Sanità. Più flessibilità, più risorse, impegno a semplificare la burocrazia. La Regione Emilia-Romagna e le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale individuano le misure per superare le criticità legate all’emergenza sanitaria. Donini: “Al fianco dei medici di famiglia per superare l’emergenza e programmare il futuro”
Bologna - Alleggerimento della burocrazia, maggiori risorse e aumento dei massimali dei pazienti in carico, spazio ai medici in formazione. Ma anche supporto al lavoro dei medici di famiglia tramite infermieri e collaboratori di studio. Questi i principali punti di un accordo sottoscritto ieri dalla Regione Emilia-Romagna con FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici Italiani), SMI (Sindacato Medici Italiani) e Federazione CISL Medici per individuare misure straordinarie per uscire dall’emergenza acuita dalla pandemia e al tempo stesso sperimentare soluzioni che potrebbero rivelarsi efficaci anche in futuro.
L’accordo vale dal momento della firma fino al 30 giugno 2023, con l’impegno entro il 31 ottobre di tornare a discuterne e prevedere ulteriori sviluppi.
“Con questo accordo poniamo le basi anche per un’efficace azione di ‘deburocratizzazione’ delle attività correlate alla cura ed assistenza- commenta l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini-. Abbiamo ascoltato la voce dei medici che ci hanno chiesto più tempo per curare i loro pazienti e meno da dedicare a procedure amministrative. I medici potranno rafforzare la propria attività con infermieri e collaboratori di studio per i quali sono previsti riconoscimenti economici, daremo spazio ai giovani in formazione, incentiveremo i professionisti con maggiori risorse. La pandemia ha dimostrato quanto fondamentale sia questo presidio: guardiamo oltre l’emergenza e programmiamo di valorizzarlo in futuro”.
“Come sindacato siamo riusciti efficacemente a raggiungere intese straordinarie e con finalità emergenziali con la regione Emilia Romagna, in uno scenario fortemente condizionato dalla carenza di risorse umane, messe alle corde per la gestione del Covid – commenta Daniele Morini, medico di famiglia di Faenza, Segretario Generale Regionale FIMMG - Avremo finalmente maggiori strumenti per organizzarci per le vaccinazioni anti Covid e per la gestione dei pazienti Covid sul territorio, riorganizzando i nostri ambulatori con personale infermieristico e amministrativo e potendo anche contare su giovani medici che stanno completando la formazione specifica in medicina generale.
Abbiamo trovato in questa amministrazione regionale un assessorato che ha finalmente condiviso con noi l'idea che il futuro del sistema sanitario regionale e nazionale si gioca sul territorio, sulla prossimità, in cui sono protagonisti i medici medicina generale, la cui centralità nella presa in carico dei pazienti è stata confermata dalla pandemia. La strada – conclude Morini - è lunga, ma forse abbiamo posto le basi per un cambiamento concreto per la popolazione e per la categoria”.
L’accordo nasce dalla consapevolezza che i carichi di lavoro aggiuntivi prodotti dalla pandemia di Covid-19 hanno messo in difficoltà una categoria già sotto pressione per la carenza di personale e un turn over non sufficiente, che complica il lavoro delle Ausl nel momento in cui devono garantire l’assistenza primaria ai cittadini. Per ovviare a questa situazione si è intervenuti sui massimali, sui medici in formazione, sul supporto ai medici e sulla semplificazione burocratica.
I punti fondamentali dell’accordo
In merito ai massimali di scelta per i medici di medicina generale, il limite dei pazienti che un medico può seguire nei primi due anni di convenzionamento sarà di 1.500 persone, che potrà salire fino a 1.800 dal terzo anno. Ai medici saranno riconosciute risorse aggiuntive che si aggiungono a quanto già riconosciuto, cioè 8 euro per ogni paziente che ecceda la soglia dei 1.500.
I medici in corso di formazione specifica in medicina generale potranno svolgere l’attività convenzionata: sarà riconosciuta a tutti gli effetti quale attività pratica del corso stesso, fino al completamento del computo orario mensile previsto dal corso di studi. Per consentire ai giovani medici studenti-lavoratori di continuare a frequentare i corsi, sarà possibile partecipare alle lezioni di teoria anche in via telematica. Un medico in formazione potrà seguire fino a 1.000 pazienti il primo anno, che salgono a 1.200 dal secondo anno. Gli studenti già dal secondo anno, però, potranno su base volontaria avere in carico 1.500 assistiti. Per tutti è previsto l’affiancamento di un medico di medicina generale che ricopra il ruolo di tutor.
Per garantire alle Ausl la possibilità di organizzare con maggiore elasticità i turni – per i medici di continuità assistenziale, medici dei servizi territoriali, di emergenza sanitaria territoriale e di assistenza negli istituti penitenziari - sarà possibile prevedere anche incarichi che vanno da 12 a 38 ore settimanali.
Per supportare l’attività del medico nella presa in carico dei pazienti, in particolare quelli cronici e complessi, si prevede di rinforzare la presenza oraria settimanale dei collaboratori di studio e del personale infermieristico.
I medici dovranno garantire nuovi standard orari per personale di studio e infermieristico. A fronte di questo la Regione riconoscerà quasi 13 euro per ogni assistito, invece degli attuali 7,50.
Verrà, infine, istituito un tavolo permanente che coinvolga la Regione, i sindacati e Ausl con l’obiettivi di semplificare la burocrazia delle attività correlate alla cura ed assistenza.
Carmine Caputo