Sanità. Allarmismi fuori luogo. Nessun licenziamento di personale dipendente nelle Aziende sanitarie e ospedaliere dell’Emilia-Romagna: la Regione continua a investire per difendere il Servizio sanitario pubblico, nonostante i tagli del Governo. L’assessore Donini: “Smentiamo le voci allarmistiche, la nostra priorità resta salvaguardare e innovare il nostro modello di sanità universalistica, che è riferimento nel Paese"
Bologna - Il personale sanitario dell’Emilia-Romagna in questi anni è cresciuto, a Modena come in tutto il territorio. E la Regione continua ad assumere e a formare nuove professionalità, nonostante i tagli del Governo producano inevitabili conseguenze a livello locale. Anzi, l’impegno per il 2024 è quello di superare la copertura del turn over rispetto al 2023.
A sottolinearlo, rispondendo ad alcune voci relative a presunti tagli in vista per l’Azienda sanitaria e l’Azienda ospedaliero universitaria di Modena, è l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.
“Il personale medico e sanitario in questi anni è cresciuto di alcune migliaia di unità, tra medici, infermieri, operatori sanitari, tecnici e amministrativi: ogni allarmismo su tagli e licenziamenti è ingiustificato- chiarisce Donini-. Invece di inseguire voci senza fondamento, tutti dovrebbero denunciare, come stiamo facendo noi in ogni sede istituzionale e politica, la mancanza di risorse statali adeguate: il Governo ha scelto di tagliare e se non si interviene subito per invertire la rotta, le conseguenze ricadranno sui territori, colpendo quelli come il nostro che hanno maggiormente investito sulla sanità pubblica”.
Proprio dall’Emilia-Romagna, alcuni mesi fa, è partita la richiesta al Parlamento di un’iniziativa legislativa, poi raccolta anche da altre Regioni di diverso colore politico, per portare la spesa sanitaria al 7,5% del Pil e rimuovere i vincoli alle assunzioni e alla spesa di personale.
“Nonostante il finanziamento del Fondo sanitario nazionale risulti apparentemente in crescita- aggiunge Donini- nei fatti il Governo sta tagliando, perché l’inflazione reale cresce maggiormente delle risorse per il Fondo. Risorse che servono soprattutto per la spesa del personale, ma anche per gli investimenti: non ha senso contrapporre le due voci di spesa perché sono distinte e separate anche per vincoli di legge. E in ogni caso servono più risorse sia sul personale che sulle strutture e le tecnologie”.
Da parte della Regione c’è dunque la necessità di far fronte alle insufficienti risorse che il Governo trasferisce, come già chiarito, peraltro, dalle stesse due Aziende modenesi. Personale sanitario che va anzi formato e stabilizzato. È bene ricordare che, a fronte di un limite di legge per il personale precario che non debba superare il 20%, il livello di precarizzazione in Emilia-Romagna è inferiore al 5%.
“Nessuna Regione quanto la nostra ha contrastato il precariato, stabilizzando il personale. C’è un motivo se siamo la prima regione per saldo attivo della mobilità sanitaria: vengono a curarsi qui i cittadini di tutta Italia. Parliamo di un’eccellenza nazionale che va non solo salvaguardata, ma ulteriormente qualificata e per questo chiediamo a chiunque ne condivida l’urgenza, di unirsi in questa battaglia per la salvaguardia dei nostri servizi sul territorio”.