Casa. Oltre 66 mila le domande arrivate per il bando affitti 2022: a disposizione 40 milioni di euro che serviranno ad erogare un contributo pari a 3 mensilità per un tetto massimo di 1.500 euro. Assessora Lori: “Concentrare le risorse là dove è maggiore il bisogno”
Bologna – Dalla Regione un aiuto concreto per il diritto alla casa a favore delle famiglie e delle persone in difficoltà nel far fronte alle spese per il pagamento del canone di locazione. A disposizione 40 milioni di euro tra finanziamenti statali e regionali, messi a disposizione dal bando 2022 del Fondo affitti.
La risposta a una difficoltà in aumento, in una fase in cui gli effetti della pandemia si intrecciano con quelli della guerra e dell’aumento dei prezzi, a partire da quelli energetici. E che sembra confermato anche dall’elevato numero di domande arrivate: 66.526 contro le 51.981 dello scorso anno. Oltre 14 mila in più.
Un numero ancora non definitivo - le domande, infatti, dovranno essere dichiarate effettivamente ammissibili e quindi collocate in graduatoria solo dopo l’istruttoria in campo ai Comuni – ma comunque già indicativo di una necessità in crescita.
Grazie alle risorse stanziate dalla Regione - di cui 10,6 direttamente dal bilancio regionale e 29,4 dalla quota del Fondo nazionale assegnata all’Emilia-Romagna - potrà dunque essere erogato un contributo per coprire 3 mensilità per un tetto massimo di 1.500 euro.
“Cerchiamo di garantire un diritto primario come quello della casa – ha sottolineato l’assessora regionale alle Politiche abitative Barbara Lori -. L’elevato numero di domande arrivate ci conferma che siamo di fronte a una difficoltà che interessa fasce crescenti della popolazione. Persone e famiglie che si trovano a fare i conti con le perduranti difficoltà legate alla pandemia cui si aggiungono ora gli effetti della crisi economica. Consapevoli di questo abbiamo anche quest’anno confermato la scelta di concentrare le risorse là dove maggiore è il bisogno, stabilendo un meccanismo di ripartizione proporzionale al numero di domande presentate nelle diverse province”.
Spetterà ora ai Comuni assegnare il contributo, terminata l’istruttoria delle domande. Con la possibilità di destinare una parte delle risorse anche allo scorrimento delle graduatorie di precedenti annualità.
La ripartizione per provincia delle domande e delle risorse
Indirizzare le risorse là dove il bisogno è maggiore. Per la ripartizione sul territorio, la Regione ha adottato anche quest’anno come unico criterio l’effettivo numero di domande presentate. Una scelta iniziata nel 2021 che segna una discontinuità rispetto al passato quando erano assunti a riferimento indicatori indiretti di natura demografica o socioeconomica.
Dei 40 milioni di euro a disposizione (40.068.338), in provincia di Piacenza sono stati assegnati 2.672.989 euro a fronte di 4.438 domande presentate; in provincia di Parma 4.272.687 euro (7.094 domande); in provincia di Reggio Emilia 3.733.030 euro (6.198 domande). Nel Modenese le risorse a disposizione ammontano a 6.671.029 (11.076 domande), mentre nel territorio dell’area metropolitana di Bologna sono pari a 11.250.887 (18.680 domande) e nel Ferrarese a 2.159.230 euro (3.585 domande).
In provincia di Ravenna sono state assegnate 2.526.631 euro sulla base di 4.195 domande di contributo, in quella di Forlì-Cesena 3.813.737 per 6.332 domande e in quella di Rimini 2.968.114 euro per 4.928 domande.
I requisiti per presentare domanda
Il termine per presentare domanda si è chiuso lo scorso 21 ottobre. Potevano presentarla i nuclei famigliari con un Isee annuo fino a 17.154 euro oppure fino a 35mila euro ma che avessero subito una diminuzione del reddito Irpef di almeno il 25% rispetto a quello del 2021.
A disposizione una piattaforma web alla quale accedere tramite Spid, gestita direttamente dalla Regione per tutto il territorio emiliano-romagnolo, fatta eccezione per le domande relative a Bologna che avevano a disposizione un proprio sito dedicato gestito dal Comune. Per aiutare i cittadini a presentare domanda, la Regione ha anche previsto la possibilità di rivolgersi, oltre che al proprio Comune, anche a un elenco di oltre 300 sedi locali di enti privati convenzionati quali associazioni di categoria, sindacati e Caf, localizzati su tutto il territorio emiliano – romagnolo.
Paola Fedriga
In allegato: la tabella con le risorse assegnate e le domande arrivate per provincia