Sviluppo economico. Innovazione sociale: 75 progetti finanziati dalla Regione per migliorare il benessere, ridurre le diseguaglianze e generare sistemi di inclusione. Primo bando regionale da 5,1 milioni di euro e un investimento complessivo di quasi 11 milioni di euro
Bologna - Settantacinque proposte ammissibili a finanziamento, per un investimento complessivo pari a quasi 11 milioni di euro e un contributo superiore a 5,1 milioni. Obiettivo, migliorare il benessere e ridurre le disuguaglianze, generare sistemi di inclusione sempre più efficaci nel rispondere ai bisogni dei cittadini ed efficienti nell’utilizzo delle risorse.
Si sono concluse le attività di valutazione delle proposte presentate al primo bando regionale per il sostegno di progetti di innovazione sociale, un passo verso un’idea di economia per la ricucitura della società. Con questo strumento, infatti, la Regione intende aiutare – attuando l’azione 1.3.5. del Pr Fesr 2021/2027 – imprese e organizzazioni che svolgono attività economica con un impatto sociale per i territori, in un’ottica di transizione sostenibile.
Rispetto alle risorse messe a bando, i progetti giudicati ammissibili e, soprattutto, le proposte qualitativamente meritevoli per l’impegno nel realizzare gli obiettivi del bando sono risultati di più. La Regione Emilia-Romagna ha deciso pertanto di aumentare i contributi (in origine, 3 milioni di euro), per consentire il finanziamento di tutti i progetti ritenuti ammissibili.
Dal punto di vista territoriale le province che hanno visto il maggior numero di proposte sono Bologna (40), Modena (19), Forlì-Cesena (15), Ravenna (14) e Reggio Emilia (12); 33 quelle con sede in aree colpite dall’alluvione del 2023.
Alla scadenza del termine sono arrivate 118 proposte progettuali, per un investimento complessivo superiore ai 16 milioni di euro. Di queste, ben l’80% sono di micro o piccole imprese; 29 da soggetti iscritti al Rea (Repertorio economico-amministrativo, tra cui associazioni di promozione sociale, fondazioni, società cooperative, associazioni sportive dilettantistiche) e 89 da imprese, con un 60% di rappresentanti distribuiti equamente tra Icc (industrie culturali e creative), filiera sanità/sociale e settore terziario.
I progetti presentati ricadono su molteplici ambiti della Strategia di specializzazione intelligente (S3); prevalgono i settori dell’inclusione e coesione sociale: educazione, lavoro, territori (73) e dell’innovazione sociale e partecipazione (65), seguiti da quelli del benessere della persona, nutrizione e stili di vita (29), del patrimonio territoriale e identità regionale: beni e contenuti culturali, attività creative, turismo e prodotti Made in E-R (17) e della digitalizzazione, intelligenza artificiale, Big data (imprese e Pa) (13).
Settantacinque, dunque, i progetti giudicati ammissibili al finanziamento. Una particolare attenzione si è voluta porre a proposte mirate a sviluppare soluzioni innovative, in grado di contribuire al raggiungimento dei traguardi dell’Agenda 2030, con riferimento agli obiettivi 8 (“Lavoro dignitoso e crescita economica”), 9 (“Imprese, innovazione e infrastrutture”) e 10 (“Ridurre le diseguaglianze”), oltre che alle linee tracciate dalla Strategia di specializzazione intelligente (S3) 2021-2027, con riferimento agli ambiti tematici trasversali 14 (“Innovazione sociale e partecipazione”) e 15 (“Inclusione e coesione sociale: educazione, lavoro, territori”).
Le premialità specifiche
Per i progetti finanziabili, il bando ha riconosciuto premialità specifiche (anche cumulabili) a 36 proposte che prevedono un incremento occupazionale, 18 che contemplano il coinvolgimento di uno degli attori dell’ecosistema regionale (tra cui cluster, Digital innovation hub, laboratori, Università, Asl, centri di ricerca), 12 che prevedono la capacità di operare in sinergia con altri fondi. Premialità specifiche anche per 20 progetti che contribuiscono allo sviluppo di strategie di sviluppo locale negli ambiti territoriali appartenenti alle Atuss (Agende Trasformative Urbane per lo Sviluppo Sostenibile) e nelle aree interne o periferiche individuate nelle Stami (Strategie Territoriali Integrate per le Aree Montane e Interne), e per altri 20 riguardanti le aziende localizzate in aree alluvionate.
Dall’hub del riuso alla piattaforma per creare connessioni tra cittadini, aziende ed enti del terzo settore: alcuni dei progetti che hanno ottenuto i punteggi più alti
Persone, lavoro, inclusione, sostenibilità. Tra i progetti presentati dalle cooperative sociali, si segnalano quelli per il miglioramento e l’ampliamento dei servizi destinati a disabili adulti, per il sostegno a familiari e caregivers e il rafforzamento dei servizi anche per persone con disturbi dello spettro autistico. Ancora, la creazione di un hub del riuso per ricollocare sul mercato prodotti rigenerati, dando contemporaneamente occupazione stabile a 25 soggetti disabili. Tra i progetti presentati dalle aziende, lo sviluppo di una piattaforma in grado di supportare e creare connessioni tra cittadini, aziende ed enti del terzo settore nel realizzare azioni di sviluppo sostenibile, responsabilità sociale d’impresa, impatto ambientale, e apposite app per far incontrare domanda e offerta di volontariato. Nell’elenco c’è anche la realizzazione di un “distretto creativo” dedicato alla sperimentazione digitale per bambini fino a 10 anni, e lo sviluppo di una app in grado di fornire una guida e un supporto nel contrasto all’obesità infantile e ai disturbi alimentari.
Chiara Vergano
In allegato, elenco dei progetti