Edilizia. Al via il nuovo ‘Prezziario regionale’, condiviso con imprese, professionisti e sindacati del settore. Dai materiali al costo della manodopera, oltre 24 mila voci che costituiscono il punto di riferimento per gli importi delle gare di appalto, ma anche per i cittadini che vogliono usufruire del superbonus 110%. Bonaccini-Lori: “Atto fondamentale per sbloccare cantieri pubblici e privati e riferimento fondamentale per imprese e cittadini”
Bologna - Garantire la regolare prosecuzione dei lavori pubblici già programmati, anche in quei casi in cui non ci siano margini e accantonamenti in grado di compensare l’aumento degli importi a base di gara.
Ancora, assicurare alle imprese la copertura effettiva delle maggiori spese che si trovano a sostenere, a causa dell’impennata dei costi dei materiali da costruzione, evitando allo stesso tempo qualsiasi rischio di speculazione e fornendo un riferimento più stabile anche per i cittadini che devono poter avere condizioni certe e interlocutori affidabili.
Sono gli obiettivi che portano al nuovo Elenco regionale dei prezzi delle opere pubbliche e di difesa del suolo. Costituito da oltre 24 mila voci - dai materiali per l’edilizia, agli impianti e alla strumentazione tecnica, al costo della manodopera per i diversi tipi di lavorazione- costituisce il punto di riferimento fondamentale non solo per quanto riguarda gli importi da porre a base di gara da parte delle stazioni appaltanti, ma anche per l’edilizia privata, in particolare per ciò che riguarda le spese rendicontabili per ottenere il superbonus 110% da parte dei cittadini.
Approvato dalla Giunta regionale di concerto con il Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche Lombardia-Emilia-Romagna, il nuovo “prezziario regionale” è l’esito di un approfondito confronto con la Consulta edile regionale.
Nella seduta del 7 aprile scorso gli imprenditori, i professionisti e i sindacati del settore hanno espresso il proprio apprezzamento per il lavoro compiuto nell’ambito del tavolo di concertazione con la Regione, tavolo che - è stato concordato - continuerà a lavorare per assicurare una costante attività di monitoraggio dei prezzi in un mercato caratterizzato da un forte aumento dei costi delle materie prime.
“Il nuovo prezziario regionale- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- è un atto essenziale per sbloccare i cantieri e ridare certezze ad un comparto cruciale, quello dell’edilizia e delle infrastrutture. Siamo al paradosso per cui, a fronte di una domanda pubblica e privata senza precedenti, si rischia il blocco dei lavori per l’aumento spropositato dei prezzi. Un problema serissimo per il comparto e per l’intera economia, che può inceppare gli investimenti pubblici del PNRR e il 110% nell’edilizia privata. Per questo, e per la seconda volta in pochi mesi, abbiamo ridefinito il prezziario regionale”.
“L’istituzione di un tavolo di confronto permanente ci consente, oggi, di disporre di uno strumento adeguato all’attuale fase economica ricca di opportunità, ma anche di dinamiche eccessivamente incerte- sottolinea l’assessora regionale alla programmazione territoriale e edilizia, Barbara Lori-. Il nuovo prezziario regionale, che sarà comunque oggetto di monitoraggio, rappresenta nei fatti, un fondamentale strumento di riferimento a garanzia e supporto di investimenti pubblici e privati”.
Le novità principali
L’aumento dei prezzi dei materiali da costruzione che si registra ormai da un anno è frutto di molteplici, concomitanti fattori. Da un lato la ripresa del mercato cinese e orientale dopo la prima fase della pandemia, dall’altro lo sblocco dei cantieri del superbonus 110% introdotto con il decreto “Semplificazioni bis”. A ciò si è aggiunta la forte crescita dei costi energetici, ancora più forte ora dopo l’avvio della guerra in Ucraina.
Oltre al riallineamento dei prezzi dell’acciaio per le armature, dei materiali bituminosi per i manti stradali, ma anche di mattoni, malte, legno, isolanti per ricordare solo alcune delle voci principali, il nuovo prezziario regionale riconosce un aumento dal 15 al 16% della percentuale riconosciuta alle imprese per le spese generali e del 3,5% per quanto riguarda il costo della manodopera in seguito al recepimento del nuovo contratto nazionale di lavoro.
Paola Fedriga