Formazione. Persone in carcere o sottoposte a procedimento penale, in Emilia-Romagna percorsi di orientamento, corsi di formazione e tirocini col sostegno della Regione che stanzia quasi 1,4 milioni di euro. L'assessore Colla: “Così si contrasta l’emarginazione sociale e si favorisce, attraverso il lavoro, il reinserimento nella comunità”
Bologna - Rafforzare il percorso di inserimento nel mondo del lavoro, e, soprattutto, terminata la detenzione, poter operare attivamente nella società. Sono questi gli obiettivi degli interventi di orientamento, corsi di formazione e tirocini, approvati e finanziati dalla Regione per consentire alle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria limitativi o privativi della libertà personale di acquisire, o recuperare, abilità e competenze individuali.
Per questi interventi formativi la Regione ha stanziato un milione e 389 mila euro di risorse europee del fondo Fse Plus: i progetti approvati prevedono complessivamente circa 1.000 destinatari, di cui circa 850 ristretti nei 10 Istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna, i restanti 150 in carico agli Uffici di Esecuzione Penale Esterna.
Gli interventi contribuiscono alla costruzione di un percorso riabilitativo finalizzato al reinserimento sociale e alla riqualificazione lavorativa delle persone in esecuzione penale: sono improntati a un approccio preventivo della recidiva, per supportare l’inclusione sociale dei soggetti in esecuzione penale e, in particolare, rafforzare le persone nella fase delicata del ritorno in libertà.
“Così puntiamo a contrastare l’emarginazione sociale e favorire, attraverso il lavoro, il reinserimento nella comunità. Con questi interventi la Regione– commenta l’assessore regionale al Lavoro e formazione professionale, Vincenzo Colla- sostiene l’inclusione attiva delle persone, promuove le pari opportunità e la non discriminazione. Si offre una occasione per acquisire, ed eventualmente recuperare, abilità e competenze individuali per accrescere le possibilità di inserimento nel mondo del lavoro, per crescere, per autorealizzarsi e soprattutto, terminata la detenzione, per poter operare attivamente nella società”.
Gianni Boselli