Stati generali dell’infanzia e della adolescenza. Concluso l’appuntamento voluto dalla Regione Emilia-Romagna. Dopo l’ascolto e il confronto, le proposte: entro due settimane le misure operative per dare risposte a chi chiede di presidiare il rapporto tra giovani e dispositivi digitali. L’assessora Conti: “Il grande interesse suscitato ci consegna la responsabilità di individuare soluzioni condivise”

Sala Fanti gremita anche oggi per l’intervento del medico e psicoterapeuta Alberto Pellai, che ha proposto la sua ricetta sulla limitazione all’utilizzo dello smartphone prima dei 14 anni e dei social network prima dei 16, e lo stop a scuola. In autunno arriverà il seguito di questa esperienza con gli Stati generali della scuola
06/06/2025 16:37

Bologna - Un paio di settimane per sedimentare i tanti stimoli raccolti, confrontarsi con l’Assemblea legislativa e la Giunta regionale, condividere le idee con centri per le famiglie, pediatri e genitori di adolescenti. Poi la Regione Emilia-Romagna formulerà alcune proposte per affrontare il problema emerso con evidenza in questi giorni di studio: l’uso dei dispositivi digitali può essere correlato ad alcuni disturbi degli adolescenti, denunciati sempre più frequentemente da pediatri, medici e psicologi.

Oggi, in Regione in Sala Fanti, l’ultima delle quattro giornate (22, 23, 28 maggio e 6 giugno) degli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza, voluti e promossi dall’assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola, Isabella Conti: una kermesse che ha consentito a medici, psicoterapeuti, ricercatori e scrittori di confrontarsi sulle conseguenze dell’uso sempre più prematuro di dispositivi elettronici e social media da parte dei bambini.

“Per me è stato un grande onore e una grande emozione vedere quanto interesse è scaturito da questi Stati generali - ha affermato Conti-. In un’epoca in cui si delegano le decisioni alle applicazioni di intelligenza artificiale, abbiamo ribadito la necessità di un pensiero profondo. Un pensiero forte e determinato che non crei polarizzazioni o conflitti, ma consapevolezza condivisa, di cui la politica ha bisogno per guidare al cambiamento le persone”.

“La consapevolezza che i ragazzi con l’utilizzo precoce di questi dispositivi possono sviluppare problemi, è ormai acquisita, a questo punto la politica deve avere la capacità anche pedagogica di accompagnare le persone in una consapevolezza condivisa che porti a decisioni sagge, perché questo non è un problema del singolo genitore o insegnante, è un problema della collettività -ha aggiunto l’assessora-. Ora serviranno una decina di giorni per sedimentare le tante informazioni raccolte e prima di procedere vorrei discutere le iniziative da intraprendere con la Giunta e i consiglieri regionali. Abbiamo in mente infatti alcune operazioni che coinvolgeranno pediatri, centri per le famiglie, genitori, adolescenti. Ma servirà- ha concluso Conti- una condivisione da parte di tutti.”

Gli elementi da cui partire

L’assessora ha anticipato alcuni elementi sui quali si concentrerà: il primo è la considerazione che lo smartphone non è uno strumento, ma un ambiente, come chiarito da Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva, nell’intervento che ha aperto la giornata. Di uno strumento si può pensare di fare buon uso: per le forbici, per esempio, ci può essere un’educazione positiva all’uso corretto, perché sono uno strumento. Ma nessun bambino si porta le forbici sotto il cuscino e si sveglia con la voglia di tagliare la carta. Lo smartphone, al contrario, non è uno strumento ma un ambiente di vita che simula un parco giochi, con stimoli continui che attirano la nostra attenzione.

L’altro aspetto evidenziato è che, se siamo di fronte a un elemento potenzialmente rischioso, dobbiamo comportarci come in passato abbiamo fatto con altri rischi: i bambini non possono comprare sigarette o alcolici, non possono entrare in un casinò. Anche strumenti di per sé neutri, come l’automobile, sono preclusi agli adolescenti, perché richiedono competenze. Non bisogna banalizzare però pensando che lo smartphone sia la causa di ogni malessere, perché c’è un nesso di correlazione, non di causalità, come spiegano gli scienziati.

Non bisogna nemmeno colpevolizzare le famiglie: sono fragili, travolte da una tempesta perfetta, in cui tra crisi economica, una condizione geopolitica tesa, vivono non l’era del cambiamento ma un cambiamento d’era. E a proposito dell’intelligenza artificiale, l’assessora ha sottolineato come occorre essere vigili e non perdere dieci anni come accaduto con i social media. I mercati non sono entrati nei social media, ha ricordato l’assessora, i social media sono il mercato. Corriamo lo stesso rischio con l’intelligenza artificiale, che potrebbe essere manipolata da esigenze commerciali. Per questo la politica deve interrogarsi sulla necessità di una intelligenza artificiale pubblica.

Nel concludere il suo intervento, Conti ha lanciato quello che sarà un seguito ideale di questa iniziativa, gli Stati generali della scuola, previsti in autunno: l’occasione per analizzare potenzialità e limiti delle agenzie educative.

Carmine Caputo

In allegato, nella cartella stampa:

  • una scheda sugli interventi della mattinata
  • le foto della giornata

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ultima modifica 2025-06-06T16:37:37+02:00
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