Dazi. Agroalimentare e prodotti a indicazione geografica, l’assessore Mammi: “I dazi danneggiano prima di tutto l’Emilia-Romagna, la regione che esporta di più negli Stati Uniti: 10 miliardi di euro. Così aumenterà l’inflazione e calerà il potere d’acquisto dei cittadini. Servono nuove soluzioni: potenziare l’export, sostenere i redditi e attivare misure compensative per le filiere colpite”

“Dall’UE è venuta a mancare un’azione davvero unitaria, che avrebbe permesso di ottenere condizioni migliori, messo in evidenza minore squilibrio sulla bilancia commerciale e reso il negoziato più agevole. Ora serve una reazione che sostenga le imprese”
29/07/2025 14:30

Bologna- “L’Emilia-Romagna è la regione che esporta di più negli USA: se venissero confermate le anticipazioni sui contenuti dell’accordo, sarebbe necessario mettere in campo misure compensative per i comparti colpiti. Siamo preoccupati per tutte le nostre Dop e Igp e per il vino: auspico fortemente che ci saranno esenzioni a questi nuovi dazi. Adesso serve un contrattacco deciso che punti a potenziare l’export e a tutelare le filiere colpite e i redditi dei lavoratori”.

Così l’assessore regionale all’Agricoltura e ai Rapporti con l’Unione Europea, Alessio Mammi, commenta l’annuncio sull’accordo sui dazi tra Usa ed Europa.   

“Al momento non sappiamo se le tariffe del 15% saranno comprensive dei dazi precedenti o andranno ad aggiungersi a questi andando a comporre un quadro che sarebbe molto preoccupante - prosegue l’assessore-. Ma anche nel caso fossero onnicomprensivi, danneggerebbero comunque l’economia, italiana e mondiale, perché essendo tasse aumenteranno l’inflazione e faranno calare il potere d’acquisto, e fanno prevedere a Confindustria un calo dell’export pari a 22 miliardi di euro. A questa situazione vanno sommati anche gli aumenti che imprese e famiglie stanno affrontando a causa della situazione geopolitica e la svalutazione del dollaro, senza considerare quello che resta l’aspetto più grave: la mancanza di chiarezza sulla reciprocità dei dazi e l’indecisione nell’introduzione della cosiddetta web tax che andrebbe a colpire le Big Tech, che continuano a beneficiare di condizioni fiscali incomprensibili se paragonate a quelle delle aziende manifatturiere che creano posti di lavoro e ricchezza in Europa”.

“Sul piano più strettamente politico- sottolinea ancora Mammi- è venuta a mancare un’azione davvero unitaria, forte e condivisa da Parte dell’Unione Europea, che avrebbe permesso di ottenere condizioni migliori, ad esempio facendo rientrare nell’accordo i comparti dei servizi, della finanza, dell’energia, della difesa avrebbe riequilibrato lo squilibrio sulla bilancia commerciale e reso il negoziato più agevole” 

“Adesso è necessario pensare a soluzioni - conclude l’assessore- e prevedere interventi compensativi a favore delle filiere colpite dai dazi che possiamo mettere in campo come Paese e come Unione Europea. Servirebbe possibilmente un nuovo NEXT Generation EU, finanziato con debito comune europeo per sostenere le manifatture ad essere competitive. Nel solco indicato dai rapporti Draghi e Letta per la creazione di un vero mercato comune. Agire sulla riduzione del costo del lavoro, la semplificazione e la competitività delle imprese investendo su logistica, energia, tecnologie, dati, ricerca e favorire il rientro di ricercatori, medici, professionisti della conoscenza. Bisogna, inoltre, continuare ad investire negli Stati Uniti, mercato fondamentale e irrinunciabile e che ama i nostri prodotti, e dove l’Emilia-Romagna ha record assoluto di export pro capite, ma contemporaneamente esplorare nuovi mercati, come l’Asia del Giappone e della Corea del Sud e il Sud America. Ma per aiutare le nostre imprese ad affrontare il duro colpo dei dazi dobbiamo far ripartire la domanda interna, soprattutto in Italia. Perché il 70% dell’economia del Paese è legato alla domanda interna, quindi è fondamentale attuare una politica di sostegno dei redditi di chi lavora”.

I numeri delle esportazioni dell’Emilia-Romagna verso gli Stati Uniti

Nel 2024, l’Emilia-Romagna ha esportato negli Stati Uniti beni per un valore di quasi 10,5 miliardi di euro, pari al 16,2% del totale delle esportazioni italiane nel mercato americano (64,8 miliardi di euro), la seconda regione per valore assoluto dopo la Lombardia (con il 21,2% dell’export nazionale negli Usa), prima di Toscana (15,8%) e Veneto (11,2%) e prima in Italia per valore pro capite. Gli Stati Uniti rappresentano il 12,5% dell'export complessivo dell’Emilia-Romagna (83,6 miliardi di euro). Oltre 6mila le imprese interessate.

I principali settori per valore di esportazioni sono: i mezzi di trasporto/automotive (quasi 3,3 miliardi di euro esportati, pari al 31% dell'export regionale verso gli Usa), i macchinari e gli apparecchi industriali (3,1 miliardi di euro, pari al 29%), l'industria alimentare e delle bevande (986 milioni di euro, pari al 9,4%), e il settore della farmaceutica (circa 650 milioni di euro, pari al 6,2%).

Vincenzo Menichella

 

 

 

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ultima modifica 2025-07-29T14:30:40+02:00
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