Vertenze aziendali. Gruppo Metro Italia di Rimini, arriva dalla Regione la richiesta di un tavolo di crisi al ministero delle Imprese e Made in Italy: l’obiettivo trovare una soluzione occupazionale per tutti i lavoratori coinvolti

Oggi l’incontro a Bologna in viale Aldo Moro con i vertici dell’azienda, i sindacati, Comune e Provincia di Rimini. A rischio il futuro di 32 dipendenti diretti per la sede riminese a cui si aggiungono i lavoratori del magazzino di Pozzuoli e l’indotto in appalto
15/11/2024 14:44

Bologna – Un tavolo nazionale per trovare una soluzione condivisa dopo l’annuncio della chiusura dei due punti vendita di Rimini e di Pozzuoli (Na) del Gruppo Metro Italia.

È questa la richiesta della Regione Emilia-Romagna al ministero delle Imprese e del Made in Italy dopo il tavolo di crisi convocato questa mattina a Bologna in viale Aldo Moro con i vertici dell’azienda, i sindacati, il Comune e la Provincia di Rimini.

Metro Italia, a ottobre, ha annunciato la chiusura a fine anno del punto di vendita di Rimini e di quello di Pozzuoli. Una situazione che preoccupa le Istituzioni, perché è a rischio il futuro di 32 dipendenti diretti per la sede di Rimini, cui si aggiungono i lavoratori del magazzino di Pozzuoli, e altri che operano in appalto.

L’obiettivo della Regione è trovare in sede ministeriale una soluzione che porti alla tutela dei lavoratori della Metro a Rimini, punto vendita storico dell’azienda, specializzata in prodotti alimentari e attrezzature per la ristorazione per locali e hotel.

Al tavolo ministeriale si potrà lavorare per mettere a disposizione tutti gli strumenti possibili per accompagnare la transizione e per la riconversione di tutti i lavoratori diretti e indiretti, partendo dalle possibilità di ricollocazione nell’ambito del gruppo Metro, ma cercando anche il coinvolgimento di altre realtà locali. Proprio per questo oggi le istituzioni hanno chiesto al Gruppo multinazionale di non abbandonare il territorio e di studiare insieme una soluzione condivisa.

La Regione punta ad evitare atti unilaterali che mettano in difficoltà le persone impiegate nei due siti, per la maggior parte donne, che per questioni anagrafiche potrebbero non trovare facilmente una collocazione e per le quali è necessario trovare soluzioni economiche e sociali.

Barbara Musiani

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ultima modifica 2024-11-15T14:44:53+01:00
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