Difesa del suolo. Si rinnova e si amplia la collaborazione tra la Regione e le Università di Modena e Reggio Emilia e di Bologna per il monitoraggio delle frane e delle aree a rischio idrogeologico: dopo Boccassuolo e Ca’ Lita, sotto la lente anche Cà di Sotto, sull’Appennino bolognese, e la rupe di San Leo, nel riminese

Firmate due convenzioni per lo sviluppo integrato delle attività di ricerca tecnico-scientifica mirate alla previsione, prevenzione e gestione del rischio
15/07/2025 10:52

Bologna - Le principali situazioni di dissesto idrogeologico in Emilia-Romagna, a partire dalle frane più minacciose, in movimento e di grandi dimensioni, come quelle di Boccassuolo, nel modenese, e di Ca’ Lita, nel reggiano. Sono le realtà su cui già lavorano insieme, da tempo, attraverso specifiche convenzioni, la Regione (tramite l’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile) e le Università di Modena e Reggio Emilia e di Bologna, per garantire in modo sempre più efficace la tutela del territorio e di chi lo abita.

Ora questa collaborazione viene ulteriormente rinnovata. Con un accordo pluriennale, che si amplia e riguarderà anche altre situazioni ad alto rischio e con necessità di continuo monitoraggio, come la frana di Cà di Sotto, a San Benedetto Val di Sambro (BI), e quella della Rupe di San Leo, nel riminese.

Gli accordi pluriennali hanno durata fino al 2028 e vedono coinvolti il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia (UniMORE) per le aree dell’Emilia centro-occidentale, e il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna per le zone afferenti al bacino del fiume Reno e la Romagna. I due Atenei assicurano all’Agenzia un supporto tecnico-scientifico mirato al miglioramento delle capacità di previsione, prevenzione, gestione del rischio idrogeologico e alla predisposizione di misure organizzative per rendere più efficace la pianificazione di protezione civile e la gestione delle situazioni di crisi. La valutazione delle possibili evoluzioni dei dissesti è fondamentale per attuare le migliori azioni di mitigazione del rischio.

I temi oggetto dell’intesa spaziano dalle valutazioni del rischio da frana, residuo e in corso d’emergenza, con l’ausilio di metodi, tecniche e tecnologie innovative e integrate (dati satellitari, droni, analisi delle condizioni di saturazione dei suoli, e così via) ai sopralluoghi e rilievi sul posto, dall’implementazione di sistemi di monitoraggio (anche automatico) sul posto al supporto al miglioramento della pianificazione comunale di protezione civile e l’individuazione di misure di mitigazione del rischio da frana a servizio delle autorità locali. Sono oggetto di collaborazione tra gli enti anche il supporto alla predisposizione di progetti speciali (compresi quelli finanziati dal Pnrr) e lo sviluppo di procedure d’analisi per realizzare un sistema di monitoraggio integrato delle frane a scala regionale. È poi prevista un’idonea formazione del personale dell’Agenzia e uno specifico supporto alla comunicazione del rischio ai fini della gestione dei fenomeni.

Red

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ultima modifica 2025-07-15T10:53:33+02:00
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