Montagna. Consorzi di bonifica protagonisti per la sicurezza del territorio: nel 2021 investiti 16,7 milioni di euro di tributi riscossi in Appennino, oltre un migliaio gli interventi. La vicepresidente Priolo: “Un risultato davvero importante, frutto del lavoro di squadra tra Regione, Anbi ed enti locali”
Bologna - Più di mille interventi realizzati, per mettere in sicurezza il territorio appenninico in tutta la regione.
Interventi – per la maggior parte, si è trattato di opere di bonifica a presidio del reticolo idrografico minore (acque pubbliche), consolidamento dei versanti e ripristino della viabilità – effettuati grazie a un investimento di 16,7 milioni di euro, ossia l’83,9% dei contributi riscossi dai Consorzi di bonifica nelle stesse aree montane (la cosiddetta “contribuenza di montagna”) e reinvestiti in opere di difesa del suolo.
Un bilancio più che positivo, dunque, quello relativo al 2021 sull’attività dei Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna che operano nei comprensori montani, su una superficie di circa 12mila chilometri quadrati.
I numeri sono stati illustrati oggi a Reggio Emilia nel corso dei lavori della Conferenza della montagna, l’appuntamento annuale – indetto da Regione, Anbi (Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue) e Uncem (Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani) – per fare il punto sullo stato di attuazione della legge regionale 7/2012. Una norma, questa, che impone agli enti di bonifica di destinare la quasi totalità delle risorse che derivano dalla riscossione dei tributi nelle aree montane alla progettazione, esecuzione, manutenzione ed esercizio di opere e interventi con funzione di presidio idrogeologico. Fa eccezione una piccola quota, rappresentata dalle spese per il funzionamento dei Consorzi stessi.
“Siamo di fronte a un risultato inedito e straordinario per il nostro Appennino- afferma Irene Priolo, vicepresidente con delega alla Difesa del suolo e Sicurezza territoriale, intervenuta all’appuntamento-. È il frutto del lavoro di squadra fra Regione, Consorzi ed enti locali, e di una legge lungimirante che permette di reinvestire nella sicurezza della montagna la quasi totalità delle risorse del tributo di bonifica raccolto in questo territorio. Nell’arco di soli cinque anni di attuazione della legge regionale, dal 2016 al 2021- prosegue la vicepresidente- abbiamo assistito ad un netto incremento delle risorse investite in cantieri in Appennino, anno dopo anno. Una chiara dimostrazione- conclude Priolo- dell’attenzione crescente posta alla cura del territorio e alla prevenzione del rischio idrogeologico, al centro della strategia della montagna che la Regione sta portando avanti con la collaborazione di tutti gli assessorati competenti, dall’Ambiente alla Montagna, All’agricoltura”.
Con Irene Priolo hanno partecipato all’evento Francesco Vincenzi, presidente di Anbi e Anbi Emilia-Romagna, i rappresentanti dei Consorzi di bonifica dell’intera regione e delle associazioni di categoria agricole.
“I numeri degli interventi realizzati in montagna, anche in zone dall’alto valore sociale, economico e ambientale, dimostrano che la lotta al dissesto idrogeologico e la specializzazione nell’azione di contrasto restano un punto fermo tra le mission di ognuno dei nostri Consorzi- spiega Vincenzi-. La collaborazione fattiva con la Regione e i Comuni è diventata sempre più strategica e produttiva, e si misura con i fatti”.
I dati: risorse e interventi
I dati sui consuntivi dei Consorzi relativi al 2021 (gli ultimi disponibili, elaborati da Anbi) indicano come in quell’anno la contribuenza di montagna sia stata di circa 19 milioni e 714 mila euro.
L’83,9% – pari a circa 16,7 milioni di euro – è stato impiegato per la progettazione ed esecuzione di 1014 interventi in montagna: +2,6% sul 2020, quando si erano attivati 967 cantieri. Se ci si confronta con anni ancora precedenti, si può dire che dal 2016 al 2021 la percentuale delle risorse reinvestite sia cresciuta dal 66,3% all’83,9% dei contributi incassati.
Il 75% dei cantieri è stato completato entro lo stesso anno di programmazione; il 15% nell’anno successivo. Si tratta di opere di bonifica a presidio del reticolo idrografico minore (acque pubbliche) e di consolidamento dei versanti, gestione della vegetazione lungo le ripe, ripristino della viabilità e gestione degli acquedotti di bonifica, interventi per il recupero ambientale e miglioramento della fruizione.
Considerando anche i quasi 14,8 milioni messi a disposizione dei Consorzi da parte dei Comuni e della Regione, ne è scaturito un investimento complessivo di oltre 30 milioni 800mila euro.
Consorzi di bonifica in montagna, un ruolo sempre maggiore
Nel corso degli anni il ventaglio delle attività svolte dai Consorzi si è progressivamente ampliato. Attualmente, questi enti si occupano anche di azioni di prevenzione del dissesto, realizzazione di interventi volti a migliorare le condizioni di vita e lavoro in montagna (come lavori a servizio della viabilità pubblica e della fornitura di acqua potabile), attività per il miglioramento dello stato ecologico e la fruizione ambientale, oltre a svolgere funzioni di supporto a favore dei Comuni.
Chiara Vergano
In allegato, foto dell'incontro a Reggio Emilia