Turismo. La Ue contesta le proroghe delle concessioni balneari e la mappatura proposte dal Governo. Corsini: “Perso un anno di tempo in promesse elettorali nocive. La Regione Emilia-Romagna ha elaborato una proposta concreta, condivisa da tutte le Regioni, che salvaguarda il lavoro delle imprese e i principi di libera concorrenza, ma l’Esecutivo si ostina a procedere verso lo scontro con la Commissione”
Bologna – “Il re è nudo. La bocciatura della Ue al tentativo del Governo di prorogare le concessioni balneari è purtroppo chiara. E ha fatto perdere all’Italia un anno di tempo, 12 mesi di promesse elettorali nocive in cui invece ci si sarebbe dovuti mettere al lavoro per presentare una proposta di buon senso. Un documento che la Regione Emilia-Romagna aveva elaborato più di un anno fa e che aveva trovato d’accordo tutte le Regioni. Con il risultato che ora, entro due mesi, si dovrà applicare la Bolkestein per non incorrere in sanzioni che sarebbero pagate da tutti i cittadini, oltre alla pioggia di ricorsi che arriveranno”.
Così l’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini, commenta il parere motivato inviato al Governo italiano dalla Commissione Ue in cui vengono contestati i risultati della mappatura sulle concessioni balneari e le proroghe effettuate.
“Un bel pasticcio, per usare un eufemismo, che in primo luogo si abbatte sui lavoratori e sulle imprese balneari, ma che in pratica ci riguarda tutti- rimarca Corsini-. E questo solo per non aver voluto ragionare su un testo - e mettersi al lavoro con Regioni, Comuni e Associazioni del settore - che ha tutte le carte in regola per salvaguardare il valore aziendale delle imprese esistenti e, nello stesso tempo, rispettare i principi di libera concorrenza di chi in quel mercato vuole entrare”.
“Adesso non si perda altro tempo- chiude l’assessore-. Il primo punto da negoziare con l’Ue sono i decreti attuativi. Bastano tre regole chiare valide per tutta Italia. E poi, con il coinvolgimento attivo delle Regioni che conoscono bene il territorio, si proceda a elaborare una strategia per mettere fine a questo inutile rimpallo che sta tenendo in bilico da troppo tempo imprese, lavoratori e famiglie”.
La proposta dell’Emilia-Romagna
Il documento, che vede la Regione Emilia-Romagna capofila, è stato portato oltre un anno fa sul tavolo dell’Esecutivo proprio per dare un concreto aiuto alla riforma nazionale.
Punta sul giusto riconoscimento del valore aziendale dell’impresa, degli investimenti realizzati e della professionalità degli operatori che hanno gestito finora il bene demaniale.
Elementi che dovranno essere considerati tra i criteri di valutazione dei nuovi bandi di gara, insieme agli standard qualitativi dei servizi e alla sostenibilità sociale e ambientale del piano degli investimenti. Con l’esclusione del rialzo del canone demaniale che non dovrà essere oggetto di gara ma rimanere predeterminato per legge dallo Stato.
Inoltre, si ritiene necessario che Regioni e Comuni possano concorrere nella definizione dei criteri dei bandi di gara con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio e gli elementi identitari della fascia costiera attraverso la qualificazione dell’offerta turistico-balneare, tenendo conto delle peculiarità dei diversi territori.
Altri elementi dovranno riguardare la valutazione circa il numero massimo di concessioni da rilasciare a ogni operatore economico, in modo da garantire l’adeguata pluralità e differenziazione dell’offerta nell’ambito territoriale di riferimento, e la determinazione di limiti minimi e massimi di durata delle concessioni, anche per assicurare un congruo periodo al rientro degli investimenti.
“In Emilia-Romagna- conclude Corsini- c’è in ballo il futuro di oltre 1.500 imprese, principalmente a conduzione familiare, che rappresentano un patrimonio fondamentale di esperienza e non solo per la nostra regione. Continuare a procrastinare, oltre a essere penalizzante per il Paese, è una decisione che rischia di avere conseguenze economiche e sociali gravissime”.
Red