Europa. Oggi in Assemblea legislativa la Sessione Europea 2022. In questa fase di complessità e incertezza, l’Emilia-Romagna può e deve esercitare un ruolo da coprotagonista nel contesto nazionale ed europeo. Di fronte a sfide inedite, ora all’Europa serve un altro salto di qualità

Solidarietà, partecipazione e condivisione alla base del rilancio dell’iniziativa politica dell’Unione, un approccio condiviso dall’Emilia-Romagna
11/05/2022 14:37

Bologna - Un contesto europeo e internazionale sconvolto dalla guerra in Ucraina e ancora afflitto dalla pandemia da Covid 19, che sta frenando la nascente ripresa economica, con il serio rischio di accentuare la crisi socioeconomica, facendo emergere contraddizioni e amplificando vulnerabilità e diseguaglianze. E un’Unione europea che per fronteggiare questo complesso quadro di crisi ha proposto soluzioni innovative, svolgendo un fondamentale ruolo di impulso e coordinamento tra i Governi centrali e regionali per favorire politiche di sviluppo economico, sociale e di giustizia climatica.

Su più fronti è stato determinante l’intervento europeo, anche come fattore propulsivo delle linee strategiche seguite a livello mondiale: dal Next Generation EU alle azioni per trasformare il Green Deal europeo in realtà, dalle oltre duemila misure adottate dall'inizio della pandemia per attenuare l'impatto economico della crisi sanitaria mondiale all’accelerazione impressa per la digitalizzazione; fino all’utilizzo, per la prima volta in assoluto, dello strumento europeo per la pace (Epf) per il finanziamento e l’invio di armi ad un Paese sotto sotto attacco.

Questo il quadro in cui si è svolta oggi in Assemblea legislativa la Sessione Europea 2022, aperta dalla vicepresidente della Regione con delega ai Rapporti con l’Ue e chiusa dal presidente della Regione.

Dagli interventi è emerso come l'Emilia-Romagna confermi la propria vocazione di regione europeista, sulla scia tracciata fin dalla sua nascita dal primo presidente, Guido Fanti, ricordato poche settimane fa a dieci anni dalla scomparsa. Parte da lì quella visione dell'Europa delle Regioni che ancora oggi vede l’Emilia-Romagna protagonista. È, infatti, una delle regioni europee più virtuose: sia per la capacità di programmare e spendere i fondi strutturali, sia per capacità di attrarre risorse e cogliere le opportunità che l'Europa offre: a partire dal Centro per le Previsioni Meteo europeo o dal supercomputer Leonardo, a Bologna. Sono investimenti in Emilia-Romagna ma per l'Italia e l'Europa, che hanno scelto il territorio  emiliano-romagnolo per l'hub dei Big Data.

Ora all'Europa serve un altro salto di qualità, per affrontare sfide inedite: è venuto il tempo di una revisione dei trattati per rendere l'Ue più forte e democratica, più capace di decidere e agire da attore globale, con una voce sola in politica estera e di difesa; più autonoma e meno vulnerabile in materia energetica; più solidale su immigrazione e accoglienza.

In questa fase particolarmente difficile, incerta e complessa, è stato poi sottolineato, è ancora più necessario coordinare le scelte della Regione Emilia-Romagna con le strategie politiche dell’Unione Europea, soprattutto nei prossimi mesi, che saranno decisivi per mettere a terra gli interventi previsti dal Next Generation EU. La regione ha tutte le caratteristiche per svolgere un ruolo da coprotagonista nel contesto nazionale ed europeo nel fronteggiare l’intrecciarsi di questo complesso fronte di crisi. Fondamentale è stato l’impegno sia nel riparto delle risorse dei Fondi europei tra Regioni nell’ambito della Conferenza delle Regioni, sia nell’impiego dei fondi del PNRR, per cogliere appieno le straordinarie opportunità di nuovo lavoro di qualità e buona impresa che tali finanziamenti consentono.

Sono dunque confermati  tutti gli obiettivi politico-strategici regionali del Programma di mandato 2020-2025, delineati e condivisi anche nel Patto per il Lavoro e per il Clima, per consolidare la realizzazione del progetto di rilancio e sviluppo sostenibile dell’Emilia-Romagna: riduzione delle diseguaglianze sociali ed economiche, creazione di nuova occupazione di qualità, parità dei diritti, transizione ecologica e digitale.

In Emilia-Romagna si lavora per raggiungere gli stessi obiettivi dell’Unione europea, è stato ribadito: si vuole una regione dove donne e uomini ottengano la stessa retribuzione per uno stesso lavoro, abbiano pari opportunità di prosperare e siano in grado di partecipare in modo paritario alla società europea; dove le persone con disabilità abbiano la possibilità di partecipare, su una base di parità con le altre persone, alla società e all'economia. Dove tutte e tutti possano trovare un lavoro dignitoso e dove nessuno rimanga indietro.

Una convergenza con l’Europa in atto, peraltro, anche su un altro fronte: gli esiti positivi del percorso partecipativo della Conferenza sul Futuro dell’Europa, confluiti in 49 proposte, confermano la validità dell’approccio scelto dalla Regione per lo svolgimento della sessione europea: in questo esercizio sono state realizzate le prime consultazioni della Rete Europea Regionale, costituita dai componenti del Patto per il lavoro e il clima e dalle Unioni dei Comuni emiliano-romagnoli.

Elena Contini, Vincenzo Menichella

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ultima modifica 2022-05-11T14:45:01+02:00
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