Rimini Capitale italiana della cultura 2026. Ieri sera al Teatro Galli la cerimonia di presentazione e l’invio del dossier di candidatura della città e della Romagna. L’assessore Felicori: “La Regione è al vostro fianco in questo percorso”
Bologna - Il cammino di Rimini Capitale italiana della cultura 2026 si è avviato, con l’invio ieri sera al Ministero del dossier di candidatura. Un percorso che Rimini non compie da sola, perché la candidatura è diventata l’occasione per raccogliere attorno a questo progetto tutta la Romagna ferita dall’alluvione.
“Un territorio che non solo non vuole arrendersi, ma anzi riprogetta il suo domani sul valore della sostenibilità, dell’arte, di una storia comune tra le nostre popolazioni”, si legge nel manifesto firmato dai comuni di Ravenna, Cesena, Forlì, Faenza, Lugo con i quali si condivide l’idea sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna di candidare Rimini e la Romagna capitale italiana della cultura. Un progetto appoggiato anche dalla città di Carpi, che poche settimane fa rinunciato alla sua candidatura per sostenere quella di Rimini.
Per celebrare la data della candidatura ufficiale, dal pomeriggio di ieri e fino a mezzanotte si è tenuta prima una cerimonia ufficiale, e poi musica, spettacoli, arte, un modo per sottolineare l’importante lavoro di confronto, progettazione, visione che la città sta compiendo su sè stessa.
L’evento ufficiale di presentazione del dossier di candidatura alla città si è svolto al Teatro Galli, oltre al sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, e l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, anche i rappresentanti dei Comuni di Ravenna, Forlì, Cesena, Faenza, Lugo, le direttrici artistiche della candidatura Francesca Bertoglio e Cristina Carlini, il coordinatore della candidatura Paolo Verri.
“La Regione è al vostro fianco in questo viaggio- ha assicurato l’assessore Felicori-. Questa candidatura che unisce tutta la Romagna alla città di Rimini è un forte simbolo di rinascita, che sovrasta le avversità e può rappresentare una vera occasione per tutto il territorio romagnolo e per l’intera regione”.
A chiudere la cerimonia è stata la proiezione di un video, che ha voluto unire le piazze della Romagna in un unico abbraccio musicale con la canzone simbolo, “Romagna Mia” di Secondo Casadei nella versione di Federico Mecozzi al vìolino, con Anselmo Pelliccioni al violoncello, Massimo Marches al mandolino, Stefano Zambardino alla fisarmonica, Tommy Graziani alle percussioni. Il video, diretto da Riccardo Marchesini con la produzione artistica di Cristian Bonato, tocca Piazza Baracca a Lugo, Piazza del Popolo a Faenza, il Monumento ai caduti in piazzale della Vittoria a Forlì, la Biblioteca Malatestiana di Cesena, la Tomba di Dante a Ravenna e Castel Sismondo, in Piazza Malatesta a Rimini, seguendo la danza di Virginia della Balda e Mirko Mosca.
Le note di “Romagna mia” hanno dato il via alla serata di musica, danza e intrattenimento che ha coinvolto l’intero centro storico.
Barbara Musiani