Welfare. Servizi per anziani e persone con disabilità, l’assessore Taruffi: “Solo nell’ultimo anno dalla Regione 30 milioni di euro in più per la non autosufficienza, per un Fondo regionale che supera i 540 milioni: l’Emilia-Romagna fa da sola quanto il Governo fa per tutto il Paese”
Bologna – “La Regione Emilia-Romagna, nell’ultimo anno e mezzo, ha aumentato le risorse destinate al Fondo regionale per la non autosufficienza di oltre 30 milioni di euro. Fondo regionale che oggi supera i 540 milioni di euro, in pratica l’equivalente delle risorse che il Governo mette a disposizione di tutte le regioni italiane (ma per il nostro territorio solo 60 milioni). L’Emilia-Romagna fa quindi da sola quanto il Governo fa per tutto il Paese”.
Così l’assessore regionale al Welfare, Igor Taruffi, interviene in merito alla gestione dei servizi per anziani e persone con disabilità.
“Proprio in forza di questo grave sottofinanziamento nazionale- prosegue- la Regione si sta facendo carico di continuare a investire sulle politiche sociali, a favore delle persone anziane e disabili, in un periodo reso già difficilissimo per le risorse che mancano al sistema sanitario nazionale. Così come l’anno passato il bilancio “extrasanitario” della nostra Regione ha dovuto far fronte alle risorse mancanti del Fondo sanitario nazionale, per consentire alle aziende sanitarie locali di chiudere in pareggio, così quest’anno – quando pure mancano all’appello diversi miliardi al sistema sanitario nazionale – il bilancio regionale ha dovuto farsi carico di immettere cospicue risorse nelle gestioni per la non autosufficienza, al fine di non mandare in dissesto questi servizi tanto importanti quanto delicati e complessi. Parliamo dell’assistenza di oltre 16mila anziani e 2mila disabili che si trovano in strutture residenziali o semiresidenziali, su posti accreditati convenzionati, a cui la Regione copre il 50% del costo del servizio”.
In questi anni, “il sistema dei servizi socio-sanitari è stato messo a durissima prova: prima con il Covid, poi con l’aumento dei costi, a partire da quelli energetici, la tenuta economica di un settore che garantisce servizi fondamentali è entrata in una strutturale condizione di rischio. E proprio per assicurare la continuità dei servizi e per aumentarne la qualità, abbiamo dovuto stanziare nuove risorse e ora dobbiamo adeguare anche le rette a carico degli utenti, ferme dal 2009”.
Una scelta, quella di portare le rette da 50 a 54,10 euro al giorno, con un aumento dell’8,2% dopo 15 anni, “che non è stata né semplice né indolore- sottolinea Taruffi-. Ma chi ha responsabilità di governo è chiamato a decidere e la nostra scelta è quella di non ridurre i servizi, né per quantità né per qualità. Il fatto che, anche dopo questo, le rette a carico degli utenti in Emilia-Romagna resteranno di molto al di sotto di quelle di tante regioni a noi confinanti, segnala una volta di più che esiste un enorme problema di sostenibilità”.
“Resta aperta la vertenza col Governo nazionale tanto su questo quanto sulle risorse per la sanità, ma un’istituzione responsabile nel frattempo è chiamata a decidere e noi lo facciamo, come sempre: da un lato aumentando il Fondo con risorse regionali, dall’altro chiedendo agli utenti di coprire una parte dei maggiori costi inflattivi accumulatisi nel tempo”.
“E’ bene chiarire- chiude poi l’assessore regionale- che non abbiamo mai chiesto alle rappresentanze sindacali di condividere questa responsabilità: è naturale che ad assumersela sia l’Istituzione. Ma siamo davanti ad un tempo che richiederà ulteriori risorse per il sistema dei servizi, anzitutto per rendere possibili i rinnovi contrattuali a favore del personale impegnato negli stessi, e quindi per far fronte ai costi che ne deriveranno. Per parte nostra ci stiamo attrezzando in tal senso, perché garantire alle lavoratrici e ai lavoratori salari adeguati al carovita rappresenta un elemento imprescindibile in sé e una precondizione per la qualità dei servizi stessi. Auspichiamo quindi che tutti insieme si eserciti quella responsabilità che, questa sì, ha sempre permesso di tenere insieme i diritti dei lavoratori e degli utenti. La Regione Emilia-Romagna ha fatto e continuerà a fare la propria parte in questo senso e tutti insieme, anziché dividerci qui, dovremmo pretendere dal Governo che faccia lo stesso”.