del Po) e i vertici di Aipo, Luigi Mille (direttore) e Mirella Vergnani (responsabile unica del procedimento di Aipo – direzione idrografica Emilia occidentale).
“Oggi è una giornata importante per il parmense e l’intera Emilia-Romagna- afferma il presidente Bonaccini-. Con l’avvio del cantiere della Cassa del Baganza onoriamo un impegno preso con il territorio quando l’alluvione mise a rischio Parma, i suoi abitanti e le loro case. Da quel giorno il nostro lavoro è proseguito senza sosta per mettere a punto un’opera idraulica tra le più importanti realizzate nell’ultimo decennio, per risorse impiegate e portata”.
“Il progetto che prende vita oggi- prosegue il presidente- è merito di un confronto e uno studio collettivo che ha coinvolto, nelle sue diverse fasi, cittadini, istituzioni, professionisti, che ringrazio tutti. È un nuovo fondamentale tassello del percorso che la Regione sta intraprendendo per mettere in sicurezza tutto il territorio con infrastrutture moderne e adeguate. Cura, manutenzione, prevenzione del dissesto idrogeologico sono infatti le leve sulle quali dobbiamo agire per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, in Emilia-Romagna e nell’intero Paese. Da questo punto di vista- chiude- il piano di investimenti del PNRR deve essere un’occasione da non sprecare”.
“Mi piace che a parlare siano i fatti- aggiunge l’assessore regionale alla Difesa del suolo e presidente del Comitato di indirizzo Aipo, Irene Priolo-. Nel rispetto dei tempi annunciati, muove i primi passi un cantiere strategico in termini di sicurezza idraulica a cui la Regione, con Aipo e i Comuni, lavorano dal giorno successivo all’emergenza, sia per definire il progetto dell’intervento sia per costruire il quadro dei finanziamenti, per nulla scontato”.
“La Cassa è un’opera da 68 milioni di euro, fondamentale per la sicurezza dell’intero nodo idraulico di Parma-Colorno- chiude l’assessore-. È l’investimento in sicurezza idraulica più importante in corso in Emilia-Romagna e il più importante almeno dell’ultimo decennio, frutto di un poderoso lavoro di squadra delle Istituzioni e di altissime professionalità che ringrazio per l’impegno messo in campo”.
“Sette anni fa Parma ha vissuto una tragedia la cui ferita e il ricordo sono ancora dentro di noi- sottolinea Pizzarotti-. Da allora abbiamo lavorato costantemente per riportare sicurezza e tranquillità ai quartieri colpiti e a tutta Parma. A sette anni esatti dall’esondazione, nel mese in cui la città ha vissuto uno dei momenti più drammatici della sua storia recente, inizieremo a dare vita alla cassa di espansione, che garantirà la giusta sicurezza a tutti i parmigiani, era una promessa e l’abbiamo mantenuta”.
“È frutto di un lavoro corale delle istituzioni: quando Parma è unita vince sempre le sue battaglie-chiude il sindaco-. Ora si parte, ed entro cinque anni avremo finalmente la nostra cassa di espansione”.
A curare i lavori è l’Associazione temporanea d’impresa (Ati) “Strabag – Costruzioni Edili Baraldini Quirino”, che si è aggiudicata la maxi-gara europea scaduta nel mese di luglio. Il costo complessivo dell’opera, considerando anche espropri, studi, progettazioni, verifiche ammonta a circa 79 milioni.
Le caratteristiche della Cassa di espansione del torrente Baganza
La cassa del Baganza sorgerà a circa 15 km a monte della confluenza del corso d’acqua con il torrente Parma, tra i Comuni di Parma, Collecchio e Sala Baganza. Occuperà un’area di quasi 9 ettari (8,6 ettari per la precisione) e potrà contenere fino a 4 milioni 700 mila metri cubi d’acqua. A circondarla, sono previsti circa 3 chilometri e 300 metri di argini dall’altezza crescente fino al massimo di 16 metri, nella parte più a nord.
L’invaso sarà composto da due comparti che entreranno in funzione in successione, a seconda della quantità d’acqua da invasare. Per la regolazione idraulica sono previsti in tutto tre manufatti in calcestruzzo: il principale sarà una diga dotata di quattro paratoie mobili che serviranno a governare la portata in uscita dal corso d’acqua, analogamente a quanto avviene per la cassa del torrente Parma.
Il progetto, dopo essere stato approvato in sede di Via, valutazione di impatto ambientale regionale, ha avuto l'approvazione della direzione generale Dighe del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili dopo il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Come previsto dalla normativa per le dighe, è stato perfezionato e testato su un modello fisico in scala 1:40 realizzato nel Polo Scientifico Aipo di Boretto (Re); sul modello sono state effettuate prove e verifiche con la supervisione scientifica del dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma. /red
In allegato le foto di inizio lavori