Sanità. Riforma emergenza urgenza, a circa un mese dall’apertura si confermano i dati positivi dei nuovi CAU di Budrio e Vergato, nel bolognese: in media l’84% dei cittadini è stato curato direttamente in queste strutture e non al Pronto soccorso, senza lunghe attese. Prosegue l’apertura dei CAU sul territorio regionale, oggi inaugurati quello del Navile (Bologna) e di Castelfranco Emilia (Modena). Donini: “Dati positivi, la rete per la gestione dei casi a bassa complessità si estenderà su tutto il territorio”
Bologna - A un mese dall’apertura, i Centri Assistenza Urgenza della provincia di Bologna confermano il buon avvio, con una media dell’84% dei cittadini curati direttamente all’interno delle strutture.
Il CAU di Budrio, il primo inaugurato nel bolognese lo scorso 1^ novembre, valida, dopo i primi dati, il buon avvio della riorganizzazione dell’emergenza urgenza in Emilia-Romagna: su 1.540 accessi, l’83% è stato gestito direttamente dalla struttura, solo il 15% è stato indirizzato al Pronto soccorso.
Valori analoghi anche a Vergato, dove il CAU ha iniziato l’attività l’8 novembre: qui sale all’85% la percentuale di chi è stato gestito in loco su 590 arrivi complessivi. Solo per il 14% è stata necessaria una visita al Pronto soccorso.
Cifre che attestano che i CAU sono in grado di gestire autonomamente le urgenze, lasciando ai Pronto soccorso i casi più gravi, quindi le emergenze.
“I dati a nostra disposizione confermano che i cittadini stanno recependo bene questa novità, visto che, nel caso dei due CAU bolognesi, per oltre l’83% dei casi chi si reca in questi centri viene curato direttamente lì, con attese medie inferiori alle due ore- commenta l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Siamo ancora all’inizio, ma queste prime esperienze, con l’avvio di numerosi centri a livello regionale, sono positive e incoraggianti. Dove ci sono i Cau e prima c'era un Ps i dati di accesso sono sovrapponibili e i tempi di attesa sono entro le due ore dalla presa in carico all'uscita del paziente. Con i CAU- chiude Donini- diamo risposte rapide ai casi di bassa complessità e al tempo stesso alleggeriamo la pressione sui Pronto soccorso”.
Cresce intanto la rete territoriale dei Centri Assistenza Urgenza: dopo quelli di Budrio e Vergato, oggi è stato inaugurato il terzo, sempre nel bolognese, alla Casa della Comunità del Navile, e uno a Castelfranco (Modena). Ad oggi i CAU in regione sono pertanto 9: Budrio, Vergato e Navile nel bolognese, Ferrara, Comacchio, Copparo e Portomaggiore nel ferrarese, Castelfranco Emilia nel modenese e Piacenza.
I dati 1^ novembre - 10 dicembre a Budrio
Il CAU di Budrio nel periodo del monitoraggio ha accolto 1.540 persone. Di queste, 227, pari al 15%, sono state trasferite al Pronto soccorso per la presa in carico; nell’83% dei casi (1.278 persone) i pazienti, dopo le cure prestate, sono stati invitati a proseguire il percorso con il proprio medico curante. Il restante 2%, pari a 35 persone, ha preferito allontanarsi prima di ricevere le cure. Il tempo medio di attesa è stato di un’ora e 38 minuti.
Quasi tutte le persone si sono recate al CAU spontaneamente (il 98%), solo 9 sono state indirizzate qui dalla guardia medica, mentre altre 8 sono arrivate su consiglio di medici di medicina generale o pediatri e 3 su consiglio di uno specialista. In due casi è stato l’operatore del 118 a invitare il cittadino a recarsi al CAU.
Il 61% degli accessi ha coinvolto persone comprese nella fascia di età 18-64 anni, il 17% i pazienti con 75 anni o più, il 14% la fascia 65-74 anni. Il restante 7% degli accessi ha coinvolto minori.
Riguardo l’ora di arrivo dei pazienti, la maggior parte degli accessi sono avvenuti di giorno (il 46% tra le 8 e le 14, il 37% tra le 14 e le 20). Il 9% si è recato al CAU in serata tra le 20 e le 24, solo il 7% infine ha avuto la necessità del servizio tra la mezzanotte e le 8 del mattino.
Il 58% delle persone arrivate sono residenti nel distretto sociosanitario di riferimento, cioè Pianura Est. Un altro 13% proviene da Bologna, il 12% dal distretto Savena-Idice, l’8% da Imola, il 3% da altri distretti regionali e il restante 6% da fuori regione.
Le principali cause per cui le persone si sono recate al CAU sono legate a disturbi generali (22%) oppure ortopedici (20%). Altre cause più frequenti, in ordine decrescente, sono di natura cardiovascolare, dermatologica, gastrointestinale, traumatica, respiratoria o legata alle vie urinarie.
I dati 8 novembre - 10 dicembre a Vergato
Il CAU di Vergato nel periodo del monitoraggio ha accolto 590 persone. Di queste, 81, pari al 14%, sono state trasferite al Pronto soccorso per la presa in carico; nell’85% dei casi (499 persone) i pazienti, dopo le cure prestate, sono stati invitati a proseguire il percorso con il proprio medico curante. Il restante 2%, pari a 10 persone, ha preferito allontanarsi prima di ricevere le cure. Il tempo medio di attesa è stato di un’ora e 43 minuti.
Quasi tutti si sono recati al CAU spontaneamente (il 97%). Solo 7 persone sono state indirizzate qui dal medico di medicina generale, altre sono arrivate su consiglio del Pronto soccorso (tre casi), della guardia medica (un caso) o di uno specialista (un caso).
La forte vocazione territoriale del CAU di Vergato è confermata dal fatto che il 76% delle persone arrivate sono residenti nel distretto sociosanitario di riferimento, cioè il distretto dell’Appennino bolognese. Un altro 13% proviene dal vicino distretto Reno, Lavino e Samoggia, mentre il 4% dei pazienti risulta residente a Bologna. Il restante 7% proviene da altri distretti o da fuori regione.
Le principali cause per cui le persone si sono recate al CAU sono di natura ortopedica (29%) o legate a disturbi generali (24%). Altre cause più frequenti, in ordine decrescente, sono di natura cardiovascolare, gastrointestinale, respiratoria, dermatologica, neurologica o traumatica.
Il 60% degli accessi ha coinvolto persone comprese nella fascia di età 18-64 anni, il 16% quella 65-74 anni, un altro 16% i pazienti con 75 anni o più. Il restante 8% degli accessi ha coinvolto minori.
Riguardo l’ora di arrivo dei pazienti, la maggior parte degli accessi sono avvenuti di giorno (il 50% tra le 8 e le 14, il 39% tra le 14 e le 20). Il 5% si è recato al CAU in serata tra le 20 e le 24, appena il 6% ha avuto la necessità del servizio tra la mezzanotte e le 8 del mattino.
Carmine Caputo