Fondazione vittime di reati. “Ho fatto finta di essere morto. Da quel giorno penso a Igor il Russo 400 volte al giorno”. Nella seconda puntata del podcast ‘A Fari spenti’ con Carlo Lucarelli, parla Marco Ravaglia, vittima sopravvissuta a Norbert Feher
Bologna – “Giusto il tempo di aprire lo sportello dell’auto, mettere giù un piede, appoggiandomi con la mano alla portiera, che un primo proiettile entra nell’avambraccio e mi fa esplodere l’omero. Poi, in rapida successione, sento un pugno su una spalla, un morso nel collo e un pizzicotto nella schiena, cado a terra. A quel punto sento che anche Valerio esce dall’auto, e subito dopo un altro colpo di arma da fuoco”.
L’assistente scelto della Polizia provinciale di Ferrara, Marco Ravaglia ricorda così il drammatico momento in cui lui e la guardia ecologica volontaria, Valerio Verri, sono stato aggrediti dal criminale serbo Norberth Feher. Verri, quella sera dell’8 aprile del 2017 perderà la vita, Ravaglia invece sopravviverà, ma da vittima di Igor il Russo.
La testimonianza di Ravaglia è al centro della nuova puntata di ‘A fari spenti’, il podcast in cinque episodi - realizzato dall’Agenzia di Informazione e comunicazione della Regione – con la voce dello scrittore e presidente della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato, Carlo Lucarelli. Le musiche sono di Godblesscomputers.
“Dopo avere sparato a Valerio, Igor il Russo è tornato da me, mi sono finto morto. Mi ha spostato insultandomi ed è scappato via. A quel punto, con quattro colpi di pistola addosso, mi sono rialzato e sono andato a chiedere aiuto. La mia vita oggi, ovviamente, non è più la stessa; la mia cartella clinica si misura in chilogrammi, non posso più fare il lavoro che tanto amavo e ripenso a quel criminale e a Valerio dalle 300 alle 400 volte al giorno”.
Nell’episodio anche la voce di Antonio Fiorentini, aggredito da Igor il Russo nel 2010, sempre nel ferrarese, quando era sindaco del Comune di Argenta.
Infine, Marco Ravaglia racconta l’incontro con la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato grazie alla quale ha potuto costruire un bagno nuovo, adatto alle sue nuove esigenze, a una mobilità che non è più quella di prima.
“Non è una banalità un bagno, ma è la vita che ricomincia- sottolinea Carlo Lucarelli-. Come una macchina riparata dopo un’aggressione, un percorso riabilitativo o psicologico dopo una rapina, i mobili dell’appartamento dopo una violenza subita, un paio di occhiali nuovi. Non sono cose piccole, sono quelle che servono, nell’immediato, per ritrovare vita e autonomia. La Fondazione fa questo da vent’anni”.
A fari spenti
Il podcast, cinque puntate in tutto, sono dedicate ad altrettanti fatti di cronaca avvenuti in Regione o che hanno coinvolto cittadini emiliano-romagnoli. Vicende dolorose, alcune purtroppo già note che qui vengono raccontate in modo diverso, a partire dal giorno dopo la tragedia, una volta spenti i riflettori della cronaca. ‘A fari spenti’ parla delle donne, degli uomini e dei bambini sopravvissuti a quei reati, delle loro vite cambiate, e della forza di andare avanti, anche grazie al contributo della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato che da vent’anni stanzia risorse per aiutare le vittime a rialzarsi, costruendo insieme progetti di vita nuova.
L’episodio è online da oggi sui canali Spotify e Spreaker della Regione, al link: https://regioneer.it/podcastLucarelli28marzo24
Elisa Ravaglia