Fondi europei. Investimenti sulle persone, la qualità del lavoro e la crescita sostenibile, transizione ecologica e digitale: l’Emilia-Romagna corre, entro giugno a bando già un miliardo di euro, quasi un terzo delle risorse disponibili per il nuovo settennato fino al 2027. Il sottosegretario Baruffi: “Traguardo importante solo dopo un anno, raggiunto insieme a tutto il sistema regionale e alle parti sociali con noi nel Patto per il lavoro e il Clima”
Bologna – Saranno 87 i bandi e gli avvisi regionali approvati entro giugno, per un totale di 995,6 milioni di euro, quasi un terzo dei Fondi europei assegnati all’Emilia-Romagna con la nuova programmazione al 2027 (più di 3 miliardi di euro).
A fare il punto è il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Davide Baruffi, durante l’informativa alla Commissione politiche economiche dell’Assemblea legislativa sullo stato d'attuazione dei Programmi regionali Fesr e Fse+ e del Complemento di Programmazione per lo Sviluppo Rurale del Piano Strategico della PAC 2023-2027.
“A nemmeno un anno dall’approvazione dei Programmi da parte della Commissione europea - luglio 2022 per Fesr e Fse Plus, dicembre dello stesso anno per lo sviluppo rurale -, abbiamo già programmato un terzo delle risorse che ci sono state assegnate- sottolinea Baruffi- e l’impegno è mantenere questi ‘tempi’ anche per la restante parte del totale dei fondi disponibili. Un quadro complessivo che tiene assieme diverse fonti di finanziamenti europei, realizzato grazie al coinvolgimento di tutto il sistema regionale e delle parti sociali con noi nel Patto per il lavoro e il Clima”.
Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)
Il programma regionale Fesr 2021-2027 intende sostenere un rilancio capace di coniugare qualità del lavoro, incremento della produttività e valore aggiunto, innovazione tecnologica, ambientale e sociale, attrattività internazionale, accompagnando il sistema regionale nella transizione ecologica e nella trasformazione digitale e contribuendo a ridurre le diseguaglianze economiche, sociali, di genere, generazionali e territoriali.
I dati del primo monitoraggio evidenziano un totale di 517,7 milioni per 30 bandi e 1.448 progetti presentati, di cui 702 già approvati.
Il primo calendario di bandi da giugno a novembre 2022 ha visto impiegati 184,2 milioni di euro, mentre il secondo, da gennaio ad aprile 2023, 276,8 milioni di euro, con una ulteriore integrazione di 44,7 milioni in particolare sulla trasformazione digitale.
La terza tranche di bandi Fesr è prevista da maggio a giugno 2023, con una dotazione di 17 milioni di euro da destinare a interventi per la conservazione delle biodiversità, per l’implementazione delle infrastrutture verdi e blu delle città, per il sostegno ai processi di innovazione sociale, allo sviluppo delle comunità energetiche e agli investimenti per le imprese culturali e creative.
Fondo sociale europeo Plus (FSE+)
Il Fondo sociale europeo Plus è il principale strumento dell'Unione europea per investire nelle persone. In Emilia-Romagna il programma regionale Fse+ si pone l’obiettivo di assicurare a tutte le persone il diritto di accedere a servizi di qualità, fin dalla prima infanzia, e di accrescere le proprie conoscenze e competenze, tanto nella fase che precede l’ingresso nel mercato del lavoro, quanto durante l’intera vita lavorativa, per favorire percorsi di crescita professionale, sostenere la qualità dell’occupazione e accompagnare le transizioni ecologica e digitale. Il primo bilancio regionale parla di 302,7 milioni di euro già allocati con 43 avvisi, 718 operazione approvate e oltre 10 mila persone coinvolte.
Le attività finanziate dal Fondo sociale europeo si intersecano con il Programma nazionale GOL, previsto dal PNRR (Missione 5, Componente 1) per riqualificare i servizi di politiche attive del lavoro.
Con l’obiettivo di garantire un accesso universale alle politiche attive per il lavoro, il Piano attuativo regionale del Programma GOL individua quali potenziali beneficiari persone accomunate da una condizione di fragilità legata al mercato del lavoro: disoccupati, lavoratori fragili e vulnerabili, NEET, donne in condizioni di svantaggio, persone con disabilità, lavoratori over 55, lavoratori autonomi che cessano l’attività e lavoratori con redditi molto bassi.
Per la sua attuazione, l’Emilia-Romagna può contare su una prima assegnazione di oltre 55 milioni di euro.
Grazie a una sinergia pubblico-privato tra Centri per l’impiego e enti accreditati, nella logica della Rete attiva per il lavoro, la Regione ha raggiunto e superato l’obiettivo, previsto dal Decreto di approvazione, di 38.040 disoccupati presi in carico entro il 2022.
Al 28 marzo le persone prese in carico erano 58.726, di cui donne 36.104 (61,5%) e uomini 22.622 (38,5%). E per il 27,1% degli utenti presi in carico si è registrata una comunicazione obbligatoria di avviamento al lavoro (rilevazione al 31 gennaio scorso).
Piano Sviluppo Rurale 2023-2027
La strategia per lo sviluppo del sistema agricolo agroalimentare e dei territori rurali dell’Emilia-Romagna, ruota attorno alle parole chiave: qualità, produttività, sostenibilità, innovazione e semplificazione. Dopo l’approvazione del Complemento di Programmazione per lo Sviluppo Rurale del Piano Strategico della PAC 2023-2027, avvenuta a decembre 2022, sono già stati programmati 177,2 milioni di euro, attraverso 14 bandi.
In attesa della definizione dei fondi del nuovo settennato, la Regione aveva avuto l’assegnazione di 408,9 milioni di euro per il Psr 2021-2022: risorse che hanno permesso di pubblicare 163 bandi per 291,5 milioni di euro (di cui per una parte è ancora in corso il procedimento istruttorio) su 4 obiettivi: competitività; ambiente e clima; sviluppo del territorio: innovazione, formazione e consulenza.
Strategie territoriali integrate
In commissione è stato fatto anche un primo punto sulle Strategie territoriali integrate Atuss (Agende Trasformative Urbane per lo Sviluppo Sostenibile) e Stami (Strategie Territoriali Aree Interne e Montane).
Con finalità diverse e specifiche, hanno come obiettivi quello di condividere con i territori scelte per il raggiungimento di obiettivi comuni, garantire il protagonismo degli Enti locali e delle comunità locali nella programmazione 2021-2027, promuovere una governance multilivello e il pieno coinvolgimento dei partenariati locali e adottare un approccio multi-obiettivo e multi-fondo (FESR, FSE+, FSC, ecc.), massimizzando le opportunità del PNRR.
Rispetto alla precedente programmazione, la Giunta ha esteso la possibilità di elaborare le Atuss anche alle aree intermedie, ovvero alle Unioni di comuni con popolazione superiore ai 50mila abitanti e in possesso di determinati requisiti.
Le Atuss nella programmazione 2021-2027 sono 14: Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna, Rimini, Cesena (con Mercato Saraceno, Montiano e Sarsina), Nuovo Circondario Imolese, Unione Terre d’Argine, Unione Bassa Romagna, Unione Romagna Faentina. I fondi a sostegno delle Atuss sono pari a 109,3 milioni di euro, tra fondi Fesr e Fse.
Le Stami coinvolgono le aree e i territori più fragili e periferici dell’Emilia-Romagna. Con l’obiettivo di contrastare gli squilibri territoriali, a partire da quello demografico, nella programmazione 2021-2027 coinvolgono non solo le aree individuate dalla Strategia Nazionale delle Aree Interne (comunque ampliate in numero di 3 rispetto al 2014-2020) ma l’intero territorio appenninico.
Alle aree Basso Ferrarese, Appennino Piacentino-Parmense, Alta Val Marecchia, Appennino Reggiano - aree pilota SNAI 2014-2020, confermate nel 2021-2027 – si sono aggiunte le aree Appennino Parma Est e Appennino Forlivese e Cesenate e Appennino Modenese (nuove aree SNAI 2021-2027) e le aree dell’Alta Val Trebbia e Val Tidone e dell’Appennino Bolognese. A sostegno 73,4 milioni di euro di Fondi Fesr e Fse e della Legge di stabilità. Un contributo importante al raggiungimento degli obiettivi delle STAMI sarà garantito anche dal Programma per lo Sviluppo rurale.
Oltre alle Stami, per sostenere processi di sviluppo sostenibile delle aree interne e montane, la Giunta per il periodo 2021-2027 ha introdotte alcune ulteriori novità, tra cui il riconoscimento di criteri preferenziali di accesso agli strumenti e ai bandi messi in campo in attuazione dei Programmi; una riserva del 10% di ciascun Programma (Fesr – Fse +- Feasr); una prima assegnazione di risorse di assistenza tecnica pari a 30 mila euro a supporto dell’ elaborazione delle strategie e l’attivazione di un’azione di sostegno a favore degli Enti locali coinvolti per rafforzarne le capacità di programmare e attuare gli interventi di sviluppo locale.
Barbara Musiani