Pari opportunità. Oltre 600mila euro ai Centri per uomini autori di violenza di genere. Lori: “Vogliamo rafforzare la rete presente sul territorio, sportelli e centri di ascolto in grado di accompagnare in un percorso di cambiamento, consapevolezza e responsabilità”
Bologna - Contrastare la violenza contro le donne, partendo dagli uomini che di quella violenza sono responsabili.
Pioniera in Italia, con la prima struttura nata a Modena nel 2011 per iniziativa dell’Azienda sanitaria locale, la Regione rilancia il proprio impegno a favore dei Centri per gli uomini autori di violenza (Cuav).
A disposizione nuove risorse per oltre 600mila euro che serviranno per rafforzare e qualificare una rete che conta 14 Centri, di cui 7 pubblici, gestiti dalle Aziende sanitarie locali, e 7 dal privato-sociale, con varie sedi diffuse su tutto il territorio regionale. Si tratta di risorse nazionali ripartite tra le diverse Regioni, a cui ora ogni Cuav in possesso dei requisiti previsti potrà accedere.
“Contrastare e prevenire comportamenti violenti contro le donne e in famiglia significa innanzi tutto promuovere un cambiamento culturale- spiega l’assessora regionale alle Pari opportunità, Barbara Lori-. Combattendo stereotipi e modelli educativi ancora troppo diffusi e accompagnando gli uomini in un percorso terapeutico in cui è fondamentale il contributo di professioniste e professionisti esperti appositamente formati. Un percorso certo non facile, di consapevolezza e responsabilità, ma che abbiamo il dovere di percorrere e sostenere. Con questo finanziamento puntiamo dunque a rafforzare la capacità di agire in questa direzione, consolidando una rete di centri pubblici e privati che già oggi esiste ed è diffusa sul territorio”.
Un impegno quello della Regione che passa anche dall’istituzione dell’Elenco regionale dei Centri per uomini autori di violenza. Una scelta che permetterà di garantire e monitorare la qualità dei servizi offerti: dagli aspetti organizzativi alla professionalità del personale impiegato, con équipe formate da almeno tre specialisti di cui uno psicoterapeuta o psicologo, con formazione specifica nel campo della violenza di genere. Tra le altre figure previste: educatrici ed educatori, assistenti sociali, psichiatre e psichiatri, avvocate e avvocati, mediatrici e mediatori culturali.
I Cuav pubblici e privati finanziati saranno tenuti a provvedere all’iscrizione all’Elenco regionale dei Centri per uomini autori di violenza entro il 13 marzo 2024, pena la revoca del finanziamento.
I centri per uomini autori di violenza domestica e di genere
Centri o sportelli presenti in tutte le province. Sono 7 i Centri pubblici Liberiamoci dalla violenza, con 10 sedi: uno presso la sede di ogni Azienda Usl a Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara. Oltre alle quattro sedi di Rimini, Forlì, Cesena e Ravenna del Centro Ldv dell’Azienda Usl Romagna.
A questi si aggiungono i Centri del privato sociale, anch’essi con più sedi presenti sul territorio regionale: Cipm Emilia, Centro italiano per la promozione della mediazione di Piacenza; Servizio Uomini maltrattanti di Reggio Emilia; associazione Senza violenza di Bologna; Cam, Centro ascolto uomini maltrattanti di Ferrara; M.UO.VITI, Mai più uomini violenti di Ravenna; Ctm, Centro trattamento uomini maltrattanti di Forlì; l’associazione DireUomo spazio ascolto maltrattanti di Rimini.
Una rete capillare sul territorio cui si affiancano i 22 centri antiviolenza e le 49 case rifugio in cui le donne in difficoltà trovano risposte concrete alle loro richieste di aiuto, anche in situazioni di emergenza.
Info: https://parita.regione.emilia-romagna.it/
Paola Fedriga