Caccia. La Regione sollecita nuovamente l’udienza del Tar sulle sospensive al calendario venatorio 2023-24. L’assessore Mammi: “Si dia seguito all’ordinanza del Consiglio di Stato, vogliamo poter esporre le nostre ragioni in sede di merito. Confermiamo la riduzione della tassa regionale per l’attività venatoria dalla prossima stagione”
Bologna - “Siamo molto preoccupati che ancora non ci sia stata una risposta da parte del Tar alle reiterate richieste della Regione di poter discutere, nel merito e in tempi utili, le ragioni per cui riteniamo che il calendario venatorio approvato a maggio 2023 dalla Giunta regionale non dovesse essere sospeso. Per questo motivo abbiamo dato mandato ai legali di presentare un’ulteriore istanza affinché venga fissata un’udienza di merito entro il 31 dicembre”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Alessio Mammi, a proposito del calendario venatorio 2023-2024, sul quale il Tar aveva disposto alcune misure sospensive.
Contro l’ordinanza del Tribunale amministrativo la Regione aveva presentato a settembre appello al Consiglio di Stato, che il 20 ottobre si era espresso accogliendo il ricorso presentato e imponendo al Tar Emilia-Romagna di fissare un'udienza di merito entro il 31 dicembre 2023.
Dal mese di settembre la Regione ha provveduto tramite i propri legali a presentare tre istanze di sollecito, una prima e due dopo l’ordinanza emessa dal Consiglio di Stato, ma a momento dal Tar non si è avuta alcuna risposta.
“Attualmente non si sta dando seguito a quanto disposto dal Consiglio di Stato- precisa l’assessore Mammi-. Continueremo a chiedere che ciò avvenga entro la fine di dicembre, poiché vorremmo con ogni mezzo evitare quanto già accaduto lo scorso anno”.
La Regione conferma inoltre l’impegno preso a settembre per la riduzione della tassa regionale per l’esercizio della caccia nella prossima stagione venatoria, sarà infatti prevista nella redazione del bilancio una riduzione percentuale calcolata sulle giornate di attività ridotte a causa delle modifiche imposte dal Tar rispetto alle annate precedenti.
Barbara Musiani